5 maggio 2006

ARGENTO! (capitolo 8)




Aurelia era stata svegliata di soprassalto da un urlo terribile giusto in tempo per vedere Billy lo gnomo minacciare Alvino. E per vedere Alvino pietrificato dallo spavento lasciar cadere per terra il prezioso volume nero che di solito lei portava sempre con sé, in una tasca appesa al collo.

TUMP, fece il libro sul pavimento di piertra.

Puntava il fucile contro il petto del ragazzetto, Billy lo gnomo, e non sembrava affatto ragionevole, nossignore. Al colmo di una rabbia sorda e ferina ridacchiava e bofonchiava tra se e se, masticando le parole:
“ti ho preso, bastardo”.
“he he he he”
“Sarai la mia fortuna. Tu sarai la mia fortuna”.

Fu in un baleno che la vecchia si inginocchio’ per raccogliere il taccuino da terra.
E Billy, intuendo che era oggetto di interesse, sempre guidato dal suo istinto animale, fece uno scatto per strapparglielo.

Ma invano.

Aurelia indietreggio’.

Se Billy lo gnomo fosse entrato in possesso di quel taccuino nero, sarebbe stata la cosa più terribile; dato che al suo interno erano annotate le biografie di decine e decine di personalità mannare che lungo i secoli avevano turbato i sonni dei più, in Parador e altrove.
La prova delle prove, insomma.

Era quello il momento che, più di ogni altro, una femmina della genia dei Picocca temeva. Addestrate a custodire il segreto, sin dalla culla. Fu anche a costo della vita, che la storia rimase nascosta, remota ad occhi profani, per secoli.

E cosi’, mentre Billy si guardava indietro per verificare che ad Alvino non venissero strane idee, la donna gli passo’ dietro e fece quel che avrebbe scioccato Alvino per tutta la sua esistenza a venire: divenne invisibile.

Semplicemente, come aveva studiato sin da bambina, d’un tratto scomparve.
Era quella la scienza segreta delle donne.

Billy lo gnomo non capi’ esattamente cosa stava accadendo, dava le spalle alla vecchia in quel preciso momento; ma si accorse di un’espressione di immenso stupore che si dipingeva nel volto del ragazzetto.

Si giro’ di scatto, sentendosi minacciato e fece fuoco, colpendo in pieno il ritratto fotografico del dittatore Fulgenzio Villa appeso alla parete. Il quadro piombo’ fragorosamente a terra e schizzo’ in mille schegge.
Poi, al colmo della rabbia, comincio’ a sferzare l’aria con la frusta che serrava nella mano sinistra. Nel tentativo di colpire la donna che nessuno sapeva più dove era.

Alvino era immobile, muto, con una lacrima che gli colava per la guancia, completamente incapace di reagire.

AAAAAHHHHHHHHHHHHHRRRRRRRRRR

Ringhiava Billy lo gnomo mentre faceva a pezzi la sedia a dondolo di Donna Aurelia e gettava per terra, a calci, il tavolo con piatti, brocche e vivande.
Era una furia e a vederlo dall’esterno si sarebbe detto che fosse lui, il lupo mannaro in questione.

Fu mentre tutto questo accadeva che un forcone a tre punte lo penetro’ da parte a parte. E lo sollevo’ da terra con la forza che solo un odio feroce poteva donare a un essere umano.
Bizzarramente Billy lo gnomo non aveva più fiato in corpo adesso, e strabuzzava gli occhi, mentre Astor Lupinu, apparso dietro la tenda, lo sbatteva a terra, fuori dalla grotta, ancora infilzato dal forcone da fieno.

Gliela aveva giurata.

E quando l’urlo lo aveva svegliato, Astor, che pascolava il suo gregge poco distante, a Su Mortoriu, aveva capito che Billy lo gnomo era tornato.
Lo sparo non aveva fatto che confermare; non erano tanti i contadini a disporre di fucili.

E adesso il forcone vibrava, premuto nel corpo dell’ometto. Che sputava sangue e guardava, guardava fisso negli occhi il suo carnefice, Astor il pastore, che giorni prima aveva affrontato e che adesso rideva. E nel fondo degli occhi scruto’ con le ultime forze, come poteva, per vedere se la luce dell’odio era svanita da quegli occhi nerissimi.
E gli sembro’ di morire più tranquillo all’idea che quell’adolescente lo avesse forse perdonato.


Nella grotta Alvino tirava il respiro.
“nonna” disse.
“nonna, dove sei”

E vide due goccie colore rubino cadere per terra, mentre la donna lentamente riappariva ai suoi occhi.

Aveva il volto rovinato e sanguinante. Che la frusta di Billy aveva colpito nel segno.
Ma lei aveva saputo trattenere il dolore.

40 commenti:

igort ha detto...

Andrea Barbieri ha detto:

...poi Bergonzoni, insieme a Ovadia, ha fatto un intervento straordinario, antigalateale, dicendo cose profondo sul libro e su come va trattato e ribadendo che l'arte è fondamentale per vivere.
Ma sono ancora troppo pochi quelli che alzano voci critiche intelligenti verso il sistema. Occorrerebbe più senso di autonomia nelle testoline di tutti mantenendo sempre il discorso oltre le beghe personali.

Ho chiesto cosa significasse questo aggettivo: "antigalateale" e Andrea risponde cosi'...

Insomma, contro il galateo.
Galateo nel senso che le critiche devono alludere ma mai fare nomi, mai essere radicali, mai essere veramente critiche, mai pestare piedi, sempre un po' al taralluccio.

igort ha detto...

Io credo che il quadro non sia molto chiaro.
Credo che si parli del salone del libro di torino e che si alluda a un intervento nel quale Baricco, stroncato da Citati ha fatto polemica.

Baricco sulle pagine di Repubblica scrive cosi': "Al termine di una lunghissima frase in cui si tessono (credo giustamente) elogi a Vassalli, arriva una bella parentesi. Neanche una frase, giusto una parentesi. Dice così: "Che distanza abissale dalla stucchevole e ammiccante epica automobilistica dell'ultimo Baricco!". E voilà. Con tanto di punto esclamativo. "


...

"Potrei dire che non me ne frega niente. Ma non è vero. Mi ferisce poco la gomitata assestata a tradimento, ma mi offende molto il fatto che sia tutto ciò di cui sono capaci".

Fin qui Baricco. che dichiara che i "mandarini della critica italiana" Citati e Ferroni non si prendono neppure la briga di fare una stroncatura, ma in sintesi, ti liquidano con una battuta.

igort ha detto...

"Adesso vi dico cosa avrei dovuto fare, secondo il galateo perverso del mio mondo, invece che scrivere questo articolo. Avrei dovuto stare zitto ...e lasciar passare un po' di tempo.

Poi un giorno, magari facendo un reportage su, che ne so, il Kansas, staccare lì una frasetta tipo "questi rettilinei nella pianura, interminabili e pallosi come un articolo di Citati".

Il mio pubblico avrebbe gradito. Poi, un mesetto dopo, che so, andavo a vedere la finale di baseball negli Stati Uniti, e avrei sicuramente trovato il modo di chiosare, in margine, che lì si beve solo birra analcolica, "triste e inutile come una recensione di Ferroni". Risatine compiacenti. Pari e patta. "


Questo è sempre Baricco. E qui si parla del galateo.
Adesso dicci Daniele, che han detto Ovadia e Bergonzoni?
Tutto questo lo riferisci all'intervento di Boris, se ben comprendo. E si parla dell'utilità della critica, in senso lato. OK?

Doctor Ban ha detto...

@ igort,

scusa caro amico.....andrea,andrea non daniele....che poi magari s'offende....

igort ha detto...

Chiedo venia: Andrea, Daniele Barbieri è un esimio critico. Non c'entra.

andrea barbieri ha detto...

Faccio fatica a riassumere l'intervento di Bergonzoni. Dunque in sostanza ha detto (scritto velocemente e aggiungendo molte parole mie e senza rileggere):
- alla Fiera del Libro proviamo a parlare di qualcosa di diverso da Moccia...
- a volte i morti sono vivi e i vivi sono morti, kafka è vivo e baglioni è morto
- non cerchiamo libri in cui impersonare il protagonista, i libri devo essere "altro", non la copia di noi, non il film di cui essere protagonisti
- l'industria del libro promuove con quasi tutto il suo apparato libri in cui il lettore possa ritrovare i suoi pregiudizi, i best seller vengono scritti in funzione del lettore
- esistono tante cose di cui ci siamo disabituati a parlare, cose importanti
- perché se uno supera i limiti in macchina gli fanno la multa, mentre se un giornalista infila accanto all'articolo di cronaca sul piccolo Tommy (il bambino recentemente rapito e ucciso) un'intervista a Platinette sul paese in cui Tommy è nato, nessuno lo multa: perché si deve per forza ricorrere al personaggio televisivo (e di una tv trash) per avere pareri, non è come avvilire il giornalismo?
- oggi in Italia si dovrebbe parlare di "armi di distrazione di massa" cioè c'è un'industria dello spettacolo che fa di tutto per delegittimare cose che possono far pensare, portano la nostra attenzione continuamente su pettegolezzi, relity show che sono costruiti a tavolino, cose che ci intontiscono insomma
- l'artista deve inventare non fare cronaca, fare il giornalista, questa è la peculiarità dell'artista, quando Sanguineti scrive "Il gatto lupesco" inventa qualcosa che non esisteva prima e che tuttavia riesce a comunicarci qualcosa
- basta con l'esaltazione del potere, il potere non è la potenza, il potere è granitico, chiuso, la potenza è creatività, gioia (qui faceva venire in mente il filosofo Deleuze)
Tutto questo detto tra gag e invenzioni linguistiche.
Ovadia ha detto che i suoi spettacoli sulla carta dovrebbero interessare solo pochi ebrei scampati all'olocausto, invece non è così, se si pensasse in termini di previsioni di mercato il suo lavoro non dovrebbe essere preso in considerazione (questo mi faceva venire in mente Igort quando raccontava che il distributore di Coconino era perplesso sull'idea di fumetto che Igort sentiva invece come giusta).
Però tutto questo discorso non riguardava Baricco e la polemica con Ferroni e Citati (che tra l'altro qualche giorno fa su Repubblica ha citato un libro della Benedetti "Pasolini contro Calvino" rifiutandosi esplicitamente di fare il nome dell'autrice e riassumendolo in modo caricaturale). Credo comunque che Baricco abbia fatto bene a scrivere quell'articolo sul "galateo" editoriale.

ps, vi pare giusto che un neo-appassionato di fumetto si trovi un cognome che appartiene a mezzo mondo fumettistico! la prossima volta Igort mi chiamerà Carlo o addirittura Paola, echeccazz!!!

Doctor Ban ha detto...

@ andrea,
consolati caro omonimo,pensa che igort mi chiama per cognome da circa 35 anni (a parte vari nomignoli,tipo nano ghiacciato,nano siciliano,comissario dolan etc.etc...)......

igort ha detto...

Caro Paola, Carlo, echecazz Barbieri. OK. Hai introdotto il tema. E volevi parlare di critica ma tira le fila del discorso. Cosa pensi?

Vuoi dire che non c'è critica nel fumetto? Vuoi dire che non si pensa alla società? Il galateo di cui parla Baricco è stato infranto numerose volte. I futuristi andavano a prendere a cazzotti i loro critici confutando per l'appunto il galateo.
I vorticisti pure peggio.

Ma oggi trovo che si faccia critica in maniera impressionista e in maniera superficiale. Difficile leggere cose che illuminino.
Cosa mi aspetto da una critica? Una prospettiva di lettura, che cazzo. Una traiettoria alla quale non avevo pensato.

Ma questo, non solo nel fumetto, sembra molto distante.

Bergonzoni dice cose condivisibili. OK; Ma andiamo avanti.
Mi pare che non usciamo da due, tre cosette. Allora, forse ha ragione Senility che il blog è fatto per il cazzeggio?

Doctor Ban ha detto...

a mio parere no,senility non ha ragione.alcune cose sono giuste,come il fatto che leggere lacuni testi,specialmente di una certa corposità,possa essere stancante(vedi chi usa portatili).non trovo che il blog debba ospitare il cazzeggio necessariamente,ci sono luoghi dove si affronta dell'ottima lettura,stimolante e a volte sintetica,altre no.non devo farvi esempi mi pare.credo che il web e di conseguenza i blogs,con tutto quello che ci stà dentro,siano nati con una idea di liertà di espressione quasi totale.

Doctor Ban ha detto...

esperimenti di romanzi a più mani da diverse parti del mondo sono stati effettuati e hanno rafforzato l'idea di confronto fra intelligenze diverse............fumetti sono stati pubblicati e lo sono ogni giorno,anche ad episodi.poi,una persona del suo blog può farci quello che vuole:esternare la propria vita e i suoi desideri nascosti dalla vita reale,inventare,cammuffarsi e chi più ne ha.....

Doctor Ban ha detto...

leggere un romanzo pubblicato in rete non è difficile,basta stamparlo;io faccio così perchè ho difficolta a leggere anche in un 20".il problema non sussiste.c'è solo a chi piace il prodotto e a chi no.
personalmente mi accorgo di crescere sempre un pò di più,legendo poesie di anonimi,racconti di autori affermati,cazzeggi di alcuni irriducibili.noi abbiamo l'arbitrio,libero e possiamo sempre girare pagina.le critiche mi interessano tutte,perchè in ogni modo cresci,anche se,a volte sono coltellate gratuite.il salasso è sempre comodo,cambia il sangue e ti fortifica.

Doctor Ban ha detto...

ma la cosa più importante in fondo,è il confronto.con persone che pensi siano per te importanti e anche con gli sconosciuti.gente virtuale,ma vera dietro quello schermo.ciò ti consente un feedback immediato sul tuo prodotto e ti aiuta a correggere magari il tiro....


bananos prolisso

ausonia ha detto...

spieghiamo prima due cose... perché se uno dice "critica del fumetto", cosa intende?

se è vero che in tv ci sono platinette e report...

e fra i fumetti si trovano le witch e barù...

la critica del fumetto di cosa si deve occupare. di tutto?

o no?

perché almeno in tv sanno che esiste la tv trash. dalle nostre parti sembra ancora che i fumetti siano tutti sullo stesso piano.

ausonia ha detto...

baricco ha ben poco da lamentarsi. non ha niente da dire e lo scrive bene... se un critico lo liquida con una battuta... qual è il problema? è come se un disegnatore marvel avesse l'arroganza di essere trattato da autore solo perché disegna bene...
la cosa buffa è che ho letto tutto di a. baricco. ogni volta con speranza... ma niente. niente di niente. puro intrattenimento radical chic. e le solite quattro invenzioni riproposte venti volte per capitolo.
quasi meglio le witch, a pensarci bene.

ale ha detto...

partendo dalla fine: a me baricco non piace, mi sembra di maniera, a effetto - anzi a effettaccio - anche un po' noioso(non li ho letti tutti però); ma mi è simpatico, credo che sia uno dei pochi che è riuscito a portare in televisione oggetti culturali altrimenti improponibili: che so, mi ricordo che insieme a Vacis un giorno lesse dei brani della Congizione del Dolore di Gadda, o Cattedrale di Carver in tempi non sospetti o De lillo. Insomma. Capisco il suo sfogo: in fin dei conti diventare una barzelletta cui ci si veste per avere consensi facili è abbastanza fastidioso, credo. Baricco rivendica l'esistenza di una critica umana, che dialoghi, anche stroncando.

ale ha detto...

La critica fumettistica, se esiste, è nascosta ai margini o insufficiente o tutte e due le cose. Leggo di fumetti nei posti più impensati, nelle riviste di musica, in XL, in Pulp, nelle riviste femminili, ma sempre in angoli ben chiusi, in trafiletti che informano più di dire. La critica ufficiale - Fumo di China, per dire, o Scuola di Fumetto sono le sole che conosco - non approfondiscono, si riducono a bollettini di uscite. In Italia i libri che escono, sui fumetti, sono pochi e un po' pressapochisti (vi ricordate la polemica di natale scorso contro il libro di Restaino? i pochi libri che mi sembrano meritevoli sono usciti per la Pavesio, e il Little Nemo della Coconino)

Non ne conosco il motivo, io so che se voglio degli strumenti validi per i fumetti devo rivolgermi altrove. Un po' credo sia dato dal ruolo ancora molto marginale dato al fumetto (ma è un serpente che si morde la coda), un po' perché a parte poche eccezioni a dedicarsi di fumetto sono soprattutto appassionati, un po' perché non esiste un luogo in cui dibattere - ma dibattere sul serio, ferocemente, dove proporre visioni chiare del fumetto..

ale ha detto...

Un po' è anche il riflesso della critica letteraria: scomparsa completamente dai giornali, o poco presente se non nelle forme del caso editoriale; oppure relegata nelle università, ma solo ai livelli più alti (perché nei nuovi corsi triennali è impossibilie l'approfondimento) dove diventa un linguaggio chiuso, senza sbocco ed esoterico. Non so bene come si sia arrivati qui. Sono sconcertato dal fatto che per il dottorato devo leggere un sacco di cose che non hanno senso, nè utilità alcuna, aride, stupide, non raramente autistiche. A me sembra veramente che il luogo più vivace dove stare sia proprio questo, i blog, le riviste online, spesso frequentati da gente preparatissima che si mette in gioco senza troppi veli.

scusate la lunghezza
alessandro (che, come si dice qui, si "infogona" per questi argomenti)

ale ha detto...

p.s. mi spiace che sia morto lo gnomo, era un bel personaggio!

Anonimo ha detto...

interessante,
mi piacerebbe leggere l'opinione di perec,
chi devo pregare?
....perec ?

un leggitore

andrea barbieri ha detto...

Anch'io vorrei una critica che offre prospettive di lettura, ma va bene anche la critica "impressionista" se sono impressioni che aprono prospettive nuove: mi vanno bene le illuminazioni, le intuizioni, le esplosioni, per esempio mi piace la critica forse "romantica" di Moresco ma alla fine così scorticante, imprevista. Eppure tutto questo almeno nel campo della letteratura è utopia: in Italia uno dei critici più ascoltati e in grado di muovere enormi volumi di vendite si chiama D'Orrico. Questa persona si vanta di recensire libri usando venticinque parole, sostiene che Kafka, Joyce, Musil, Céline, Gadda siano ormai roba superata, osanna Faletti come grande genio ecc ecc. Prendo D'Orrico come esempio sia perché di piccoli d'orrichi siamo pieni, sia perché pochissimi scrittori e critici seri - roba da dita di una mano - si sono permessi (perché poi si paga eh) di esternare il vorticismo di scatole che non può non affliggere un lettore sensibile nel leggere certe fesserie, certe mancanze di prospettiva, certe visioni stolide della letteratura al servizio del mercato più becero.
Sia chiaro io non voglio dire che il critico se lo ritiene giusto non può stroncare, per carità, ma la stroncatira deve essere esercizio critico, non prova di potere, magari nascosto nella frecciatina. Questo mi aspetto da un paese culturalmente civile.
Per questo sentire una voce chiara come quella di Bergonzoni mi ha commosso. Mi commuove e ammiro il combattente che va dritto per la sua strada artistica senza compiacere il criticastro o l'industria editoriale.

La critica nel fumetto è a uno stadio larvale, del resto il fumetto ha fatto da poco un ingresso timidissimo sulle pagine culturali. Ne parlano spesso scrittori e giornalisti ma non veri e propri mediatori del mondo del fumetto (per esempio avete mai letto il bravissimo Daniele Barbieri su qualche pagina culturale di quotidiano nazionale?). Quindi i problemi sono: poco spazio e poca conoscenza della cosa (anche se ci sono scrittori che sono ottimi recensori). Tempo fa un bravissimo scrittore aveva chiesto di recensire fumetti negli stessi spazi dei libri, ma il direttore si era opposto: al fumetto vanno i boxettini a schiera piccini in fondo alla pagina!
Io mi chiedo, è possibile che prodotti come per esempio "Re Bianco" non possono avere l'attenzione e lo spazio che si meritano: forse non esistono persone che possono appassionarsi e amare questo tipo di scrittura disegnata? Ma suvvia...

Per quanto riguarda i blog, che siano posti da cazzeggio o preziosissime galassie informative, dipende solo dai frequentatori. Molte cose che conosco e percorsi fatti dipendono dalla rete. I fumetti per esempio li ho scoperti grazie al Ponchio nel vecchio forum di Maltesenarrazioni, tanto per dirne una.

igort ha detto...

Posso spezzare una lancia a favore di Baricco? (E questo stupirà i miei amici). Non lo consco bene, ma incuriosito dal film di Tornatore ho letto 900. E' buono. Mipiacciono diverse cose. E' cortissimo, un epopea cortissima, e questo per me è una cosa stilosa. E ha una scrittura molto buona e dei personaggi che rimangono. Lo spirito è quello di Baricco, quello che abbiamo visto anche in TV. A me piace.

Non ho letto altri suoi libri ma l'ho frequentato spesso in altre sedi (tv, radio, teatro).
Io credo che a molti stia sulle balle per ragioni extra letterarie.

igort ha detto...

Perec è a far torte. Ma arriva prima o poi.

Oggi apre il suo fan club, si accettano sottoscrizioni.

igort ha detto...

Per Brekane

OK, grazie per le parole di commiato a Billy lo gnomo. Apprezzerà, ne sono certo.

Adesso è di scena Vladymir Andrey Rostropovitch.

andrea barbieri ha detto...

Off topic vi chiedo un favore, una mia amica che insegna in un liceo di Torino ha uno studente che vorrebbe disegnare fumetti e chiede se esiste una scuola per imparare, magari da poter frequentare insieme all'università. Io non ne ho idea, so che esistono delle scuole per disegnatori ma quali sono le migliori?
Per non intasare il blog la mia mail è titonco@hotmail.com
Dènghiu

Doctor Ban ha detto...

sottoscrivo per il fan club di perec.....dove devo versare?pago in cibo ovviamente,nella fattispecie in questo istante,cavolo soffocato alla maniera di mia nonna..


bananos gastronomo

senility ha detto...

non credo che il blog sia luogo di cazzeggio per definizione, ma sono sicuro che il limite della comunicazione via blog sia evidente:
lo stile della scrittura usato comunemente è quello dalla discussione, umorale, a volte gergale; mancano però tutti gli elementi tipici del rapporto diretto, fisico, della discussione.

a mio parere conoscere direttamente l'interlocutore è spesso/sempre fondamentale.

per quanto riguarda la critica:

servirebbero critici capaci di considerazioni tecniche e di trasporto sentimentale.
completamente liberi di qualsiasi timore reverenziale, scevro di pericolose vicinanze lavorative...

vorrei poter leggere un Lester Bangs dei fumetti.
(anzi, con tutta la mia demenzialsuperbia, mi piacerebbe tanto esserlo)

Doctor Ban ha detto...

@ julia,

sono contento che la mia visione non ti lasci completamente indifferente.è giusto ciò che tu anteponi alla mia interpretazione e voglio rispondere con un piccolo aneddoto:
tempo fa scrivetti un plot per un racconto a fumetti.lo diedi in visione ad un amico già professionista del settore.a me, parve che avesse il giusto climax per il tipo di collocazione temporale nel quale era ambientato;i personaggi avevano spessore e tutto il resto.il mio amico al tempo mi disse-"stampalo e raduna qualche amico,fallo leggere a loro e senti cosa ti dicono:solo così puoi avere un idea se il racconto è buono e raccogliere così le loro impressioni di fruitori e capire se la cosa possa andare bene o no."-

Doctor Ban ha detto...

Oltre questo ,quale mezzo ti permette di ottenere lo stesso risultato se non una connessione con il mondo virtuale?sei a contatto ogni giorno se solo lo desideri con centinaia di persone, che potranno esprimere la loro opinione in brevissimo tempo e senza aspettare le critiche dell'intelletuale di turno.se devo essere sincero del critico mi importa poco:la storia è piena di artisti che a discapito degli illuminati hanno avuto successo.

Doctor Ban ha detto...

insomma io, se scrivo e disegno non lo faccio per avere la recensione dal miglior critico di turno,ma per avere il feedback della gente che fruisce di questo media che è lo storytelling.tu obbietterai(scusa se mi permetto)che senza una critica adeguata,non avrai mai il feedback.non lo trovo esatto.uno dei grandi mali del fumetto (la letteratura romanzata gode almeno del supporto pubblicitario)e paradossalmente unoa delle sue virtù;è che la gente va in fumetteria o in librerie di varia a cercarlo,per vedere cosa c'è di nuovo.per quanto riguarda il confronto reale poi,puoi sempre farlo,ma raggiungi un limitato numero di persone:a meno che tu non pubblichi regolarmente,e allora alle varie manifestazioni avrai il più alto numero di lettori possibili con cui confrontarti e capire se loro hanno preso il tuo racconto "per le corna".

ale ha detto...

@Bananos

be' è vero che chi scrive/disegna lo fa per il pubblico - i fruitori finali. In teoria, ma mi rendo conto che spesso non è così, il critico dovrebbe essere semplicemente questo: un fruitore non diverso dagli altri se non per gli strumenti che gli permettono di esplicitare ciò che nei fruitori normali rimane inespresso.

In più, chi critica dovrebbe fare due cose fondamentali: cercare di porre questioni più ampie su cui riflettere assieme - critica e autori - e portare alla luce i lavori sommersi che a suo parere, cioè nella sua visione delle cose, sono più meritevoli.

non si tratta solo e sempre di dare un giudizio, anzi. Sono convinto che per essere utilie chi critica si debba occupare di ciò che gli piace, non di ciò che trova irritante (se non, al massimo, per cercare di capire perché piaccia tanto agli altri, cioè a che bisogno del pubblico risponda)...

ehm... ho detto scemenze?

senility ha detto...

a mio parere non basta il riscontro del pubblico, mi piacerebbe anche poter leggere l'apporto di una persona con competenze tecniche, con una profonda conoscenza dell'opera di ogni autore, possibilmente nella sua completezza, che sappia collocare un lavoro nella giusta prospettiva storica e di evoluzione del media.

se io domani pubblico una storia di un marinaio che durante gli inizi del novecento vive avventure romantiche, sempre sul filo della realtà militare della prima guerra mondiale e esoterismi delle sette iniziatiche, può anche essere un buon prodotto.
il ragazzino se lo può leggere con gusto e apprezzarmi.
il critico deve dire al ragazzino: va bene, è un buon prodotto, ma va a leggere anche corto maltese, che è arrivato trent'anni prima.

la critica dovrebbe servire più ai lettori, che agli autori.

senility ha detto...

ecco, bravo brekane, direi che stavamo scrivendo cose molto simili contemporaneamente...

perec ha detto...

i critici mi piacciono con moderazione. non mi piace molto quando parlano di bene di qualcosa che ho fatto, vorrei ne parlassero per una riga, non per una cartella. l'asticella, altrimenti, si abbassa troppo e per passare sotto dovrò farmi una schiena di gomma. comunque, li ascolto, li leggo, cerco di capirli tutti. qualcuno ha evidentemente visto, e amato il programma. altri hanno fatto zapping o se lo sono fatti raccontare. a volte, godo della stroncatura di un tale che non mi piace per niente. o di un critico che scrive su un giornale che non leggo. resto convinta che, a meno che non si tratti di dovere professionale, tanta gente che non gradisce un'espressione artistica, un reportage, un quadro o un libro, possa serenamente girarsi dall'altra parte. non stronco i libri che non mi piacciono, mi limito a non parlarne. fin qui, faccenda personale.
il critico esprime un parere, complesso. estestico, contenutistico, di metodo... è un parere squisitamente personale, legato alla propria percezione, e come tale andrebbe inteso. anche chi prende sul serio le sparate di un critico, dovrebbe potersi permettere di essere curioso di verificare di persona. trattasi di opinione, non di dogma. non è che non vado a una mostra solo perché me la stroncano, ci vado, magari con un pregiudizio, e sono disponibile a rivederlo. ma chi sono i critici? nel caso di bangs (e secondo un parere autorevole... "bangs chiede al lettore di essere disposto ad accettare il fatto che il miglior scrittore americano sapesse scrivere quasi esclusivamente recensioni di dischi") trattasi di persona talentuosa, che ha solo scelto un modo per esprimere il suo talento. uno dei tanti. in italia, invece, spesso i critici sono persone stressate, che non avendo avuto successo, hanno trovato il modo di farla pagare agli altri. o, peggio, mestieranti. spesso, in italia, la stroncatura è solo una dichiarazione di appartenenza ad una lobby, è una presa di posizione più che personale, è già scritta prima ancora di vedere, ascoltare, leggere. ne ho esempi clamorosi. il critico dovrebbe essere una persona innamorata della materia, uno che la conosce maledettamente bene e la ama così tanto da volerla vedere sempre migliore. capita questo? voi leggete cose di questo tipo? io no. vedo giornalisti che diventano personaggi da fumetto, che stanno ad ogni singola cena di ogni singola arte, performance, uscita letteraria, premio. baciano a destra e a manca, mangiano a quattro palmenti, vendono la loro obiettività un tanto ad invito, a gettone di presenza. certo che poi romanzo criminale è un capolavoro inarrivabile. certo che l'ultimo benigni è stato semplicemente frainteso. "vero che il prossimo strega lo decidiamo da babington's?"
manca la cultura. in maniera spaventosa. manca la voglia di vedere. quanta di questa gente va a vedere nuovi artisti non sponsorizzati da qualche tenutaria di salotto? quanti di loro sanno davvero cosa accade negli altri paesi? quanti di loro leggono veramente e scrivono senza negri?
non credo che il problema riguardi solo il fumetto. io stessa ignoravo quante stramaledette declinazioni, tipologie, declinazioni ha il fumetto. ma chi ne parla? non faccio che leggere fumetti, ultimamente. mi accorgo di somiglianze, di sfumature, di scuole. ma ci metterò anni per capire veramente qualcosa. per amarli. per esserci così dentro da poter dire: ehy, quel tipo lì sta dicendo una cosa nuova. perché non se lo fila nessuno? oppure: questa cosa è una pena, non porta da nessuna parte, anzi... la prossima volta che farò intrattenimento, probabilmente pescherò a mani basse da questo tipo di narrazione. perché mi sarà piaciuta così tanto che vorrò che la gente che guarda ci provi. faccia un passo in più. scopra qualcosa che non sa.
la televisione è un elettrodomestico, come la lavatrice e il frullatore. molta gente che si lamenta dei programmi per bambini, invece, la usa come baby sitter. la televisione ha un interrutore. on. off. chi pensate che li faccia i palinsesti? i pubblicitari. sacrosanta verità, fra le mille stronzate sentite ultimamente per via delle mie inchieste. perché io lavoro con 8 persone (compresi i cameramen) e non ho una redazione e alla vita in diretta sono in 80? perché chi guarda la televisione, guarda loro. chi la guarda la televisione? chi li compra i giornali? chi compra chi? novella 2000 tira così tanto perché ci sono3 parrucchieri per abitante, davvero? tutti gli editori fanno scouting? tutti gli editori sostengono i loro libri, i loro autori, la loro linea editoriale? nicola la gioia, autore di minimum e di einaudi, mi dice che einaudi sostiene il suo libro per 10 giorni al massimo. e mi prega, di solito, di invitare autori giovani "non sai quanti ne conosco". a preghiera, segue lista. a lista, segue chiacchierata di ore, su chi, su cosa, su quali novità.
baricco è un signore interessante che da un po' di tempo si è seduto. alla prima piaga da decubito, si romperà le palle e ci farà leggere qualcosa di buono, si spera. anche baricco è stato un buon critico, ai tempi di totem, di pickwick. non era forse da critico il suo modo di presentare i libri? le storie? il suo modo di criticare era recensione. pericolosamente vicino a bangs... per amore della materia, linguaggio innovativo, creatività del contesto.

moni ovadia è un uomo straordinario. un cantastorie, un affabulatore. lamenta, come tanti, che poca gente vada a teatro. tutti a casa con l'elettrodomestico acceso? bergonzoni odia la tv. la odia così tanto che si rifiuta di venirci, lo so eprché gliel'ho chiesto più di una volta, anche tentando di barare e di fargli fare charity. non ci viene. bravo. coerente. certo chee riesce a mettere insieme un pensiero, un'opinione, un'idea. non si vende. lo fanno in tanti? gli autori della talpa 8occhi di bue compresi) sono gli stessi delle megaserate sui beatles di qualche anno fa. dei concertoni con david zard dei tempi migliori. da quando i palinsesti non li fanno i direttori di rete, hanno anche loro da pagare le bollette.

i miei auguri, senility. che tu ami quel che leggi così tanto da volerlo far crescere. da comprenderlo davvero, sempre di più, sempre più profondamente. anche quando ti si presenta leggermente diverso da quel che sei abituato a vedere. (parlo di argento, chiaramente) fa' in modo che quel che leggi ti sporchi, bangs aveva lo stesso odore di marley, mi dicono.

non c'è un fan club, ma questo posto è casa di un matto. che fa parlare i matti, come me. appunto. e mi scuso, col padrone di casa, per l'enfasi. mai invitare un romagnolo...

senility ha detto...

...wow...

Doctor Ban ha detto...

@ senility,
come fai ad aveere un rapporto diretto con i tuoi lettori(a meno che non siano 5/10 max 20),?devi per forza aspettare(scusate la ripetizione) il feedback,che sia di mercato o di critica,non trovi?chi meglio di uno strumento che ti dia immediatamente la possibilità di interloquire con i tuoi lettori?

@ julia (o Brekane).
in parte sono daccordo con te:mi sono occupato in passato di un portale,dove avendo una rubrica sul fumetto d'autore,parlavo di ciò che mi piaceva,cercando i percorsi che mi avevano portato a farmi innamorare di questo o di quello.non parlavo mai delle cose che non mi interessavano perchè non consoni con il mio gusto o con la mia visione di storytelling.non avrebbe avuto senso.
i miei lettori in una qualche alchimia,aspettavano che parlassi loro delle cose che a loro sarebbero piaciute.si era creata una piccola magia che è andata avanti per quasi 6 anni.non sono mai voluto essere un critico(non ne avrei le capacità)ma un estimatore si,e ho fatto in modo che le mie scelte lavorassero per me:loro cercavano per me la gente pronta a recepire questo o quel prodotto/racconto.in ogni caso credo che i critici servano e anche molto.l'importante è che la critica su qualsiasi opera non sia il frutto di qualcuno che cerca nella esternazione della critica stessa un trampolino per trovarsi proiettato nel televisore o nel giornale che milioni di persone vedono/comprano giornalmente solo per esserci.....e gli esempi nono molti.

Anonimo ha detto...

...applausi,applausi,applausi

Anonimo ha detto...

...applausi,applausi,applausi

andrea barbieri ha detto...

Lagioia stesso ha fatto il "negro", la sua esperienza è finita in "Occidente per principianti".
Per il resto, ah ah, sono romagnolo anch'io, siamo tremendi! :-)

Anonimo ha detto...

...e ancora...

igort ha detto...

Cosa dire ragazzi? Lo diciamo nel prossimo post. Grazie. E continua... la discussione comincia a interessarmi.