31 dicembre 2008

25 dicembre 2008

Dnepro 25



Storia di Natale.
Ielena ha probabilmente un fibroma all'utero. La si deve operare. Il medico, il piccolo dottor Fischer, le ha chiesto subito di pagare duemila grivnas (circa duecento euro) per il ricovero, i bisturi, le garze, il cotone, le siringhe, gli aghi, l'anestetico, le flebo ecc. Poi, datyo che Ielena è dei villaggi ha chiesto che lei e suo marito portassero anche della carne, anatra per la precisione, ma anche tacchino o pollo. E uova, già che c'erano, e latte.
Io ho domandato se era normale e mi hanno spiegato che in Ucraina non c'è mutua.

Si parlava anche della degenza post operatora. "Sanatorii sanatorii" dicevano, e ho capito che anche questo doveva essere pagato, costo a parte, in un'altra struttura lontana, in Crimea. Al telefono si contrattava il numero di giorni necessari.

Qui tutto sembra molto crudele, se ti ammali e hai bisogno dell'ospedale, meglio non essere povero in canna, altrimenti sono guai seri.
Quando G. ha chiesto al dottor Fischer come mai sua madre avesse dovuto essere operata entro il giorno dopo, se lui non aveva neppure visto le analisi, questi ha farfugliato qualcosa, poi intuendo che poteva andare incontro a guai ha cambiato versione. Si fanno altre analisi e poi si decide se e quando operarla.

Ci sono certe anatre, a Gorkava, regione di Akimovskii, che hanno tirato un sospiro di sollievo.

20 dicembre 2008

Dnepro 24


C'è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore.
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.
Così come non credo che si viaggi per tornare.
L'uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perchè, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Da sè stessi non si può fuggire.
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio.
Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza.
In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico.
Ovunque vada è la propria anima che sta cercando.
Per questo l'uomo deve poter viaggiare.

ANDREY TARKOVSKY

17 dicembre 2008

Dnepro 23


La passione per i corridoi, le carte, le cose complicate. Stando a est si capisce Kafka. Le cose che per noi sono abiti culturali si concretizzano, sposano la vita, se così si può dire. Capisco Kafka e il costruttivismo. Gli spazi enormi con cui giocare disegnando geometrie. Faccio foto per i visti, cerco agenzie per i biglietti. E una cosa semplicissima si trasforma in un labirinto di sorrisi di circostanza. "Non si può fare. Non c'è il terminale". E immagino di dover pagare con centinaia di banconote, viaggiando da una parte all'altra della città con valigette piene di danaro che poi vale pochissimo. Ai tempi della guerra qui si pagava in milioni. Un milione costava lo zucchero, due milioni l'olio di girasole. Erano tutti ricchissimi di fame e disperazione.

16 dicembre 2008

Dnepro 22


Ieri dopo una corsa per mezza città sono entrato in un computer world (che è world si fa per dire) e avendo finalmente trovato un set di cartucce per la stampante mi avvicinavo al bancone per firmare la ricevuta della carta di credito. Di fianco a me c'era un cliente, con le braccia conserte, abbracciava qualcosa, un ferro. L'ho guardato meglio, era un kalashnikov. Come mi sono mosso mi ha bloccato e detto "one moment" impedendomi di andare a firmare. Un gesto, il suo, del tutto privo di senso. Ho capito che non era un cliente ma uno della security.
Allora è giunta la signorina che mi ha fatto firmare.
Comprare una cosa per la stampante si trasforma in una minaccia alla tua vita, così, in 4 e 4 = 8.
A una vendita sottocosto di abiti firmati un uomo della security ha fermato una donna e due ragazze vestite senza sfarzo e ha loro impedito di entrare. "cosa ci fate? Sono cose per ricchi quelle". L'arroganza degli uomini piccoli che fanno il bello e il cattivo tempo solo perché armati.
Le tre donne sono andate via. Marina Timafiena, la donna, ha detto, con la dignità del suo buon senso, che l'uomo non aveva alcun diritto di fare quello che faceva.
Giorni dopo, da sola, è entrata in quel negozio, ha comprato uno scialle.
Uscendo si è fermata dall'uomo della security per dire lui quello che aveva in animo."lei non può trattare a quel modo le persone". Lo guardava fisso negli occhi.
E si è vergognata per lui, perché non arrossiva neppure.

4 dicembre 2008

temporale estivo


G. mi racconta di una donna che anni fa, era estate, è stata colta di sorpresa da un acquazzone, nella città di Energodar, dove c'è una centrale atomica. Tornata a casa ha fatto la doccia e si è messa a fare le sue faccende domestiche. Poi è andata a letto. Si è svegliata ed era calva. I suoi capelli sul cuscino. Aveva trent'anni. I dottori dicono che era la roba che stava nell'aria, dispersa dalla centrale, e che con la pioggia ha fatto reazione.
G. non sa se è ancora viva.

Le persone di città come Energodar o Cernobyl hanno divieto di parlare di quello che succede da loro.

3 dicembre 2008

il tempo fermo


Colpisce molto quello che dite. Il fatto che un artista possa attraversare le generazioni, possa accompagnarci per un lungo tratto del nostro cammino. Io, che sono più stagionato di voi, lo ascoltavo alla radio, era Fiorella Gentile che lo trasmetteva, da Popoff, radio due, alla notte. Ed erano i primi anni settanta. Prima della svolta "pop". Che all'epoca scioccò e che oggi non pare neppure più una svolta. Era solo la constatazione, ovvia, che la stagione del progressive era finita. Fine delle sbrodolate sonore, del perdersi nei suoni e nei ritmi e inizio di una nuova sintesi. Banale avvicendamento. L'era del cinghiale bianco, con le sue divisioni dispari era una canzone, evocativa come sulle corde di aries e misteriosa cone niente sino ad allora. La si ascoltava nei juke box e faceva molto effetto se paragonata alle cose che andavano all'epoca (sto parlando del 1979). Ecco, credo che Battiato abbia segnato un non tempo. Definito una sorta di assoluto, mentre le mode passano e le musiche cambiano.

2 dicembre 2008

prospekt Nevsky


Anassimene di Mileto, figlio di Euristrato, scriveva:

Come la nostra anima, che è aria, ci tiene insieme, così l’aria e il vento abbracciano tutto il mondo.

Nostalgia di ascoltare Patriots di Battiato. Mi piace questo disco, anche se imperfetto mi ricorda tante cose, Anche l'igor infelice del 1980, con le sue tachicardie e la paura di non farcela.
Avevo la pubblicità di Patriots su cartoncino formato long playing appesa alle pareti di via Saffi. Mi pareva una grafica bellissima. Il gusto della scritta a pennello su sfondo turchese.
Si aprivano finestre estetiche altre.
Ricordo una foto di battiato con il colbacco: il Battiato tropicale che era andato a est.
Con le sue canzoni salgariane (Battiato che parla di San Pietroburgo mischiando scene tipicamente siciliane dei suoi ricordi) mi ha insegnato tanto. Mi ha influenzato tanto. Quasi trent'anni, quella foto aprì un mondo. E una storia vecchia mia: Sinfonia a Bombay, deve molto a questa foto, a queste musiche. Ed è una storia incompiuta, sbagliata, bambina.

Strana cosa ascoltare questo disco qui, ora. Con i suoni che si mischiano alle voci delle scale, che parlano in russo e ucraino.