23 gennaio 2009

Mosca, Anton e gli altri


Io e Anton Pavolovich abbiamo tante cose da dirci, da anni. Lo vengo a trovare qui, nella Mosca che lo ha accolto per sempre, che lo ha visto ritornare dalla Germania, ucciso dalla tubercolosi a 44 anni, in un treno di ostriche fresche. Una cosa lievemente ridicola, come nei suoi racconti. Cechov è un pezzo della mia vita, qualcun'altro si ricorda di lui e della sua moglie attrice, Olga Knipper Cechova, sepolta di fianco. Ci sono delle rose e qualche orchidea gelata. E un'aria di tempo fermo. Eterno. Ci parliamo, nella neve di questo inverno quasi temperato. Meno sette. Poco distante da lui Gogol, grande anima, grande spirito, che sorride sornione.

16 gennaio 2009

Nevsky 1



San Pietroburgo, bella e malinconica. Faccio incontri e parlo del passato. Sento il dolore di questa città, trovo tracce del suo assedio a opera di Hitler. La fame, eternamente presente. Si respira un'atmosfera meno disperata rispetto all'Ucraina. Ma non meno rassegnata a una vita difficile.
I colori polverosi dei palazzi costruiti nel 700 e 800 dagli architetti italiani sono meravigliosi.Francesco Bartolomeo Rastrelli che fu chiamato a corte da Pietro il grande per disegnare questa città sorta dal nulla. E diede il la a tutti, che lo seguirono, molti dei quali italiani. Antonio Rinaldi, vanvitelliano, poi Giacomo Quarenghi, che per arrivare a Pietroburgo impiegò da Lubecca, dieci giorni di navigazione a causa del vento contrario.Questa città è una danza di forme e linee rette. che anticamente erano dettate dalle esigenze dei canali per la navigazione, molti dei quali oggi chiusi (questo svela il mistero dei numeri delle vie che prese da sud hanno un numero e prese da nord un'altro).
I codici marinari sembrano presenti come una rete, sotto il tessuto delicato di questa città sterminata. 5 milioni di abitanti, tagliata dal fiume Neva che adesso è gelato completamente eccetto una riga centrale che si usa per la navigazione. Guardo come un bambino quello che il ghiaccio è stato capace di disegnare, onde del fiume sospese, glassate, come se il tempo si fosse fermato. Questa la sensazione ovunque.
In Nevsky Prospekt, ai piedi del palazzo Singer, la libreria più grande della città. Con un'atmosfera d'altri tempi. Le sedie e i tavolini per leggere, consultare i libri, studiarli bene prima di un acquisto che qui la cultura è ancora per fortuna indispensabile, ma costa.

1 gennaio 2009

Riconoscere il talento


Un esempio nobile di amore per il talento degli altri, di chi ti nutre e insegna a guardare.

Parajanov 6



Parajanov, arrestato nel 1974, viene condannato a 5 anni di insolamento nei campi di lavoro sovietici con le accuse grottesche di "commercio di oggetti d'arte, instigazione all'omossessualità, istigazione al suicidio, commercio al mercato nero". Si punisce il non rispetto delle regole del cosidetto realismo socialista.

"dare forma plastica ai pensieri", questo il suo credo.
Prima di un esame alla scuola del cinema, frequentata in Ucraina, Savchenko, suo mentore, chiede di "disegnare quello che viene in mente".

Sarà proprio il disegno a salvarlo negli anni difficili della prigionia, quando in ballo è la sua identità di artista e uomo.

Frattanto in occidente, grazie anche all'interessamento diretto del suo amico Andrei Tarkovsky, si mobilitano intellettuali e artisti, Tonino Guerra, Federico Fellini, Alberto Moravia in Italia ma anche Luis Aragon, Elsa Troilet, l'amico americano Herbert Marshall, John Updike.
Dopo 4 anni e 10 giorni, in anticipo sulla scadenza della pena, riacquista la libertà. Ma dovrà aspettare il 1984 per rimettere piede in uno studio cinematografico. (15 anni di calvario). Nel frattempo le storie dei carcerati recidivi diventano sceneggiature e romanzi, nella sua fantasia.
Dirà: "Ho cento romanzi e 6 sceneggiature pronte a essere filmate".

Sono l'uomo la cui vita e anima sono tortura, dice parafrasando il poeta armeno Sayat Nova.

Parajanov 5

Parajanov 4

Parajanov 3

Parajanov 2

Parajanov 1


Scoprire e riconoscere. Sergei Parajanov.