30 novembre 2008

abitare le stanze 2


Discernimento. Sapere quando attendere al varco un'idea. Prederla in esame, scartarla se occorre. Distinguere i passi falsi da quelli veri, senza fretta.

abitare le stanze


Abitare le stanze del racconto, le proprie. Muoversi a proprio agio. Comprendere regole e dinamiche, il "dove voglio andare". Pulire le idee, ordinarle per poi metterle in fila. Seguire il flusso, assecondandolo nella sua natura. Stare all'ascolto. Esiste una naturalità del narrare, che se ascoltata parla. Evitare sovrapposizioni di un ego ingombrante e fuoriluogo. Non ascoltare le sirene esterne. Seguire esclusivamente la regola di "causa effetto". Non sbrodolare, non strafare. Pensare all'essenziale. Capire dove ho i piedi. Concepire il narrare come nomadismo. Mai stazionare sulla stessa cella per troppo. Poi chiudere le porte, per evitare che gli spifferi di altre suggestioni portino dispersione. Sapere usare il tempo. Dosare. Attendere. Correre quando serve. Sapere passeggiare.

24 novembre 2008

mocca 2



La serata si è svolta con una strana e calma intensità. Museo popolato, le persone sedute per terra ad ascoltare questi sconosciuti che eravamo noi europei parlare del modo di fare, di come concepiamo una storia. Audience attenta e colta. Un professore di Yale mi parla del futurismo, un graphic designer argentino trapiantato mi chiede cosa penso della nuova stagione del fumetto. Alle pareti una mostra molto bella di Kim Deitch. Io stesso lo vorrei pubblicare in italia il suo Boulevard of broken dreams. Storia poetica e sgangherata sull'epopea dei cartoons.
Mi preparo a partire per l'Ucraina e la Russia. Che mi accoglieranno per tutto l'inverno. E tutto da qui sembra così lontano.

20 novembre 2008

mocca


Al Mocca stasera, incontro con il pubblico newyorkese.

croniche americhe 3



Discorsi a tavola con David B e poi con Mazzucchelli. (qui nella foto con Max) a proposito della necessità di portare il fumetto fuori dal ghetto. Lasciarlo essere un linguaggio, parte della contemporaneità.

La mostra all'istituto di cultura francese diventa l'occasione per parlare con autori che non vedo da molto, e conoscerne degli altri. Qui sono riuniti i due autori cechi Jaromír 99, e Jaroslav Rudiš e Nicolas De Crecy

croniche americhe 2


A pranzo con Mauro e Silvia si chiacchiera di cosa stiamo facendo. Anche lui ha appena terminato un romanzo che presto uscirà. Anche lui viene da altri linguaggi. E' un musicista che ammiro, ha fondato la PFM e poi si è messo a fare da solo, con autori che amo molto come De Andrè. E' sua la musica di "le nuvole", che è uno dei miei album preferiti.
Scopro che vogliono andare a Ellis Island. "ne stavo parlando proprio ieri con Ilaria e David, anche io vorrei andarci". Così facciamo una corsa attraversando Manhattan verso sud, fin sotto Broadway per raggiungere l'imbarcadero. Arriviamo cinque minuti troppo tardi. L'ultima corsa è alle 15 e 30.
Delusi passeggiamo per il porto. il vento sferza. Meno due gradi. Per il resto Mauro mi racconta di come ha lavorato con Fabrizo, delle difficoltà e delle cose meravigliose che questo significava. Di come lavora con Vinicio. Scopro che su certe cose che mi sono piaciute molto (Brucia Troia, per esempio) ci ha meso le mani anche lui. Facciamo bivacco a uno Starbucks Coffee perché il freddo è forte. Poi corro in Taxi verso la ventitreesima. Devo raggiungere i miei amici del fumetto.
Arrivo alla school of visual art trafelato. Il traffico delle 5 è a passo d'uomo. Entro in una sala, sorta di auditorium, piena di giovani autori. Saranno quasi trecento persone. Si respira un'aria allegra. Questa scuola fu fondata da Burne Hogarth e ci insegnarono poi, dopo gli anni 40, Eisner e Kurtzman. Oggi Mazzucchelli, Jessica Abel e Matt Madden.
Si comincia, E David Mazzucchelli presenta ognuno di noi.
(da sinistra a destra: Mazzucchelli, David B., De Crecy, Max)
Poi si chiacchiera come tra amici. E partono le domande degli studenti. Vogliono capire come lavoriamo, se disegnamo le tavole a coppie o da sole. Se pensiamo l'intera storia, se abbiamo avuto mai problemi di censura. Come misurarsi con le proprie influenze. E' un parlare tenero e curioso, diverso da quello europeo. Qui si sente la grande tradizione del fumetto pop ma anche dello sguardo personale e tipicamente indie.

Poi vengono a chiedere la dedica, sui libri e sui poster. Mi dicono che nel film Romanos una signorina legge dei fumetti e ha per le mani Baobab. Jessica mi dice che dovrei chiedere i diritti, Ma non credo che me ne occuperò. Ho delle cose da fare. Prima di tutto mettermi a disegnare.

19 novembre 2008

croniche americhe

(david B e David Mazzucchelli)

David Mazzucchelli non lo vedo da anni, ma è come suo solito generoso e affettuoso. Prima di introdurre il mio lavoro, all'istituro italiano di cultura, mi mostra le pagine del suo nuovo libro. Tanto atteso, per dieci anni. L'emozione è forte perché questo libro si annuncia come un capolavoro. Un racconto di oltre 400 pagine elaborato con una precisione di sguardo incredibile. La mia impressione è quella che avevo davanti a certe cose di Carmelo Bene. Sembrava che stesse inventando il linguaggio del teatro lì per lì.
Osservo con attenzione mentre David mi parla. Mi sento bene quando vedo un'opera di genio. Mi fa star bene il talento.
Poi c'è l'incontro, curato da Renata Sperandio, che sta facendo davvero molto per la cultura del nostro paese qui in America ( e non parlo solo di graphic novel) e David appunto. Si parla in maniera rilassata: si racconta di cosa è il fumetto in Italia, come sta cambiano, cosa erano gli anni 80. In sala sono presenti anche altri autori, francesi, come David B. e Nicholas De Crecy. Lettori di tutte le età e giornalisti.
Al piano di sotto c'è la mia personale. Una stanza tutta bianca con due poltrone bianche anche esse e le tavoline ad acquarello di Baobab che galleggiano in questo spazio soffice.

Il giorno dopo c'è l'inagurazione dell'altra mostra: In cui oltre alle tavole di Baobab ci sono quelle di Max, di David B., Nicholas De Crecy, Isabelle Kreitz, Jaromír 99, e Jaroslav Rudiš. Questo all'istituto di cultura francese.
Molto pubblico presente. Si parla tutte le lingue. La mostra è frequentata da tanti che il fumetto di solito non lo seguono, non lo leggono. Sembra sorto un interesse nuovo.
L'America è questo anche, uno spirito bambino, genuinamente curioso. Se una cosa funziona funziona senza pregiudizi.

(continua)

18 novembre 2008

morandi


Morandi viene percepito come un monaco dagli americani.
Un monaco europeo, che seguiva la sua personale religione. Gesti rituali, quelle bottiglie dipinte, sempre uguali: poche variazioni per una vita. Un uomo che parlava del tempo, della relatività del tempo attraverso semplici bottiglie dipinte.
Non hanno torto. Anche se visto da qui, l'eremita di Bologna sembra un minimalista, un Sol Lewitt sensibile, ruvido ed europeo.

Il rapporto con i tumulti di un avanguardia. Questo è interessante: Morandi sembra avere ignorato la pressione delle avanguardie. Chissà cosa pensava quando mangiava i suoi tortellini in brodo, rispetto alla Grande America che un giorno lo avrebbe celebrato.

Sono domande che mi faccio, io, che nel mio minuscolo esistere viaggio per scoprire che le radici non sono nei luoghi ma dentro di noi.
Quanto tempo ho passato in Sardegna? Meno che a Bologna. Mentalmente certo meno che a est. Il Giappone è casa per me. La cultura americana è casa per me, i sentimenti visti sfilare in Ucraina sono casa per me. Le idee di una cultura europea vista a Parigi sono casa per me.

io, casa, I luoghi, ma soprattutto le persone.

17 novembre 2008

american circus




E' il circo sfavillante di insegne coloratissime che mi avvolge quando arrivo a New York, da dieci anni non mettevo piede nella grande mela. Hanno tutti un fare sbrigativo e masticano l'inglese come chewing gum. Povera lingua dei padri. L'aria sferza e New York abbraccia con il suo gigantismo bambino.

16 novembre 2008

toronto, casa




Lea è addetta all'istituo di cultura francese qui a Toronto. La incontro insieme a David B. e ride e scherza. E' simpatica, mi da del lei, all'uso francese, formula di cortesia, Ma io non mi prendo molto sul serio; non prendo sul serio nessuno, per la verità. Visito la libreria the Beguilling, una delle più celebri del nord America. Che è piccola e ha un'aria di casa. Non sembra neppure un luogo pubblico. Si capisce quando le cose sono vissute in maniera intima.E' un uno di quei posti che riscaldano il cuore, questo.
Il luogo di ritrovo di Seth, Joe Matt e Chester Brown, un luogo che ha molto contribuito allo sviluppo del fumetto canadese.

Fuori soffia il vento, che diventa sempre più gelido. E' arrivato il freddo stanotte, e la neve. Ora che scrivo l'alba non è ancora spuntata.
Ho incontrato Chester Brown. Ci siamo stretti la mano. Ognuno sapeva chi era l'altro. Così sono cominciate le chiacchiere. Private e personali, senza veli. Come tra vecchi amici.
Poi è arrivato David, barba lunga e occhi stanchi. Era in piedi dalle 4, perché veniva da New Orleans. Con lui e con Peter, della libreria, abbiamo parlato del nostro lavoro, davanti a un pubblico sensibile e attento.
(Peter)

E' bello trovarsi a quasi nove ore di volo in situazioni che ti fanno sentire comunque a casa.

(David B e Chester Brown).



E' andato tutto molto bene, nonostante la pioggia battente.
(Constatare che esitono lettori premurosi. Che il tuo lavoro suscita affetto e stima).

10 novembre 2008

graphic novels from europe


a new york, la settimana prossima.

Five-Day Festival for European Graphic Novels
NEW LITERATURE FROM EUROPE

New York, Friday, October 31, 2008—
To mark its fifth anniversary in style and with a dash of fun, the New
Literature from Europe series will celebrate an emblematic European form of literature and art this year: the
graphic novel. The Graphic Novels from Europe festival will take place from November 17-21 with seven of
Europe’s most famous contemporary graphic novelists (David B., Nicolas de Crécy, Igort, Jaromír 99, Isabel Kreitz, Max and Jaroslav Rudiš), who will participate in a series of free events throughout New York city.
The five-day festival will include discussions, book signings and an exhibit of 60 panels at the French Cultural
Services. Several venues will be involved, including the just renovated Museum of Comic and Cartoon Art (MoCCA) and the School of Visual Arts.