30 settembre 2008

dniepro 3


i fogli sparsi e le sensazioni che si accumulano come appunti, una sopra l'altra. Arrivano frasi e poi idee per immagini orizzontali, paesaggi urbani.Il Dniepro scorre placido, lo osservo dalla finestra, sull'altra sponda la città industriale, visitata negli anni della guerra fredda dagli ingegneri balistici di tutta l'URSS. Qui si producevano missili e armi monumentali. E tutto ha ancora il sapore di quel tempo decaduto. Solo che oggi la vita è altro, semplicemente altro. Strade scassate, e hotel polverosi che neppure la proverbiale operosità di questo popolo può nascondere. Sono in Ucraina, l'ex granaio dell'Unione Sovietica. Oggi l'orso russo ruggisce e minaccia di invadere questa repubblica dalle simpatie troppo europee. E se accadesse non servirebbero i fiumi di olio di girasole a fare scivolare via i tank dell'armata rossa, o i sorrisi delle donne o tutti gli harasho del mondo.

29 settembre 2008

dniepro 2




c'è un libro che forse non vedrà mai la luce. in questi giorni ho ripreso in mano queste pagine per capire. Ho idee di racconto a frammenti, cose che si incastrano e che portano ad altre cose, senza un filo logico apparente, ma seguendo una logica più profonda. Sto cercando un accordo con me stesso, forse lo farò come ho fatto sino ad oggi, tanto per fare, per capire cosa voglio. E poi magari vedrà la luce, oppure semplicemente rimarrà in un cassetto.

28 settembre 2008

dniepro travel



Sono giorni lenti all'ascolto di me stesso, nelle province lontane, che ancora poco conosco. Questo viaggio coincide con un viaggio geografico che mi riporta alla mente tanti sogni di un tempo. Prendo appunti e scarabocchio, e salgo su treni giganti e sgangherati, ma pieni di tappeti e tende cadenti, un samovar in testa a ogni carrozza.
"Un the, spasibo".
E si viaggia verso sud, percorsi interminabili che tagliano la steppa. Anton Pavlovic dove sei? Su quali di questi paesaggi si sono posati i tuoi sguardi sornioni?