15 giugno 2006

ARGENTO! (capitolo 29)




Gli piaceva dormire al tepore del camino. Ogni sera si rannicchiava sopra un cencio che fungeva da materasso. Elmer non aveva compiuto dieci anni e già fumava come un turco. Quando si batteva o doveva pestare una vittima destinata al furto era efferato. Mirava a fare male, e a fare in fretta. Non c’era spazio per sentimentalismi di sorta. Lui era una macchina violentissima in miniatura. Ne aveva inviati diversi all’ospedale, e come cavaocchi o strappaguancie era temutissimo perfino dalla sua stessa compagnia. Addestrato ottimamente era l’orgoglio del duca di porcellana, suo padrone, ed esibiva fortissime qualità di mangiafuoco, e doti leggendarie nella sua attività segreta di borseggiatore.
E, come detto, nessuno gli poteva tener testa per crudeltà e finezza se non Greg lo scozzese, più grande di lui di un anno appena e capo con lui del gruppuscolo dei chicos itineranti.
Quella sera, ispirato forse anche da quanto mangiato a cena, Elmer sognava cose variopinte, colori che gli ricordavano i cieli di quella terra seccata dal sole dove adesso si trovava. Non che gli piacesse il Parador, lui era nostalgico delle brume di’Inghilterra. Che quelle erano le atmosfere nelle quali era nato.
Brume e freddo. Tanto diversi dai caldi torridi e ventosi dell’America del sud.

A ogni modo nel sogno c’erano pesci, tanti pesci di tutti i colori, che nel suo codice significava abbondanza. Ed era inconsciamente soddisfatto, dato che Elmer aveva una sua nuova, piccola, proprietà, il libro nero dei Picocca.
Mentre gustava questo sogno di abbondanza e la soddisfazione di sentirsi proprietario di qualcosa (grande infrazione della “scienza” di Norbescu) si voltò nel sonno sino a prendere la posizione supina, scoprendo dunque la refurtiva.
Era silenziosa la stanza del camino in quella locanda, e buia, se non fosse stato per la luce fioca del camino. Ma mentre tutti dormivano una mano sembrava animata da desideri altri che non il riposo. Una mano magra e abilissima, si muoveva sinuosa attraversando il buio per giungere a portata di quel prezioso taccuino antico.

Lo afferrò e lo portò a sé, dolcemente.

E tutto sembrava compiuto e tranquillo sino a quando fu chiaro che invece no, stava per cominciare il finimondo.
Elmer spalancò gli occhi.
E si accorse di essere stato derubato. Si voltò alla ricerca di Greg, poiché era chiaro, quello era un colpo da maestro. E solo Greg poteva esserne capace. Senza neppure chiedere spiegazioni lo attaccò con un pugno alla bocca e poi gli montò sopra, a cavallo, sul ventre, per strappargli il labbro.
Era feroce, come si è detto, e accanito lottatore, di quelli che non mollano la preda se non l’hanno sopraffatta totalmente. E così cominciò una lotta forsennata all’ultimo sangue. Proibitissima dal duca, il quale però ronfava sonoramente nella stanza di fianco.

Fu chiusa la porta è la rissa deflagrò. Ci si picchiava selvaggiamente e a vederli da lontano quei cuccioli di uomo tanto simili a delle belve li si sarebbe temuti più che compresi, fuggiti più che abbracciati.

Strappato un lembo di carne dal polpaccio di Greg, Elmer con la bocca ridente e sporca di sangue di buttò verso la porta di ingresso di quella doppia stanza. E cadde a precipizio per le scale serrando sempre in mano quel taccuino finalmente ritrovato.
Non fece a tempo a rotolare sul pianerottolo che Don Juan , il locandiere accorreva per sedare la rissa; Elmer se lo trovò dinnanzi e non poté far altro che attaccarlo con un manrovescio.
Malgrado la grande differenza di statura Don Juan vacillò e cadde riverso, semisvenuto. Elmer guadagnò l’uscita. Tirava un forte vento che scuoteva gli alberi e portava frustate di pioggia.

Ed Elmer si allontanò nella notte, lontano dai chicos con cui era arrivato per difendere quella cosa che aveva conquistato e difeso a prezzo della sua stessa fratellanza. Era solo adesso, solo nella notte, e gli faceva uno strano effetto. Dato che non ci era per nulla abituato a correre senza il riparo e "la scienza" rassicurante della sua famiglia adottiva. Era un lupo, pronto ad attaccare, un pupo solitario che custodiva il suo tesoro. E non sapeva perché era prezioso questo tesoro ma era suo, la sola cosa che avesse mai posseduto. La sola cosa degna di essere difesa.

Prese la strada della piana e incrociò un carretto, con due ragazzi, che si allontanava dalla città. Lo vide giusto in tempo e balzò su quel carro che correva nella notte sotto la pioggia.
E se doveva uccidere per salvare la sua fuga lo avrebbe fatto.
Che Elmer stava assaporando quella sua nuova libertà e i due ragazzi sembravano dei bambocci rispetto ai chicos con i quali era cresciuto.

15 commenti:

andrea barbieri ha detto...

off topic, qui un testo molto acuto di Valerio Evangelisti sulla letteratura di genere.

igort ha detto...

Partenza per il festival di Erlangen. incontrerò Gipi e Gabriella Giandelli. A lunedì prossimo. Baci.

igort ha detto...

Per Andrea, ho stampato il documento di Valerio. Lo leggo in aereo e casomai lo commentiamo. OK?

andrea barbieri ha detto...

Ok. Buon viaggio.

igort ha detto...

di ritorno da Erlangen, dove Gipi ha trionfato (miglior libro stranier dell'anno) con il suo Ignatz: Baci dalla provincia.
Incontri e chiacchiere con Tardi, che mi ha raccontato il suo prossimo libro (una idea bellissima che non farà che confermare la sua grandezza di autore) e con gli altri amici italiani e no.
Stay tuned. Altri post in arrivo.

andrea barbieri ha detto...

Igort, istituisco oggi stesso un premio prestigioso per il fumetto, il Titonco D'oro e lo attribuisco senza ombra di dubbio a Baobab. Infatti, senza nulla togliere al grande Gipi, Baobab a mio parere è un'opera superiore - pur trattandosi di due lavori oltre l'eccellenza. Ora la motivazione: la giuria monocratica (ci sono solo io!) premia Baobab per la complessità e bellezza del linguaggio; per la sintesi di trent'anni di amore, conoscenza ed esperienza del fumetto che scaturisce da ogni pagina; per la saldatura tra cultura occidentale e orientale; per la promessa di uno sviluppo della trama complesso e pieno come la vita.

Anonimo ha detto...

innanzitutto complimenti a igort per il titonco d'oro. poi volevo segnalare un sito, www.scrittomisto.it che dà il nome ad una collana di libri dal progetto interessante, di cui se ne è anche parlato sulle pagine del manifesto poco tempo fa: tradurre alcuni blog sulla carta stampata per trasportare su questi stessi blog lettori fino a quel momento ignari della loro esistenza. la pubblicazione procede attraverso la candidatura di alcuni bloggers che vengono poi selezionati, mi pare di capire, da una giuria popolare e da tre professionisti tra cui marino sinibaldi. so che igort non ha bisogno di pubblicità e nemmeno la cerca, ma credo che lo scopo dell'iniziativa sia meritevole e possa essere utilizzata per portare il fumetto in un dibattito culturale più ampio, magari anche all'interno della trasmissione fahrenheit. il primo blog sul fumetto cui ho subito pensato è stato questo ma altri bloggers potrebbero proporsi. ci spero.

andrea barbieri ha detto...

Secondo me il movimento dal blog alla carta stampata va compreso bene, bisognerebbe vederlo dentro, capire che filtri ci sono, dove è marketing, cosa rimane della parola. Non mi pare così pacifico che sia un'iniziativa meritevole, anche se potrei pensarlo per la presenza in giuria di Sinibaldi e Lipperini.

igort ha detto...

Caro Andrea, mi ritengo onorato di ricevere il titonco d'oro. E ti ringrazio per l'affetto.
Ma davvero non c'è competizione con Gipi, che trovo una persona meravigliosa e un grande artista.
Io sono contento così. La cosa che mi ha colpito moltissimo sono state le motivazioni delle nomination.
Davvero complesse.
Mi ha fatto capire che in, Germania si leggono le cose con grande serietà.
E io credo che la narrativa disegnata ne abbia bisogno.
La nomination, inoltre, erano solo tre per categoria. E come migliore libro straniero eravamo due ignatz e Isaac il pirata, che è una meraviglia.

Baobab era in competizione con il primo capitolo (il secondo è uscito per la fiera), quindi davvero, sono contento così. Ho avuto l'impressione che fosse chiara la sfida di raccontare l'epos del narrare, lo sforzo di inventare un linguaggio narrativo per immagini da parte dei nostri amati pionieri. E il tentativo di raccontare due storie che rappresentano anche i due linguaggi (occidente e oriente, fumetto e Manga) della narrativa disegnata di oggi; Tutto questo dalle parole della giuria che selezionava è venuto fuori.
E mi ha commosso.
Per la segnalazione dei blog non so. Abbiamo bisogno di esposizione. Ma possiamo anche stare in casa. Dite voi cosa pensate.

Lo avrete capito anche dalla mia presunzione, (scrivere un romanzo senza i disegni, parlo di Argento) per me non c'è complesso di inferiorità. Il romanzo grafico è romanzo a pieno titolo, tanto che se devo raccontare una storia mi posso cimentare senza complessi devo scegliere se farlo con o senza l'ausilio delle immagini disegnate.
Poi i miei amici scrittori mi diranno, ma credo che ci si debba porre su un piano onesto e senza complessi di sorta.

Bene la chiudo lì altrimenti straparlo.

Anonimo ha detto...

Ciao Igort,
che cosa e' il "titonco d'oro"? Dov'è possibile leggere le motivazioni per i premi di Erlangen?
Io sarei contro all'esposizione girnalistica del blog, ma magari mi sbaglio.
Ciao,
Luca

andrea barbieri ha detto...

Luca il titonco d'oro è un premio che mi sono inventato su due piedi qui sul blog, ma non è detto che non lo riassegni nel 2007: in fondo tutti possono istituire un premio, l'importante sono le motivazioni.
Titonco era il mio gatto rosso dalla vita ultragattesca (il furbo fece amicizia anche con Dario Voltolini). Purtroppo due anni fa si raggomitolò nell'ultima ciambella. Da qui l'idea di eternarlo in un premio.

Anonimo ha detto...

Grazie, Andrea!
Attendo con ansia di sapere a chi sarà assegnato il prossimo anno.
Ciao.
Luca

Anonimo ha detto...

Ho letto parte dell'articolo di Evangelisti. Non so se sono d'accordo sull'ultimo commento sulla "fine" della fantascienza. A me sembra che fare buona fantascienza sia adesso molto piu' difficile. Per molti motivi, tra cui la maturazione del genere e la complessita' della tecnologia e/o scoperte scientifiche sui cui basare le storie. Tra gli autori degni di essere letti mi sembra che ci sia almeno Greg Egan. Ma un romanzo come La Terra Moltiplicata diventa molto difficile per chi non ha studiato la meccanica quantistica e consoce alcuni sui problemi di interpretazione a livello non elementare.

andrea barbieri ha detto...

Luca, devo dire la verità, non leggo la fantascienza se non P K Dick, conosco Greg Egan perché un ragazzo che scriveva benissimo (nel senso che dopo due antologie e tre libri con einaudi ha smesso), Matteo Galiazzo, leggeva anche molti Urania e in particolare consigliava proprio Greg Egan. Ho comprato "Distress" ma effettivamente è difficilissimo: lui è un vero scienziato prestato alla scrittura.
Il pezzo di Evangelisti l'ho segnalato perché il fumetto e il genere vanno spesso d'accordo; perché Evangelisti nel libro precedente a questo, "Sotto gli occhi di tutti", ha scritto una appassionatissima difesa del fumetto come piena forma d'arte; infine perché è un intellettuale di valore che dice le cose chiare e in faccia.

"Insomma, tanto di cappello di fronte al fumetto, perché è un insieme di forme d'arte di straordinaria espressività. Un giorno, anche i critici italiani più disdegnosi saranno costretti a riconoscerlo. Si godano, per ora, la coltre morbida della loro ottusità." (V. Evangelisti, Sotto gli occhi di tutti, ed L'ancora del mediterraneo, il brano è a pag 80.)

Anonimo ha detto...

Insomma, Evangelisti e´proprio uno dei nostri...;->
Sono anch´io un appassionato di P K Dick.
Cia.
Luca