12 giugno 2006

ARGENTO! (capitolo 27)




L’alcalde era febbricitante da due settimane a causa di una minuscola infezione tenuta sotto controllo.
In quella sua odiosa prigionia Don Erminio su dottori combatteva con il tempo e con le sue tensioni. Aveva ascoltato talmente tante volte quei dischi banali sino a rigarli e renderli quasi un fruscio indistinto.
L’alcalde delirava a suon di marcette militari e di musica marziale, alternando sproloqui egotisti a fasi di gelatinosa lucidità.

“Che ore sono dottore?”
“Le 11 e mezza.”
“ E’ giorno o notte?”
“Notte”

Giocava a scacchi con sé stesso, Don Erminio. L’ennesima partita vinta con una variante della mossa del barbiere che aveva imparato da bambino.

“ Lo so, vorreste andarvene, ma non è nelle cose.”
“finirà questa febbre fastidiosa?” chiese l’alcalde con un filo di voce.

“finirà”
“Siete un uomo consumato ma ce la farete anche stavolta.” Rispose svogliatamente mentre concludeva la sua partita.

“Lo so cosa pensate dottore. Voi rivoluzionari da operetta siete prevedibili. E per questo che non mi sono mai fidato. Un uomo prevedibile sa essere pericoloso, se prova paura.”

“E’ da tanto che non provo paura Don Ramos, lo sapete? “
“Non siate ridicolo, fossi in voi non farei tanto lo smargiasso, potrei farvi pentire di certe affermazioni.”
“Dopo tutti questi anni di malefatte non siete ancora stanco Alcalde?

“Stanco di cosa? Di vivere comandando?
“Vi sarà marcita l’anima”
“Mi fanno ridere le vostre superstizioni. Lo sapete dottore? Al lusso di una religione preferisco l’agio di una vita terrena senza miseria.”

I parrocchetti dell’alcalde erano addormentati. Erminio, su dottori, si era curato di loro scrupolosamente durante la malattia dell’alcalde, per scandire i tempi di quelle giornate interminabili aveva, ogni sera alle 9, coperto la gabbietta. Era segno che un’altra giornata se ne era andata. Non rimaneva che mangiare quella cosa che il cuoco militare chiamava cena, e attendere il sonno, ammazzando quelle ultime ore con una partita a scacchi. Ma il sonno, tuttavia, spesso tardava ad arrivare. Ed Erminio attendeva al buio, sdraiato nella sua branda di fortuna di fianco al soldato di ronda, che non gli rivolgeva la parola.
Tendeva le orecchie e gli sembrava di udire le urla dei prigionieri sotto tortura. Allora un dolore sordo gli serrava i visceri e lo teneva insonne a danzare con i ricordi per ore e ore, al suono della pendola del 700. Sentiva i brividi attraversargli la schiena e capiva di avere mentito, perché era proprio chiaro, chiarissimo: aveva paura. Una paura sconfinata.

Fu poco dopo quelle parole sciocche scambiate per orgoglio con l’alcalde che si udirono delle urla concitate e perfino degli spari poco più in basso nella strada.
Si alzò di soprassalto dalla branda e si affacciò alla finestra, appena in tempo per vedere un carro guidato da due ragazzi scomparire in fondo alla strada. Due federales a cavallo si erano lanciati all’inseguimento.
Gli altri formavano un cappannello proprio sotto la finestra dell’alcalde. Trafficavano attorno a due corpi buttati in mezzo al fango. Uno di loro fu caricato di peso.
“Ancora respira”
“Al secondo piano presto”.

E chiuse le imposte ben sapendo che di lì a poco sarebbero venuti a chiamarlo. Aveva riconosciuto il volto inconfondibile di uno dei bracconieri. Sembrava conciato male dato che aveva una freccia piantata in pieno petto. Si lavò la faccia e aspettò che quello scalpiccio militare neppure tanto marziale si avvicinasse alla porta e bussasse.

TOK TOK

“c’è bisogno di voi, un’urgenza dottore, sempre se potete rispetto alla condizione di salute di Sua eccellenza l’Alcalde, signore.”
“L’alcalde può attendere. Non ha bisogno di me adesso.” E sorrise.

Non aveva mai provato simpatia per un federale, ma quel capitano giovane e compito che osava contravvenire agli ordini egoisti ed esclusivi dell’alcalde, semplicemente perché un’altra vita era in pericolo, lo fece tentennare, per un attimo.

“Diamoci da fare” disse mentre si preparava a scendere al piano inferiore con la sua borsa di cuoio piena di ferri.

“acqua calda, mi serve molta acqua calda e un infermiere che mi assista.”
Non aveva simpatia neppure per i bracconieri inglesi eppure quella volta si sentì grato di potere esercitare la libertà che il suo lavoro gli consentiva, quella di non distinguere tra buoni e cattivi, simpatici o antipatici.

“Magra consolazione, sto davvero invecchiando”.
E queste furono le ultime parole che pensò consapevolmente, prima di immergersi in quella operazione difficile.

23 commenti:

[emo] ha detto...

igort, dal blog di Bananos ho appreso che sei stato giù nella capitale della Cuba del Mediterraneo.
Non sapevo di quegli incontri, qui al "nord" non ne era arrivata notizia.
Quando ritorni, comunicalo, ti va?

igort ha detto...

Caro Emo,
a cagliari ho fatto due incontri nei giorni scorsi, parlando del lavoro e dei progetti, dei racconti e di argento.
Mi hanno chiesto oggi se a luglio ne faccio un altro, sempre a cagliari. Vediamo. Vi tengo informati.
Frattanto da venerdi' prossimo a domenica sono al festival di Erlangen (germania). Si terrà un incontro con il pubblico su Baobab (in quel festival è candidato come migliore opera straniera, credo).

a prestissimo.

Niccolò Storai ha detto...

Argento è sempre più bello, vorrei non avesse mai fine, quasi quasi me lo stampo tutto e lo faccio leggere ai miei genitori, avidi lettori che mi iniziarono ai piaceri della letteratura più di 20 anni or sono!
Sai Igort qui a casa mia viviamo io, la mia famiglia e migliaia tra libri fumetti e dvd, prima o poi dovremmo trasferirci e lasciare qui i libri per trovare una nuova casa da riempire con altre emozioni scritte o disegnate.
Quasi quasi ci faccio un fumetto!
A presto.

Bruno Olivieri ha detto...

Ok, daccordo. Non farò più nessun commento sui ricordi che mi evocano i nomi dei luoghi del tuo racconto. Penserò solo a gustarmelo e a salutarti di tanto in tanto! (scherzo, naturalmente!) :)))))
Colgo l'occasione per rinnovare i ringraziamenti per la tua disponibilità a far parte della nostra trasmissione!
Continua così. Ciao!

igort ha detto...

Bruno è un amico che conosce diversi dei posti dei quali parlo. Alcuni sono posti veri, altri sono delle trasposizioni. Mammarranca, nlla realtà terrena, esiste. E' uno stagno nei pressi di cagliari.

Ma nella mia testa luoghi e suoni si mischiano per creare il Parador.

Argento è una delle cose più complesse e ricche di personaggi che ho mai raccontato, con disegni o meno.
Sto tirando le fila e sta crescendo una mappa (quello che Andrea Barbieri chiama "opera-mondo", se non erro) che arricchisce di particolari importanti perfino Baobab, che ho cominciato a scrivere prima di Argento.
L'idea di sviluppare un romanzo con le parole parallelamente a un romanzo grafico apre la mia zucca e mi fornisce nuovi spunti.
Sicuramente mi è congeniale.

Grazie per il vostro affetto.

ausonia ha detto...

saì, igort, cos'è la cosa che mi entusiasma e mi commuove di più? sapere che ci sono teste che creano mondi. persone. città. che creano storie. immagini. esperienze.
teste che vanno a pescare pezzi nel loro immaginario e poi li portano sulla terra. li portano a noi. allora vedo queste teste meravigliose come le teste meravigliose dei traghettatori. che tornano a casa con qualcosa in barca. e questo è semplicemente straordinario. è una cosa enorme. di importanza fondamentale.
con questo mezzo, che è il blog, è ancora più facile vedere quanti sono i traghettatori. e quanto viaggino su e giu per i due mondi...

igort ha detto...

D'accordo con te, come potrebbe essere il contrario?

Per questo che a volte mi arrabbio. Si può avere idee diverse ma c'è posto per tutti. Per me la cosa più seria, che mi dispiace davvero, è l'ingenerosità.
Mi fa arrabbiare perché la trovo un atto disonesto, che crea una cesura.

Scrivere o disegnare è lo stesso, per come la vedo io, significa creare un ponte tra il mondo dell'invisibile e quello del visibile. La possibilità di portare alla luce idee e segni che sono un bozzolo opaco, e che se si è onesti, diventano leggibili e trasparenti a tutti.

ausonia ha detto...

gli artisti, lo sai, spesso sono passionali, radicali, si scaldano facilmente... :)
però sanno anche il lavoro che c'è dietro ogni opera e quindi alla fine, anche se si scontrano duramente fra loro... penso sappiano cosa sia il rispetto. non litigano mai per davvero... alzano la cresta e poi pacche sulle spalle. conoscono la condizione dell'altro. sono comunque felici che ci sia anche lui, a traghettare cose.

duccio ha detto...

quanta fatica che costa però.. :)
e poi si ha l'impressione di avere tra le mani solo "disegnini" a parole...
la cosa meravigliosa è che se si è fortunati ( e magari bravi ) è davvero solo 1 impressione.

qualcosa c'è ed è lì "visibile" e tangibile. a volte fragile ma creato.

duccio ha detto...

un piccolo miracolo che si rinnova.. :)

ausonia ha detto...

un miracolo.

ausonia ha detto...

un fottutissimo, miracolo.

andrea barbieri ha detto...

Tipo, se mi trovassi a Lucca con Ausonia a parlare di fumetto finirebbe in sana rissa (Igort e Gipi potrebbero ispirarsi per qualche tavola), pero allo stesso tempo ho molta fiducia nel talento di Auso. Mi piacciono anche i suoi lavori coi fotomontaggi. Non so, come per la musica dei Baustelle (che tra l'altro ascolta), ci sento qualcosa da dire e l'entusiasmo per trovare le forme giuste.
Non vorrei dire una fesseria ma mi pare che un lavoro tipo fotoromanzo lo avesse pubblicato Minimum fax nell'antologia di narrativa La qualità dell'aria (un racconto con un maiale che conquistava Roma, non convincentissimo). Se fossi Auso ci farei un giro alla minimum.
Ho visto che anche Costantini ha linkato tra vari elogi i suoi (di Ausonia) lavori.

ausonia ha detto...

il fotoromanzo ha una storia alle spalle abbastanza mediocre... ma ho fiducia in questo mezzo. non mi arrendo all'idea che sia semplicemente ridicolo.
sarebbe come aver letto solo romanzi harmony e dire che la letteratura è una merda. o aver visto solo i film dei vanzina e dire che il cinema è un mezzo banale. se ne possono raccontare di cose... con la fotografia. io sto cercando di imparare. non sono ancora soddisfatto. le cose che ho realizzato fin'ora sono solo esercizi per conoscere il mezzo. ma ciriuscirò, a tirare fuori qualcosa di buono. ci riuscirò.

andrea barbieri ha detto...

Potresti trasportare le foto verso il "segno" lavorandole di più...
Comunque la cosa che hai fatto è già un bel punto di partenza, se lo consideri solo un punto di partenza.

Francesco Chiacchio ha detto...

ciao a tutti..
Belle le tue parole ausonia.
Ciao Andrea, l'autore di cui parli è Riccardo Falcinelli, sempre di lui puoi trovare anche i libri Cardiaferrania e Grafogrifo, realizzati insieme a Marta Poggi.
Prova a leggere anche questi, io li ho trovati molto interessanti.
un saluto a tutti, buon argento!

Daniele ha detto...

Io sono ancora al capitolo 4 di argento.. ma mi metto in pari subito.

Non riesco a leggerlo di corsa ogni pagina è... ..zeppa, ricca, profonda e ammantata di dolcezza.

Complimenti, grande Igort

Daniele

igort ha detto...

Mi fa piacere, benvenuto Daniele.

Luc ha detto...

Igort : I nomi dei luoghi sono magnifici. In questo la lingua sarda aiuta molto. Il suono dei toponimi assume un significato evocativo, al dì là della loro realtà. Marramanca, contiene nel nome un mondo (e mi vengono alla mente altri luoghi reali visitati come ad esempio "Su Meriacru" vicino la spiaggia di Berchida, Bidderosa ad Orosei, Putzu Idu a Oristano). Il racconto cresce, e qui si attende sempre con ansia il prossimo capitolo.

Kiakkio : Grazie per la curiosità che mi hai suscitato. Sono andato subito a curiosare riguardo a Cardiaferrania e Grafogrifo. Non conoscevo nulla sugli autori. Molto interessante, e mi è venuta voglia di leggerli. Cosa che farò al più presto (anche in questo il blog è uno strumento eccezionale).

Niccolò (e Igort) : faccio fatica a leggere un romanzo tutto a video, ancorchè a puntate. Così mi sono creato il mio volumetto di Argento (non me ne voglia Igort, tanto se lo pubblica me lo compro ;^), in un documeto Word, ho copiato tutti i capitoli (testo e immagini) e mi sono letto in una sola tirata i capitoli fino al 18. Ora sono andato avanti e sono pronto per stampare e leggere la mia seconda parte [19-28]. Così me lo godo molto di più.

Anonimo ha detto...

E io che pensavo di essere l'unico ad avere problemi di lettura a video. Anch'io sto raccogliendo i capitoli di Argento allo stesso modo di Luc. Però sono appena ai primi due capitoli. Mancanza di tempo per ora :-(

igort ha detto...

Ragazzi, leggere a video è semplicissimo, i capitoli sono corti. Se avete problemi basta dare l'ordine PRINT e li stampa esattamentecome li vedete a monitor, con tanto di immagini. Che c'è di complicato?

(movimento contro la geriatria precoce)

Luc ha detto...

Igort > Il problema non è tanto leggere al video, che non è poi così complicato (anche se ammetto, la senilità avanza).
E' che facendo di mestiere l'informatico, io davanti al video ci sto tutto il giorno per lavoro. Leggo e scrivo documenti, rapporti, lettere. Progetto software con altri strumenti specifici, ma sempre a video stò; e quindi poco riesco a leggere con la giusta attenzione Argento, o altre cose più "ludiche".
Allora preferisco la stampa. Disaccoppio i tempi e me lo leggo a casa con calma la sera, magari a letto. Certo così perdo l'effetto "giorno x giorno", che forse a Te piace ed interessa come autore.
Cmq cercherò di impegnarmi nel movimento contro la geriatria precoce ;^) ....

Anonimo ha detto...

Anch'io per lavoro sto davanti al video 8 - 10 ore al giorno, ma il motivo per cui stampo Argento è che sono "antico", olte che vecchio :-) Mi piace leggere sulla carta. Mi piace toccare il foglio, seppur di una stampante. tutto qui.