8 dicembre 2005

interlocutorio





Questo che vedete è un altro grande visionario del fumetto: Dino Buzzati.
Una volta la Feltrinelli mi chiese se volevo fare un libro con loro. Avevano avuto un'idea formidabile: il romanzo grafico. Lo dico senza ironia, anche se può sembrare il contrario, dato che la grande casa editrice sospese la collana dopo appena due uscite. Non so, forse era troppo presto. Io mi posi il problema di cosa volevo raccontare e cominciai a lavorare. Si sarebbe chiamato "il sorriso delle volpi". Un romanzo scritto con sequenze disegnate che interrompevano il flusso delle parole. Man mano che procedevo mi rendevo sempre più conto che lo spirito del fumetto spesso risiede altrove; in cose che comunemente non rientrerebbero nella categoria "fumetto puro". Pensavo a Buzzati per esempio. O a uno spirito lieve e giocoso di certe avanguardie (dada o futurismo, per dire) e altre cose che mi facevano venire delle visioni, come il cinema di Fellini.
Questo romanzo non l'ho mai termiato, ogni tanto riemerge dai cassetti, lo leggo e trovo che è un peccato, però non so se lo riprenderò mai in mano dato che i progetti si affastellano.
Ma trovo incredibili le categorie sclerotizzate del pensiero nei media. Per esempio non ho una ragione del perché una trasmissione come fahrenheit non faccia regolari servizi sulla narrativa disegnata. Un ritardo inspiegabile che la dice lunga di come si possa guardare senza vedere. Cosa aspetate ragazzi? Guardate che anche le grandi case editrici italiane hanno scoperto che esiste una cosa chiamata "graphic novel".

4 commenti:

Gipi ha detto...

In una puntata di Fahreneit, Sinibaldi presentò il libro di un autore americano (sorry, non ricordo ne' il titolo ne' l'autore) esprimendo una sincera meraviglia perchè, all'interno del volume, c'erano pagine completamente disegnate.

In quel momento stavo a pagina 110 di "Appunti per una storia di guerra" e ricordo che pensai:
"Disegni e parole accanto, Wow."

igort ha detto...

Ospitarono anche come "libro del giorno" il vampiro che ride di Suehiro Maruo. Ma era cinque anni fa. Quando cioé Fofi, il nostro solito e amato Fofi, segnalò la presenza di coconino.
Il Vampiro è stato il primo libro della casa editrice. Frattanto ne abbiamo pubblicato altri centotrenta o giù di lì. Non registro certo una grande attenzione alla materia. Sono sconcertato perché la trasmissione è una bella cosa.

igort ha detto...

Sono ottimista, diciamo che mi sforzo di fare quello che vorrei leggere. Libri che somiglino a quello che mi piacerebbe trovare in libreria e avere a casa. Certo è triste rendersi conto che un lavoro bello come fare l'editore debba fare a cazzotti con quello che avrei scelto come linea guida nella mia vita, l'autore. Ci sono talmente tante cose da realizzare che a volte penso dovremmo, come coconino, pubblicare moltissimi volumi in più e costruiti con un apparato critico simile a quello dei "meridiani mondadori" (sarà che sono cresciuto con uno strutturalista post marxista). Mi piace comprendere cosa ho in mano e collocarlo in un paesaggio di segni e idee.
Ma il punto è che per fare bene le cose, farle quasi a mano, con libri ben stampati e possibilmente ben curati nella veste grafica ed editoriale, penso che sia indispensabile che coconino non cresca troppo. E' preziosa questa dimensione uno-a-uno, in cui parli con il lettore vedendolo quando possibile di persona. Ora quello che bisognreberre fare è riportare all'attenzione, con una collana di libri di immagine di cui Little Nemo è solo il primo mattoncino, una serie di lavori di autori che hanno creato un mondo. Mettere i contatto cose e segni per stimolare scintille di curiosità.

Anonimo ha detto...

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