26 marzo 2007

ritorno alla vita




un libro che va in stampa è un'esperienza totale, abbacinante per il senso di insicurezza che l'accompagna di solito. Mi alzo alle sei per andare ad assistere alla "messa in macchina" e bilanciare, insieme al fido Marco, grande maestro dell'arte della stampa, l'equilibrio degli inchiostri.
Temo questi momenti perché ci si sente totalmente in balia di un caso insondabile. Come reagiro' all'effetto di vedere stampate le prime pagine? Con un senso di ribrezzo o con un senso di piacere?
Sono stagionato ed è capitato in passato che l'effetto non fosse per nulla positivo. Quando questo accade ci si abbandona allo sconforto, è un 'esperienza molto frustrante e a poco servono le spiegazioni logiche. Hai l'impressione di aver lavorato per nulla, peggio di avere lavorato male, di avere rovinato qualcosa.
Se invece l'impressione è positiva si apre uno spiraglio in quel senso di indifferenza che di solito accompagna il parto. Un'indifferenza che confina con la freddezza spaziale. Questo spiraglio non esplode in gioia ma perlomeno ti porta serenità.


Parlo di cose che non si controllano. Sono cosi' e basta, dall'alba dei tempi per me.

E' capitato, gli amici me lo hanno chiesto: "come ti senti ora che hai finito? Il libro è venuto bene?" e io li', indecifrabile anche a me stesso, a tentennare una risposta irrisolta, belando qualcosa che non riesco neppure a comprendere.
E, quel che è peggio, assistendo allo spettacolo mortificante di un punto di domanda che si dipinge nel volto di chi ti parla.
Certo, vista da li' deve essere sconcertante; magari sembra pure che mi dia aria da artista da strapazzo.

Eppure davvero non so come prenderla io stesso. So solo che una scorza di quasi indifferenza mi accompagna per un paio di settimane. Fin tanto che il libro passa di mano in mano e questo passaggio, lentamente, dissolve il senso di limbo in cui sono stato precipitato.

il limbo di alligatore a ogni modo è diventato (magia) spiraglio di serenità. Mi è piaciuto vedere l'azzurrino sulla mia amatissima carta avorio mischiarsi al grigio della grafite e al nero delle squadrature.

ora aspetto, il fiato sospeso, che il libro ancora a fogli stampati, si trasformi nell'oggetto frusciante che sfogliero' con ansia, pronto a sentire le prime reazioni di chi lo ha letto, preso, sfogliato a sua volta.

25 commenti:

duccio ha detto...

ha un effetto consolante sentire che capita anche a chi il mestiere lo fa davvero.
la domanda successiva potrebbe essere: "allora perchè lo fai se nel migliore dei casi quello che ottieni è una sorta di indifferenza che si trasforma (sempre nel migliore dei casi) in una blanda serenità?

...che poi dura quel che dura dato che "come tutti sanno", se riesci a ottenere qualcosa che ti piace, ti piace per poco e difficilmente supera la prova del tempo.
sarebbe bello ogni tanto, mica sempre, solo qualche volta, arrivare alla fine e sentire la gioia che esplode come per uno sportivo che vince una gara o migliora semplicemente il proprio record personale...

igort ha detto...

Non mi sono spiegato bene. Racconto storie perché è il lavoro più bello del mondo. Mi rende felice durante il lavoro. Qui descrivevo un preciso momento, quello del "parto". Quando coiè si è frastornati dal troppo lavoro e si lascia la storia a camminare i primi passi da sola. In quel momento accade quello che ho descritto. Per due settimane non sento nulla, e non sono in grado di emettere un giudizio sul lavoro, poi ritorno quello di prima.

duccio ha detto...

ho frainteso io.
probabilmente perchè per me il parto comincia con la realizzazione vera e propria delle tavole.
è il momento dell'idea e della creazione che mi fa stare bene, lo story, gli elementi che si iniziano ad incastrare, i personaggi che si raccontano.
poi quando sono sulle tavole vere e proprie iniziano i dolori.. spesso poi mi capita di iniziare a pensare ad altro
ed è ancora più dura tenere salde le redini.
comunque sul fatto che sia il lavoro più bello del mondo non ci sono dubbi.

Anonimo ha detto...

indredibile. Stare a leggere quel che scrivete voi autori da l'impressione di guardare dal buco della serratura un alchimista al lavoro.

CarloC ha detto...

Non vedo lìora di poterlo leggere. La data del 20 aprile e' confermata? :-)

Bau

igort ha detto...

Quando lavoriamo ci si fa spesso degli attentati, come nella vita d'altronde. Il punto per me è cercare di capire precisamente dove voglio andare. Cercare di mettere a fuoco lo sguardo e poi segure la strada. Certo detta cosi' sembra facile, ma ricordo distintamente quanti anni ho impiegato per cercare di mettere in chiaro con me stesso questo semplice assioma.
E non è che sia finita li'.


Vorrei chiedervi ora di dire la vostra su "un romanzo grafico che vi ha segnato e che ritenete fondamentale".

Ce ne sono? Se si' quali i titoli?

Vorrei chiedervi di dire la vostra argomantando.
In sintesi: il linguaggio è maturo? Ci sono le opere memorabili che consiglieremmo a un non lettore di fumetti?

A voi la parola. Grazie.

CarloC ha detto...

Non c'entra niente, volevo solo avvertirti che alcuni dei link qui sul tuo blog hanno alla fine il doppio slash (//), che li rende irraggiungibili (quello di Ponchione per esempio, ma anche altri). Spero di averti fatta cosa gradita dicendotelo.
Nel frattempo penso alla risposta per la tua domanda del post precedente. :-)

Bau

CarloC ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
igort ha detto...

Grazie della segnalazione. In effetti è un problema. Ho, ieri stesso, riparato i dati e salvato il tutto. Ma blogspot non pare registrare la cosa, che peraltro avevo già fatto in passato.
Come procedere?
Provo a informarmi tramite Bananos o Luc.
A presto
igort

perec ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Penso che la capacità di un'opera d'arte di colpire ogni persona dipenda molto dallo stato d'animo della persona stessa.Sicuramente ci sono dei capolavori assoluti,ma il sentimento che questi ispirano ad ognuno di noi è naturalmente diverso e credo cambi nel tempo.Blankets rappresenta per me un esempio in questo senso: il pugno allo stomaco che ho provato alla fine di questa lettura,la tristezza che mi ha lasciato credo sia dovuta in gran parte alla mia età(23 anni) ed al mio stato di perenne innamorato e confuso.
A proposito delle maturità del linguaggio,ho letto sull'inserto domenicale del sole 24-ore un articolo(che mi è parso piuttosto un accozzaglia di nomi senza alcun commento efficace) sui reportage a fumetti.Si citava tra gli altri "Il fotografo" di Guibert,Lefebre e Lemercier in cui ai disegni si affiancano delle fotografie,non so se questo sia il primo esperimento di questo genere,comunque,che ne pensate?
Salve e si rilassi, l'alligatore sarà sicuramente un ottimo lavoro.

duccio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
duccio ha detto...

"fondamentale" è una parola che pesa molto..
ci sono delle cose, libri di narrativa, immagini, incontri, avvenimenti e (per chi li legge) romanzi grafici, che si stratificano l'uno sull'altro, costituendo le proprie esperienze (emotive ed estetiche) fino a diventare tessuto, la "materia" di cui siamo fatti.
In questo senso sono senza dubbio fondamentali. Ma onestamente mi spingerei in un terreno accidentato se dovessi cercare di individuare cosa potrebbe essere "fondamentale" anche solo per la "comunità" del mondo del fumetto.
Sicuramente credo che la diffusione sempre maggiore possa aiutare i possibili contatti tra noi e queste esperienze, e quello che è stato fondamentale per me potrebbe diventarlo anche per qualcun altro.
Il linguaggio credo sia maturo, non defintivo, perchè di definitivo ci sono davvero poche cose, ma abbastanza maturo da essere considerato appunto un liguaggio e non più un "genere".

Libri da consigliare ce ne sono eccome, il problema, forse, è trovare persone davvero pronte per accogliere il consiglio.

igort ha detto...

Bardamu non fare il democristiano. Sputa i nomi dei romanzi che hai amato e raccontaci perché, non siamo mica a un esame universitario. Andiamo.

Anonimo ha detto...

il romanzo grafico per eccellenza secondo me è "Appunti per una storia di guerra" di Gipi perché ha un ritmo perfetto, ben modulato, senza brusche interruzioni.

Ecco credo sia proprio questo che mi colpisce di più in un romanzo grafico, il ritmo ti fa "entrare" nella storia e ti coinvolge, è il vero suono della storia, un po' come nel jazz... un ritmo mentale non sonoro che cogli senza leggerlo

Stessa sensazione che ho avuto leggendo "Night fisher" di Johnson, ritmo perfetto anche per un autore piuttosto giovane (26 anni mi pare)

duccio ha detto...

no dai! non democristiano.. :)
mi sono fatto prendere dal discorso e mi sono dimenticato.

eccomi:
- Il signore di Montetetro, (Tardi-Forest) -
A parte la mia risaputa e incondizionata ammirazione per Tardi, è stato uno di quei libri che ho letto tutto d'un fiato e che mi ha mosso lo stomaco, toccando alcuni lati dell'animo umano che mi interessano particolarmente.

- Il Grande Male - (David B.)
Il primo romanzo grafico che ho letto. un pugno. prima di questo non sapevo nemmeno che i fumetti potessero affrontare certi argomenti.

- Gli anni sputnik (Baru)
a parte la mano di Baru... è una bella storia che attraversa infanzia e adolescenza, e pone un accento particolare sul rapporto padre e figlio.

E poi Calvin & Hobbes, S. di Gipi, La notte dell'alligatore di Loustal, Leon La Cane di Dè Crecy-Chomet, Riduttore di velocità di Blain...
ma mi fermo qui, dimenticando di sicuro qualcosa, e tralasciando la mia gioventù. ho gia preso troppo spazio.
poi il tuo lavoro non lo cito per non sembrare paracxxo. (magari ne parleremo di persona quando capita, e dopo la lettura dell' alligatore)

perec ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
igort ha detto...

Ricevo, in privato, un paio di mail di un caro amico , ferito da recenti polemiche. Non ne ero al corrente. Una che mi coinvolgeva non l'ho considerata.
Trovo poco interessante il dover assistere a questi spettacolini che scambiano l'avere un opinione con la capacità di tirare un fendente.
Vorei qui fare una piccola mappa tascabile. Onesta e senza toni accesi se possibile.

NOI SIAMO QUI.

questo il senso. Come in una piccola e modesta mappa.

Parliamoci delle cose che amiamo e che abbiamo amato.

Ma senza fare confusioni di categorie.
Se parlo di serie tv e ci metto "per un pugno di dollari" faccio casino. Per un pugno di dollari era un film, non una serie tv.
Calvin & Hobbes è una meravigliosa strip, non un romanzo grafico;
Su questo penso si possa tutti convenire.

Magari comprendere se Watchmen è un romanzo grafico è più sfumato.
Ma parliamone pure. La porta è aperta.

CarloC ha detto...

I 3 migliori che abbia letto,non ne ho letti tantissimi in realta', sono secondo me...
Al tempo di Papa' (Taniguchi)
Blankets (Thompson)
Ehi Aspetta (Jason)
Probabilmente mi hanno preso per la loro semplicita', "dolcezza" e, sopra di tutto, per la loro sincerita'.

Bau

Anonimo ha detto...

Prima che qualsiasi dei romanzi da voi elencati sia all'altezza di Watchmen ne passa un treno...
Paolo

igort ha detto...

No, Paolo, guarda, non è molto utile contrapporre i lavori. Se uno dice mi piace questo non serve che tu dica che INVECE a te piace quell'altro.
Non siamo alle olimpiadi del gusto. Si parla di cosa ci ha segnato nella lettura, di cosa ci ha lasciato questo o quel lavoro. E si cerca di spiegare il perché, cosa che tu non ti sei dato la pena di fare.
Watchmen è un grande romanzo grafico? Perché secondo te? Cosa ha, che altri romanzi non hanno?

Poi parleremo di come potrebbe idealmente collocarsi, all'interno di un panorama culturale preciso (anglosassone) con riferimenti letterari precisi (la pop americana) in un momento storico preciso (postmodernismo) che utilizza strumenti determinati (rilettura del mito).

Mi piacerebbe che si riuscisse a ragionare del lavoro e a maneggiare con la debita cura e affetto quello che per noi è un oggetto di affezione, il libro appunto.

smoky man ha detto...

c u alligator!
sulle attuali polemiche sulla/della (presunta) critica fumettistica, direi di "sopravvolare" ;)

Su Watchmen "romanzo grafico", non sfidarmi ;)

un abbraccio calaritano, bellixeddu ;)

smok!

Bozzograo ha detto...

Ciao Igort!
come si fa per scriverti una mail?
Apprezzo il tuo lavoro da tanto tempo, e mi piace davvero tanto il tuo modo di vederti come artista (concordo che è una parola che spesso viene usata in modo sbagliato), e l'immagine del panettiere la trovo poetica e calzante...

Per quanto riguarda i romanzi grafici, non ne ho avuti molti tra le mani, ma di certo ho amato "Tintin in Tibet", per lo stile del disegno e per il modo in cui una storia "seria" viene raccontata in modo quasi leggero.

igort ha detto...

Per Smokyman
lo so che watchmen è sul tuo comodino al posto della bibbia. Mi piacerebbe sapere in poche righe perché ti ha segnato tanto. E dato che hai avuto occasione di parlare con Moore diverse volte, se ritieni che lui pensasse a una graphic novel o a una serie quando ha cominciato.
(serializzare una graphic novel è possibile, ma le due cose non sono sinonimo una dell'altra)

per Bozzograo (che nome è?) scrivermi una mail per parlare con me è facile
igort@igort.com
per proporre storie a coconino
redazione@coconinopress.com

click

Unknown ha detto...

Grazie Igort!!!
il nome me lo sono quasi inventato più di 16 anni fa, è una storia lunga...
ti scrivo al più presto una mail!
Sappi che il tuo blog storyteller è la "home" nel mio browser!