29 settembre 2006

ARGENTO! capitolo 46




Quando credette di vederlo San Evaristo gli sorrideva, aveva una barba bianca appuntita e quel suo sguardo severo che credeva di conoscere da tanto.
Si guardarono placidamente disturbati solo da un sibilo insistente. Cos’era?
L’alcalde fluttuava, sospeso mentre guardava la scena dall’alto. Vedeva il suo corpo attorniato da federales. Giaceva immobile. E il dottore, che adesso inspiegabilmente non odiava più, gli tastava il polso.
“E’ morto” disse.
Fu cosi’ che lui stesso apprese di essere passato a miglior vita. E si domandava se sarebbe davvero stata una vita migliore, quella che si accingeva a intepretare (chissà quale ruolo gli avrebbero affidato, ne era curioso).
Il riassunto della sua esistenza appena terminata era scorso rapidamente, immagine dopo immagine, con un senso di disgusto che lo aveva sorpreso. O meglio era rimasto sorpreso dal fatto di avere improvvisamente capito, di aver dato cioè, valenza diversa ad atti che nella sua vita riteneva logici, perfino ovvi, e che di colpo invece gli erano apparsi in tutta la loro meschina natura.
Lo sgomento si era fatto strada, come un ruscello che scava la roccia, e aveva scavato degli alvei nella sua anima fragile di uomo senza punti di riferimento. Era a un bivio, un uomo in bilico, che non godeva più del privilegio di antiche certezze, né, d’altra parte, dell’entusiasmo di nuove scoperte.

Errori, si erano affastellati, e lo appesantivano. Adesso ne vedeva cosi’ tanti che avrebbe voluto cancellarli, come si cancella una scritta sbagliata. Ma quella che aveva davanti agli occhi era la lavagna dell’esistenza.
E dunque si’, provo’ perfino vergogna, senza ancora comprendere appieno il perché.
Situazione alquanto scomoda per uno abitiuato a comandare. Non sapeva esattamente su che piede danzare quando voltandosi a destra e poi subitamente a manca per attirare l’attenzione del suo virglilio, si avvide che questi era scomparso. Volatilizzato.
Ma dove si trovava San Evaristo? E che accidenti avrebbe dovuto fare adesso lui? Cerco la sua tabacchiera. Doveva essergli caduta poco prima. Non la trovava. Allora si decise a parlare. Cosi’, per farsi compagnia da solo. Parlava parlava ma non udiva neppure la sua stessa voce, disturbato com’era da quel dannato sibilo che gli impediva quasi di pensare.
Cos’era quel sibilo? Era un fischio stonato, che aveva cominciato a percorrere i padiglioni auricolari quando il proiettile di fucile aveva perforato la sua fronte. E non ne voleva sentire di cessare.

UUUUUUUUUUUUUUUUUUUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Proprio adesso che si era deciso a ridere, che aveva imparato l’autorironia. “ destino beffardo, destino beffardo”, continuava a ripeterselo; un destino ingiusto quello.
Oppure forse, ancora peggio, quello era stato il regalo ultimo, un premio di dipartita che il suo santo protettore aveva deciso di elargire come passaporto per l’aldilà?
Già si vedeva, in fila per passare. E su un giornale di sottecchi leggeva il titolo: “aguzzino per tutta la vita, in punto di morte finalmente impara a ridere”.
Affrettava il passo per sfuggire quel destino ineluttabile.
Un po’ di dignità che diamine. Rifiuto’ i pensieri bislacchi come si rifiuta un piatto andato a male al ristorante. Ma poi, ai suoi piedi rimbalzo’ un sasso. Fece finta di niente. Un altro e un altro ancora. Ce l’avevano con lui, era chiaro. Si volto’ e inspiegabilmente sorrise. In cerca di complicità. Ma si avvide che era stato raggiunto da alcuni tristi figuri, i quali, adesso, questa è bella, gli sbarravano perfino la strada. Alzo’ lo sguardo, era pur sempre un alcalde, chissà se ancora lo chiamavano Sua Eccellenza. Fece per parlare ma non usciva suono alcuno, poi alzo’ ben bene lo sguardo e li vide in volto. E riconnobbe, uno dopo l’altro, le vittime delle sue scorribande da mascherato. Gesu’, quanti erano. Sorrise, non ricambiato. Poi ebbe un sussulto, e si morse la lingua. Penso’: “posso spiegare”. Ma non usci’ suono alcuno.
Quando fu afferrato si senti’ strappare da tutte le parti, e non era capace neppure di urlare. Presto fu buio, molto buio e credette di perdere i sensi.

Più in basso, sulla dura terra, Lupita frattanto era fuggita in mezzo agli spari dei federales. Rapida aveva rubato un cavallo dei latifondisti e si era allontanata al galoppo.
Il parapiglia aveva facilitato l’azione di nascondere i volti dei ribelli sotto le pezze bagnate. Don Erminio era tornato ai suoi feriti e seppure a malincuore non poteva trattenere un sorriso che gli illuminava il volto.
“Avete visto chi era dottore?”
“Chi era?” chiese mentendo, dato che la aveva ricnosciuta benissimo.
“ Era Lupita quella”.
“ I cerchi si chiudono, le prepotenze non sono apprezzate da Dio”. Disse Esmeralda.
“già, già”. Chiuse il discorso il dottore che vide in quel momento, tra i feriti gravi, l’uomo che aveva rischiato di essere impiccato. Era Emiliano Maraboto, il fabbro cui l’alcalde una notte aveva strappato la lingua”.

Aveva il torace schiacciato ma era ancora cosciente.
“ tua sorella ha ucciso l’alcalde, Emiliano” disse don Erminio.
“ ora puoi morire in pace”
Sorrise con quel poco di forze che gli restavano e cerco’ di dire qualcosa.
“ l’ar..ncia è m..ra”.
“Cos’ha detto?”
“qualcosa come “l’arancia è matura””. Disse Esmeralda.
Tutti si domandarono perché avesse scelto quelle come ultime parole.

Poi arrivarono altri schiamazzi. Pareva che chi tornava dall’altro mondo avesse sempre un diavolo per capello. Era difficile ottenere sobrietà. Forse era la morte a spaventare, o forse la gioa di essere ancora vivi a dettare un entusiasmo pressoché esplosivo.
Fattostà che al suo risveglio il duca di porcellana fu piuttosto villano e alquando sbrigativo. Neppure un grazie, neppure un motto di sopresa, ma solo stizza e rabbia malcelata.

Non era ferito, non amava sentirsi spiato, mentre dormiva, e detestava essere accomunato ai volgari campesinos. Tutto era troppo, decisamente.
Comincio’ a spazzolare il fango secco dalle sue vesti pregiare e chiese, con tutta la malagrazia di cui disponeva, dove mai avessero cacciato i suoi chicos.
“ Li lasci andare, quei poveri bambini” disse una vecchia che lo aveva accudito.
“ Quei poveri bambini sono nutriti e curati quanto tu non sapresti mai fare, vecchia della malora. Conducono un’esistenza felice e non avrebbero voglia alcuna di allontanarsi da me”.
Rispose con un marcato accento forestiero, il duca. Non aveva mai apprezzato le situazioni troppo promisque, non si confacevano al ladrocinio; rischi sempre che qualcuno ti veda. Lui preferiva, era la scienza ad insegnarlo, la sua scienza, i gruppuscoli di gonzi, che con un numero ragguardevole di chicos dominava alla grande.
Solo la vista di Greg, sotto un albero, che intagliava un ramo con il suo coltello a serramanico gli diede conforto.
“my boy, where are the others?”
E lui indicando una serie di corpicini semisvenuti poco distante mostro’ cio' che aveva sempre creduto di possedere, una superiorità indubbia. Lui era il primo; il più forte, quello destinato al comando.
“abbiamo cose da fare" disse.
“ Ah, certo, Greg. Diamoci da fare”.
Mentre il piccolo svegliava i suoi compari senza troppe cortesie il duca di porcellana si reco’ verso il capo dei pompieri per sapere se per caso avevano recuperato il suo carro.
“un carro abbastanza grande”.
Il capo dei pompieri sorrideva per tutte quelle arie da gran signore che il duca di porcellana cercava di darsi. Poi con gli occhi fisso’ un punto alle spalle dell’uomo, che si volto’ e scorse il suo carro, sporco di fango ma abbastanza in buono stato.

“ Beh, accidenti, dovremo dargli una bella pulita, ma pare che stia ancora in piedi".
E battè le mani
CLAP CLAP
come suo costume, e i chicos ordinatamente si avvicinarono e cominciarono , come potevano, con frasche e poi con secchi prestati dai pompieri, a lavare quella che per loro era, a tutti gli effetti, una carrozza regale.
Cominciava a calare il sole quando si allontanarono sul carro trainato da un ronzino acquistato ai latifondisti. Diretti verso nord, verso Puerto Oruro.

131 commenti:

igort ha detto...
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igort ha detto...

Si lavora a rendere accessibili a un pubblico che pare riscoprire la narrazione a fumetti i racconti che molti di noi stanno realizzando. Sembra l'inizio di una nuova stagione per il fumetto d'autore. Art, da New Yorlk mi dice che la graphic novel è il fenomeno letterario dell'anno, in America. Le major nostrane (forse per spirito d'imitazione, ma siamo ottimisti una volta tanto) sembrano interessarsi a questo oggetto marziano che prende nome di romanzo a fumetti a gli autori sembrano ingegnarsi a produrre.
Cosa è cambiato dagli anni ottanta, stagione fulgida del fumetto d'autore? Tantissime cose. Una su tutte, la supremazia del racconto, l'indispensabilità di questo.
Incontro amici autori, a cena, si parla di racconto e di come affrontare questa pratica. Partendo da complesse teorie pasoliniane o da idee personalmente elaborate. Poco importa, ci aspetta una nuova stagione, pare. frattanto giunge a Parigi il nuovo Kramer's ergot, piccolo gioiello curato da Sammy Harkham il pazzo.

1:32 AM

channeldraw ha detto...

Io non credo che sia spirito di imitazione credo che finalmente si stanno rendendo conto delle potenzialità del mezzo e anche delle vendite che questo può produrre. In fondo è solo l'argomento soldi che può interessare alle major. Credo anche che si stia uscendo dalla concezzione dell'editore a fumetti che è anche appassionato. Questo connubio è stato il vero danno al fumetto grafico, soprattutto dopo gli anni '80. Pubblicherai Sammy in Italia?

igort ha detto...

Davvero pensi che l'editore appassionato sia stato il problema dell'editoria italiana?
Non so se comprendo bene quello che intendi, perché poi tu stesso sei editore e non certo distante da quello che fai (essendo oltretutto autore). A me pare che se non ci si fosse dati da fare, appassionati o autori, persone non mosse solo dall'interesse economico, oggi il fumetto di qualità in italia sarebbe scomparso.
Sammy Harkham, per dire, è un altro caso di autore editore.
Ora la domanda (oziosa in un certo senso) che mi pongo è: perché mai gli autori debbano usare parte delle loro competenze, della loro capacità di "vedere" per fare gli editori. Ditemelo voi.

channeldraw ha detto...

La penso proprio come te mi devo essere espresso male. Personalmente il mio lavoro è preparare e inventarmi progetti e libri, questo naturalmente viene da una base d’amore per il fumetto, in fondo sono cresciuto con questa Arte. Ma l'editore è qualcun'altro io sono solo un curatore.
Penso proprio all'editore come dirigente della casa editrice, spesso in questi anni mi è sembrato che moltissimi libri venissero pubblicati con una grande passione dell'editore in prima persona ma poi abbandonati a se stessi come se averli pubblicati fosse già abbastanza.
Come se fosse solo un piacere per l'editore, ma non anche un dovere verso l'autore.
Anni senza contratti per gli autori sia italiani che stranieri questo è quello che riscontro.
Con il lavoro della collana di Fernandel mi capita spesso di contattare molti autori e case editrici straniere, appena sanno che siamo italiani hanno paura che non verranno pagati, il mio presentimento è che per moltissimo tempo gli editori italiani si siano comportati come dei veri e propri pirati, in maniera oltretutto incosciente e anche spesso ingenua.
E' vero oppure è solo una mia idea?

channeldraw ha detto...

Mi ero perso l'ultima domanda del tuo post.
E' veramente una bella domanda me la faccio spesso, perchè invece di organizzare cose per gli altri non me ne sto nello studio solo per pensare e fare il mio lavoro di disegnatore?
La risposta almeno per me è che questo mi fa uscire dall'isolazione che può avere un disegnatore, mi fa conoscere autori e gruppi, mi fa litigare e ridere, questo è il lato più sentimentale.
Quello pratico è che ho un vero e forte impulso di desiderio di far pubblicare in Italia cose che altri non pubblicano, cercare di dimostrare che quello che credo possa essere interessante al lettore, che quello che mi hanno detto tanti Editori negli anni '90 non è vero e che un certo tipo di fumetto può piacere e vendere come gli altri.
La riposta finale potrebbe essere "Accettare la sfida".
Credo che anche tu Igort abbia realizzato molti tuoi desideri pubblicando libri di altri autori ma anche i tuoi libri proprio come volevi e ti immaginavi.

igort ha detto...

Anche a me, in principio, all'inizio della coconino è capitato di constatare una certa diffidenza verso "noi italiani". Io credo si trattasse perlopiu' di stupido pregiudizio. A me è capitato di non essere pagato da editori di tutto il mondo. Da "missionari" dal braccio corto che godono di fama internazionale.
Ma una volta che ti conoscono, che conoscono la tua casa editrice, passa tutto secondo una luce diversa. possono capitare ritardi e disguidi, non ne è esente (purtroppo, ma non bisogna iniziare il piagnisteo) nessuno, major comprese. O forse major per prime dovrei dire.
Fare un libro e lascialro a sé stesso, al suo triste destino, questo è il vero problema.
Sono perfettamente d'accordo. Ma è un punto che constato da tutte le parti. Se un libro non si vende da solo lo si lascia stare. Indipendentemente da quanto è buono.
Perché? Perché costa, fare la promozione costa, fare opera di persuasione costa fatica, l'ufficio stampa costa, la pubblicità non ne parliamo. Allora capita che una cacca di mosca come la coconino abbia una rassegna stampa più grande di una major. Perché siamo stati agguerriti nel difendere un certo titolo. Nel credere che quella linea fosse importante. Indipendentemente dal profitto immediato.
Poi, con gli anni, dopo che ci davano per morti certi, siamo ancora qui. E sono arrivate le major a chiedere questo o quello ad aprire tavoli di trattativa e via dicendo.
Neri Pozza, feltrinelli, Sperling & Kupfer, Mondandori, Einaudi, Rizzoli. Le abbiamo ricevute tutte, con tutte abbiamo sentito proposte. Con alcune si è intavolato progetti ulteriori, con altre si è restati in cordiale attesa di tempi migliori.
La cosa che mi ha stupito è sentire che " il lavoro di fondo", lo scoprire, editare, presentare e difendere un autore nuovo non fa per loro. Se lo aspettano dai piccoli, noi. Dai portatori d'acqua, dagli schiavi egizi dell'editoria.
Si tratta di fare editoria verticale, quella che coglie le occasioni al balzo. Quella che vuole profitto immediato. Senza un progetto preciso se non quello del profitto.

Si chiama Capitalismo. E non ha molto a che vedere con Cultura, eccezion fatta per la C iniziale.


allora queste considerazioni mi han fatto molto riflettere. Ho compreso che sgnifica molto anche avere solo l'oggetto libro. Dato che pure i giganti si affidano allo spontaneo TAM TAM. Serve pure avere un misero, ma ben curato, ben raccontato, ben stampato ed editato oggetto. Da quello parte tutto. Anche se poi il successo grosso è altro.

Ci sono, pero' diverse credenze popolari, legate all'editoria. numeri falsi e gonfiati, che man mano che procedo scopro. Cose di cui si scoprono le realtà standoci dentro, a questo stralunato pianeta editoria.
Cose poco interessanti, in fondo. Dato che il cuore dell'editare resta pur sempre il piacere di leggere e farsi leggere.

channeldraw ha detto...

Penso che siano state poche le volte che una major abbia scoperto un autore nuovo, nel campo del fumetto penso proprio nessuno, sto parlando delle Case Editrici Italiane, non conosco abbastanza quelle straniere.
Concordo con la tua lotta, credo anche che una Casa Editrice debba lottare, anche nel suo piccolo per forare la comunicazione anche al costo di essere invasiva. Uscire sui quotidiani e settimanali con recensioni sui fumetti grafici è una cosa che si deve cercare e ottenere.
Penso a quando feci la mostra di Joe Sacco e il giorno dell’inaugurazione era su quasi tutti i quotidiani d’Italia, e tutti a dire “Il fumetto sui quotidiani?”, alle spalle c’era un Ufficio Stampa che costava più della mostra ma questo fa parte della comunicazione in questi tempi, tutta l’informazione passa di lì. Poi certo ci sono anche i contatti personali la ricerca personale ecc… ma bisogna organizzarsi e crederci.
Poi naturalmente dietro tutto ciò ci deve essere un bel libro, fatto bene in tutte le sue parti, ci mancherebbe altro.
Dovresti dire ad Art che anche qui in Italia incomincia ad essere un po’ una moda il parlare di “romanzo a fumetti”, basti vedere quanti pezzi stanno uscendo sui giornali e quanti ne usciranno, almeno visti i nostri contatti con i giornalisti…
Ma è solo un bene, evviva le mode se fanno vivere un nuovo modo di comunicare e raccontare.
In fondo anche Frigidaire ora tanto osannato è stato una moda.

igort ha detto...

"In fondo anche Frigidaire ora tanto osannato è stato una moda".

Non so, Frigidaire fotografava un momento storico preciso. non credo fosse una moda in sé. Mi sembra riduttivo, ci hanno lavorato tanti di quei talenti. Si sono prodotte tante di quelle storie importanti. poi certo, con gli occhi di oggi possiamo ridimensionare, inscatolare, richiudere in grandi valige da mettere in cantina.

Ma a essere rigorosi non credo sia giusto sparare sulla nostra storia. Il fumetto italiano l'ultima volta che divenne davvero internazionale (dimenticando i giorni nostri) fu negli anni ottanta, quando esportammo segni, personaggi e modi di concepire il fumetto.

E questo era più che una moda; era, casomai, un "modo".

channeldraw ha detto...

Non intendovo minimamente screditare la rivista Frigidaire e i suoi disegnatori e giornalisti, per me è un vero e proprio capolavoro.
Dicevo per "moda" che una parte dei lettori la comprava perchè era diventato anche un fenomeno di costume della rivista. Comunque tu lo saprai meglio di me io negli anni '80 ero un pischello...
Certo che questo è un discorso complicato, non riesco a spiegarmi neanche nella mia testa.
Comuque il senso della mia frase era che è un aiuto in più alla vendita e quindi conoscenza di un prodotto.
Avrei potuto dire anche Dylan Dog, oppure quello era vermaente solo una moda, visto che adesso se ne parla ben poco?

channeldraw ha detto...

Scusate il post precedente è pieno di errori, mi è scappato l'invio e non è stato riletto, spero si capisca ugualmente.

igort ha detto...

Si' capisco. Allora diciamo che certe cose di successo diventano anche fenomeno di costume. E questo cambia ben poco rispetto alla qualità intrinseca del lavoro.
Ricordo che a una trasmissione del buon Arbore certuni non facevano che citare "l'insistenibile leggerezza dell'essere" come libro imperdibile. E quel libro divenne (potere tv) un best seller. Ora, quando più tardi lessi quelle pagine di Kundera, mi resi conto dell'assoluta distanza tra il libro e quelli che ne parlavano, tra il serio e il faceto (più faceto che serio).
Molte cose che amo, capita che siano o diventino popolari. Prima questa cosa mi dava anche fastidio. Adesso mi è indifferente.
La cosa che invidio agli anni ottanta è che allora c'era un audience di quarantamila acquirenti di quelle riviste che stiamo citando. Che corrisponde a circa duecentomila lettori. Oggi duecentomila lettori che leggono un romanzo grafico in italia ce li sognamo. Neppure Maus ha raggiunto simili cifre.
Ma pensandoci bene, devo rettificare. Duecentomila lettori li ha raggiunti Repubblica con la sua serie a fumetti. li ha anche superati. Ma devo dire che è la parola lettori che sarebbe da mettere in discussione. Da un'indagine è emerso che molti acquirenti del libro in edicola non leggono il volume in questione. lo comprano, questo si'. Ma non è detto che lo leggano.

Il libro diventa infatti oggetto di arredamento.

Anonimo ha detto...

Ero troppo giovane per sapere cosa era il fumetto negli anni ottanta.Mio padre dice che leggeva Linus e AlterAlter e che smise di comprarli perché non c'erano più storie da leggere.Il fumetto era diventato uno sfogo di abilità da parte di disegnatori che non avevano nulla da raccontare.Forse oggi questo è cambiato, mi pare che ci siano bei racconti da leggere.Io per esempio se leggo Crepax, che tu Igort difendi sempre, non lo capisco affatto.Mi sembra che sia invecchiato quel genere di approccio.


Loopguru

channeldraw ha detto...

Per Loopguru: Non credo affatto che Crepax sia invecchiato, anzi, mi sembra sempre più contemporaneo. Forse le tematiche affrontate il modo di vestirsi ecc... ma questo non vuol dire che il suo modo di rappresentare il mondo sia invecchiato.
Sarebbe come dire che Pasolini è invecchiato oppure Guy De Maupassant ma per quanto mi riguarda sono sempre attualissimi. Il montaggio della tavola e il tipo di disegno di Crepax mi sembrano modernissimi e fantastici.
Lo stesso vale per Battaglia, Toppi, ma che ne so anche Bill Sienkiewicz, sono grandi sperimentatori e per questo attualissimi.

Per Igort: Per la tua domanda sul perchè facciamo quello che facciamo, se si guarda nel passato sia tra scrittori sia tra artisti è sempre stato pieno di artisti che organizzavano mostre oppure facevano da editori. Anche Dostojewskij fece moltissime riviste.

igort ha detto...

Elfo, guida indiana del mondo del fumetto da trent'anni, ha aperto un suo blog pieno di filmati (vogliamo vedere i tuoi fumetti e sapere cosa pensi, non solo andare al cinema!)
a ogni modo scelte inappuntabili. Ecco l'indirizzo.(lo troverete anche nei miei link a partire da stasera)

http://zelfo.blogspot.com/

fateci un salto. merita!

igort ha detto...

Altro giro altra corsa. Consigliato il nuovo blog di quel pazzo di Marco Corona. Meraviglie pubblicate in anteprima.

http://il-canguro-pugilatore.blogspot.com/

al solito è anche lui nei link di story-teller.

igort ha detto...

OK ultimo giro. Il sito di Manuele Fior. Ci sono molte pagine che parlano da sole.
Un autore giovane pieno di sapienza grafica.
Vedere per credere.

Link a destra (ospite di korova milkbar)

channeldraw ha detto...

Io consiglio questo: http://www.billsienkiewicz.com
Concerto di Roger Waters (Pink Floyd) con sfondi di Neal Adams e Bill Sienkiewicz...

igort ha detto...

De gustibus non disputandum est:
waters adams e billsienkiewicz. Francamente mi pare un accostamento di dubbio gusto.

channeldraw ha detto...

...era divertente.

Anonimo ha detto...

Ciao,
a proposito di link… ma il sito di coconino non dovrebbe essere aggiornato più spesso?
ci sono solo le uscite di giugno. Non essendo un frequentatore assiduo di fumetterie sono venuto a conoscenza dei prossimi (interessanti) volumi di Nanni e Johnson solo girovagando per la rete…

michele

quelli che milano ha detto...

mi chiedevo come mai oggi l'afflusso al mio blog si fosse di colpo impennato. pensavo a un'epidemia di influenza che costringeva la gente a casa a guardare qualunque stupidaggine al computer.
mò ho capito.
bè, Igor, funzioni.

igort ha detto...

Per Michele,
si' il sito dovrebbe essere aggiornato più spesso. Hai assolutamente ragione. In questo momento stiamo per provvedere, siamo a un passaggio di consegne.


Caro Elfo,
Mi fa piacere se sono arrivate delle visite. Anche perché solitamente i weekend sono giorni più stanchi, in cui, giustamente in molti si staccano dal computer.
Ho fatto un giro tra le tue immagini, che ho trovato in basso, nel tuo blog. Ci sono molte cose belle che non conocevo. Mipiace l'uso malinconico che fai del pop. mi ricorda quel tono che ho sempre molto amato in buzzati.
Spero di vedere sul blog altre cose, bozzetti, tavole, copertine, illustrazoni, articoli ecc.

abbracci.

quelli che milano ha detto...

graz, sono quasi tutte illustraz per Diario.
cercherò di variare un pò la minestra del blog, intento l'ho reso più agile da visitare.
abbracci

perec ha detto...

il che significa che si potranno vedere altri disegni con la nebbia che io scambierò per vento? mi strofino gli occhi felice, elfo.
ma non renderlo più agile , il blog, io m'impantano volentieri. oramai guardo anche i videoclip. mi son convertita. (ci ho visto la mia bella convenienza, certo).

grazie, padrone di casa, lei è un segnalatore coi fiocchi.

perec ha detto...
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igort ha detto...

Manuele Fior mi segnala che c'era un problema con il suo Link. Adesso funziona a meraviglia, buona visione a tutti;

andrea barbieri ha detto...

Due ringraziamenti al volo.
Uno a Igort perché è un intellettuale e quindi ragiona e critica. Leggere le cose che scrive qui sull'editoria è impensabile in tanti blog dedicati dagli addetti ai lavori alla letteratura.
Uno a Costantini perché sta per aprire una galleria a Ravenna che tratterà di disegno e grafica esponendo fumettisti - e non solo -quindi operando sul fronte artistico quello sfondamento che il fumetto sta realizzando sul fronte letterario. Poi perché organizza la seconda edizione del bellissimo festival Komikazen.

Munari disse che un popolo civile vive in mezzo alla sua arte. La penso così anch'io, penso che l'arte, la cultura siano come un giardino che si apre di colpo in mezzo ai palazzi: una cosa civile che segna una città e la gente che ci vive. Come a Parma, che tu arrivi in centro e c'è un giardino stupendo, grandissimo. Igort e Costantini si curano di conoscere le piante come botanici, le allevano come vivaisti, costruiscono giardini come architetti, li tengono a posto, come giardinieri. Ogni tanto secondo me bisogna fargli un po' di festa calorosa.

channeldraw ha detto...

Grazie Andrea i complimeti servono molto, soprattutto per non arrendersi e continuare con sempre più entusiasmo.
Ieri Igort ed io ci siamo scambiati dei post che mi sembrano molto interessanti sull'editoria. Sarebbe bello se qualcuno li commentasse così da non essere solo uno scambio di parole tra curatori.

Anonimo ha detto...

Allora i complimenti ve li faccio anche io. Gran bello scambio di opinioni, positivo, pieno di energia!
Anche Proust e Moravia hanno pubblicato da soli la loro prima opera, e noi non vogliamo essere da meno di loro credo! Certo che la situazione delle grandi case editrici che tu citi, Igort, fa impressione. Si spera di sfruttare il fumetto per far numeri (cioe' soldi) senza alcun progetto culturale.

Anonimo ha detto...

Ne avevamo già parlato a suo tempo, l'Italia ha una grande tradizione di autori-editori, basta pensare a Pavese e Ginzburg all'Einaudi. Penso che questo connubio sia ottimale quando l'editore non è un giovanissimo che scalpita per farsi conoscere e per far conoscere le sue opere, ma fa il su mestiere con un certo distacco. Igort è perfetto, non so come mai parli sempre con una certa reticenza di questa sua qualità, ce ne fossero altri che fanno il mestiere bene come lui.
Gianluca chiaramente dice bene: una major non si prende un grammo di rischio, le scelte sono condizionate da altri interessi. Per questo penso che il mestiere dell'editore (quello vero) assomigli a quello dell'autore, entrambi rischiano, entrambi vogliono il libro, entrambi lo difendono coi denti.
Per un autore sapere che l'editore sta dalla tua parte, fa il tifo per te, è, oltre che una grande soddisfazione, una ragione in più per non deluderlo e per realizzare una collaborazione migliore, perchè un libro alla fine è un prodotto di tante persone.

igort ha detto...
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igort ha detto...

Oggi ho sentito una mia amica, che è una grande cantante. Mi ha detto che si è stufata delle major e che si è decisa a fare un disco da sola. Mi ha fatto molto riflettere. Essendo rigorosi, se la strada è tortuosa è segno che siamo in un vicolo cieco.

igort ha detto...

Questa è troppo bella.

Gipi mi fa leggere una pagina di coglionerie nelle quali si parla di me e di coconino come delle eminenze grigie che avrebbero creato sudditanza psicologica a festival e critica.
C'è da sbudellarsi. Lui; Gipi, è incoerente perché discute un premio a un festival e poi accetta di farne la locandina. La gente non sa davvero che fare.
Un consiglio bambini. La realtà è complessa. non è necessario fa finta di avere qualcosa da dire se non si sa come la si pensa.
Basta il silenzio. E nessuno ti giudica, in più.
Un bel vantaggio.
Più frequento il mondo del fumetto è più mi rendo conto che è pieno di nerd.
Consiglio la lettura di qualcos'altro oltre al solito Playboy. (piccoli segaioli)

Anonimo ha detto...

Igort ci (mi) da del "piccolo segaiolo".
Che dire... meglio un forum di segaioli o una casa editrice che si fa le seghe pensando a se stessa?
Arduo dilemma.

igort ha detto...

Roberto caro, come sai ho simpatia per te, ma mi pare che il dibattito su cosa stiamo facendo dobba volare un tantino più alto. Un forum serve a spiegare lealmente quello che si pensa , a censurare stupide invidie, ad avere il fegato di una posizione. Come credi che sia credibile quello che diversi dei super eroi che scrivono nel tuo forum sostengono negando un'evidenza e cercando spiegazioni idiote?
Dire che i premi che danno ai nostri autori li danno perché la coconino ha creato una sudditanza psicologica è altamente esilarante. Da l'idea che si legga la realtà come il paradigma di un fumetto. Piuttosto che riconoscere l'altrui talento si preferisce gridare al complotto. E allora chi sono io, un uomo che cospira a livello mondiale? (purtoppo per la teoria i premi sono internazionali, ma ahimé questo lo spiegheranno i posteri con mantello e calzamaglia).
La coconino si è creata una stima e un affetto che in certi ambienti italiani spiace. Questo non lo comprendo ma lo accetto.
Se si vuole fare, se ci sono altri autori bravissimi con cose da dire in ogni livello, perché non lo si fa senza fare tutto questo pollaio ridicolo?

Ci rimango male a essere considerato "macchia nera" perché non ho più l'età, come molti dei super eroi che leggono playboy nel tuo forum.

Da te, poi, che ritengo intelligente, mi aspetto risposte più articolate. Hai cose da dirmi? Scrivimi o dimmele. Ma cose.

I dilemmi come quelli che mi proponi lasciamoli all'asilo. OK?
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Ho fatto un discorso lungo e articolato su quella che per me è stat "l'incoerenza" di Gipi.
Ho anche specificato che per l'incoerenza non è un difetto.
Tu hai liquidato il tutto con "bambini nerdici che si fanno le seghe". Dimmi dove si sta "volando più in alto".
Quanto alla sudditanza psicologica che vi fa vincere i premi... io non ho detto questo (sono responsabile solo delle mie parole e non di quelle che altri possono esprimere sul mio forum).
Credo che ci sia una sudditanza psicologica da parte della critica nei confronti della Coconino? Assolutamente sì e te l'ho detto anche di persona e credo che questo sia uno dei vostri meriti: ovvero esservi saputi vendere bene e piazzarvi ancora meglio.
Poi se per voi "vendervi" è una cosa brutta... è un problema vostro. Io quando dico "sa vendersi bene" lo dico sempre con ammirazione.
Non ho discusso della qualità delle vostre proposte (anzi, al massimo ho speso belle parole sul disegno di GIPI)... quindi, se vogliamo "vlare più in alto", io eviterei di giocarmi la cart adella volgarità e delle seghe.
Anche perché, se mi inviti sul terrenno dell'aggresisone dialettica e della volgarità, difficilmente mi tiro indietro.

igort ha detto...

Ma dai, non ti sarai offeso perché tratto certi atteggiamenti ridicoli per quello che sono?

Io scrivo e penso quello che poi motivo. Gipi si è spiegato da solo. Ha spiegato le ragioni per le quali se critica l'Italia non è poi obbligato ad andare a vivere in Australia perché qualche super eroe/super criticone non gli dia dell'incoerente. Quello che intendevoi fare, con il mio "simpatico intervento" è bonificare l'aria. Perché dopo tanto scorregiare il tutto diventa irrespirabile.
Io ho affetto e stima per i discorsi che ci si fa, di persona. Trovo che sia lecita, anzi benvenuta la critica. Ma la predica, quella non la sopportavo neppure in chiesa.
E sono uomo di fede, come sapete.
Quello che stupisce è come si possano sostenere delle enormità senza che nessuno dica, "dai non diciamo cazzate, parliamo di cose serie". Questo è quello che nel dizionario si chiama "pecorame".

E' utile al fumetto il pecorame?
Non lo credo. Io credo sia utile cercare di uscire da una visione adolescenziale. Questo è quello che tu chiami "vendersi bene". Io lo chiamo, cerchiamo di parlare di cose. Di portare questo linguaggio a tematiche adulte e visioni articolate.
E' questo quello che (al caso e sarebbe tutta da vedere) riconoscono a coconino. Il fatto che (forse) c'è un progetto alla base. una visione.

E io non credo che sia l'unica visione possibile. E detesto gli integralisti che lo pensano.
Dato che ti conosco so che tu non sei integralista, abbiamo spesso amenamente chiacchierato e continuo nell'intento. Ma amichevolmente se mi dici una cazzata penso che sia rispettoso dirtelo: "guarda è una cazzata". Senza offesa.

Anonimo ha detto...

Faccio fatica seguirti o, per restare in tema, a trovare la coerenza del discorso.
Abbiamo due spazi internet che ospitano i commenti di persone che sono interessate alle nostre cose.
Dal mio punto di vista -autore popolare per scelta praticamente politica- trovo una mancanza di spirito critico nel tuo "popolame esattamente come probabilmente tu la rovi nel mio.
Con la differenza che a me non viene da chiamare "popolame" i miei o i tuoi lettori.
Sarò un populista d'accatto probabilmente o, ancor più probabilmente... sono troppo affezionato all'idea della non-separazione tra pubblico e palco.
Io e la gente che viene sul mio forum siamo allo stesso livello... le mie opinioni son buone come le loro.
Se io dico che -per me- il gesto di Gipi è stato incoerente o che vedo un trattamento di riguardo da parte della critica (la critica, non le giurie dei premi... anche se "il premio coconino" è un modo di dire che ho coniato io, lo ammetto) lo dico a titolo personale. Qualcuno concorda, qualcuno meno, qualcuno fa dei distinguo e qualcuno dice "RRobe stai dicendo una cazzata". E' il bello dei forum.
Poi il punto è sempre il solito: il nostro approccio a quello che facciamo è sempre diametralmente opposto 8e nonostante questo ho stima verso quello che fai e mi diverto un mucchio a polemizzare con te). Tu dici romanzo grafico, io ti sfotto e rinnovo con forz la mia aderenza al termine fumetto.
Tu dici "popolame", io dico amici con cui cazzareggio, discuto e mi confronto... sia a livello alto, che a livello becero.
poi è ovvio... se mi dai (o dai a gente che magri stimo) del "segaiolo nerdico", difendo me e "il mio popolame a spada tratta e non mi sottraggo all'uso di volagrità, specie se non sono stato il primo a metterle in campo.
Più che altro... ma invece di discutere via blog (scomodo) o via forum (meno scomodo ma ugualmente poco diretto), farci una chiacchirata al telefono?

igort ha detto...

Caro Roberto, ti vedo volentieri a Lucca e ti parlo al telefono altrettanto volentieri. Ma in questo caso mi fa piacere che ci si scriva, perché è giusto che si risponda pubblicamente.

Polemizzare è sano, adeguarsi a cose basse meno.

Ho trovato sciocche molte cose che ho letto. Sciocche vuol dire superficiali, non approfondite, frasi che nascondono frustrazioni di altro tipo. Chiamare nerd o segaioli certi attegiamenti, definire "pecorame" il semplice adeguarsi acritico è cosa per me irrinunciabile. Terapeutico direi. (sono anche uomo di scienza oltre che di fede, come vedi)

E ritengo che tu, padrone di casa, avresti il dovere di chiosare e invitare all'approfondimento. Io lo faccio nel mio blog. E se ci vedo del pecorame, allora cerco di stimolare la discussione ma cercando il punto.

Se poi è solo cazzeggio va bene, non saro' certo io il censore. Pero' chiamiamolo per quello che è "cazzeggio"appunto.
In questo caso non c'è nulla da sostenere o da difendere in quello che è appunto "cazzeggio" chiacchiera libera.

Sai cosa? io credo che non ce la si meriti un'italietta del fumetto che rispecchia quella patetica della politica. Litigiosa e indecorosa.
Forse in italia si crede che sia cosi' dappertutto. Noooo. non è cosi', si possono anche scambiare idee diverse e tenere a freno le invidie.
Bisogna dirlo questo.
E' possibile. Se si vuole bene a noi stessi sarebbe il caso di vedere le cose con la lente di ingrandimento e bollare per quello che sono le chiacchiere. E dire "ok, ci si è diveriti ma non è sostenibile".

Avere la stima vuol dire "vendersi bene"? E in quale mercato siamo?
A me piace considerare che certe cose non sono acquistabili, questioni di punti di vista. Sono un ingenuo probabilmente.

Poi, parlando d'altro....
Io non ho nulla contro il fumetto popolare,anzi faccio il tifo perché ce ne sia uno, a patto che non mi propini minestre riscaldate. Parlando con Sfar ed Emile Bravo ci si chiedeva perché mai il fumetto italiano avesse solo eroi stranieri. non ho saputo cosa rispondere.
Ma a noi "parla come magni" non ce lo ha mai insegnato nessuno?

Anonimo ha detto...

Un mucchio di spunti e così pochi strumenti per affrontarli con ordine. Odo i blog.
Partiamo dall'inizio:
sì, la mia "piazza" è una piazza di libero cazzeggio E discussione.
Ne nascono discusisoni serie e ne nascono minchiate.
Nel caso della discussione di e con Gipi si sono avuti entrambi i casi.
Con alcuni ho parlato seriamente (con GIpi, ad esempio... anche se poi ci siamo messi entrambi a fare a "chi piscia più lontano" e la discussione è morta) e con altri.
taluni hanno espresso le loro opinioni e bon.
Con certi ho concordato, con certi meno... e ho fatto dei sani distinguo (vedere quando si è iniziato a discutere della perizia nel disegno di Gipi, dove sono interventuo a dire che per me è bravissimo e che le critiche non avevano costrutto).
Poi è ovvio... può non farti piacere sapere che una parte del pubblico (ma pure degli addetti al settore) percepisce la Coconino come realtà "coccolata" ma è un dato di fatto di cui, io per primo, non ti ho mai fatto mistero.
In larga parte mi pace quello che fate, condivido poco la vostra politica sui prezzi e certe scelte editoriali (il caso di Icaro, ad esempio)... ma quello che condivido meno di tutto è che nessuno vi faccia mai notare queste cose.
Icaro è un caso lampante: un fumetto stampato sapendo che non aveva una conclusione e venduto a caro prezzo.
A qualsiasi casa editrice diversa, lo si sarebbe rinfacciato per anni... alla Coconino no.
Perché? Perché hai ragione tu quando dici che avete saputo farvi voler bene e lo avete fatto tanto con una proposta di qualità, quanto con un attegiamento che ha imposto un sudditanza nei confronti del desolante panorama del fumetto italiano.
mi capita spesso di dire che i fumettari (lettori e autori) "hanno paura di avere il cazzo piccolo" e cercano sempre un appiglio per dire che "non sono solo fumetti".
Ecco, la Coconino questa istanza l'ha centrata in pieno: non sono solo fumetti, sono romanzi grafici... non state leggendo stupidate ma contenuti.
E tutti contenti.
In certi casi, è verissimo. Molte delle opere che presentate sono davvero dei bei fumetti, in altri casi sono fumetti piccoli che esplorano l'ombelico dell'autore ma con una bella copertina pesante e una grafica accattivante e seriosa che soddisfa quella voglia di essere "qualcosa di più del nerd che legge i fumetti" che hanno l'80% dei nerd che leggono i fumetti.

"Avere la stima vuol dire vendersi bene".
Anche.
E per voi lo avete fatto e ripeto, avete tutto il mio apprezzamento.
Riuscite a vendere (e a far leggere) fumetti anche a gente che generalmente non li compra (e non li legge).
E questo è un vostro merito perché ci sono altre case editrici che pubblicano materiale buono e similare ma che quei fumetti non riescono a veicolarli nella direzione giusta.

E infine, per la rubrica del "parlando d'altro...":
ci sono un mezzo milione di ragioni per cui un editore italiano ha solo eroi stranieri.

Da quelle strettamente legate alle "credenze" dell'editore (se è italiano non vende ed è provinciale) a quelle pratiche (se fai un fumeto a larga diffusione poliziesco in italia e metti un polizotto corrotto passi i guai... e lo dico perché ho avuto modo di confrontarmi con questa cosa).
Per non parlare del fatto che poi, per cultura italiana propria... all'eroe italiano il primo a non crederci è l'italiano stesso (discorso lungo e articolato che, detto così sembra una baggianata qualunquista ma che invece ha qualche fondamento storico che, probabilmente, conosci tu meglio di me).
Detto questo poi... io sono il primo che vorrei provarci.

igort ha detto...

çooooàpoooooo. questo non è un urlo disarticolato, ma solo il commento del mio gatto che ha passeggiato sulla tastiera.

Colgo l'occasione per chiarire definitvamente una cosa.
Icaro. Sono mortificato per il costume delatorio con il quale si affrontano le cose. perché mai non chiedete a me o a coconino cosa accadde?

Piuttosto che rimbrottare, costume (sport della lamentela facile) molto in uso nello stivale, meglio sarebbe domandare a chi forse è più informato. Ma questo implicherebbe la buona fede e il volere sapere effettivamente cosa è accaduto.

La storia prodotta per kodansha fu, dalla kodansha, interrotta dopo due volumi.
La coconino vince la gara di opzioni contro case editrici molto più grosse. Pubblichiamo.
Ma non siano editori tradizionali che incartano un libro e lo vendono. Io al fare bene questo lavoro ci credo sul serio. A Parigi organizziamo una cena, due anni fa, con Moebius e Taniguchi, un editor di Shuesha. Si parla di continuare la saga. I lettori ci sono. Convinco Taniguchi. mebius ha già scritto la storia, ha tutto da guadagnarci.

Accordo fatto. La Shuesha riprende le pubblicazioni di Icaro e ristampa i primi due volumi.
Mi segui? lo capisci con quanto affetto trattiamo i lavori e i lettori?

Abbiamo oragnizzato un tavolo davanti a un calumet della pace e proposto un network di editori che nel mondo lo voleva fare. E questo permettimi, caro Roberto, al di là di tutte le minchiate, è occuparsi di fare bene le cose e chiudere i cerchi.

Se poi, per questioni altre (di diritti stranieri) i due autori non hanno deciso di tenere fede a quello che di solito in Giappone è un accordo preso, questo tavalica il mio potere.
Non posso fare altro.

Ma a fine cena il tutto era concordato. E il mio lavoro di editore era fatto e compiuto.

Questo il primo punto.
Altro punto. Vorresti dirmi che un editore qualsiasi avrebbe non pubblicato Icaro, che costituisce storicamente la prima grande collaborazione tra due autori di oriente e occidente (e parlo di giganti). Sul serio mi fai una questione di mammoletta innocente? Parliamo di un lavoro epocale, che piaccia o meno. E' un caso unico per ora nella storia del fumetto. Non siamo ipocriti, state facendo questione di lana caprina. Solo per il gusto di criticare.
(e qui ci vorrebbe un altro ulro disarticolato, ma il mio gatto dorme della grossa adesso)

Caro Roberto tra i libri e i dischi ci sono numerose opere incompiute e nessuno chiede lo sconto sul prezzo di copertina. (sul costo dei libri facciamola finita, noi usiamo materiali di prima scelta, e sono più cari di carte igieniche su cui molto fumetto è stampato).

Icaro è più volte esaurito. E continua ad essere venduto. mi pare un caso strano quello in cui qualcuno si erge a difesa dei lettori mentre questi continuano a voler acquistare il libro in questione.
Tu hai comperato Icaro? vuoi restituirmelo? A lucca prendo la tua copia indietro se vuoi.


Come operatore fiero ed orgoglioso del proprio lavoro, quale ti stimo, non posso pensare che accetti una formula troglodita come "se è italiano non vende ed è provinciale", lo dicesse anche Gesu' Cristo in persona
(ribadisco, sono uomo di fede, eppure...)

E' proprio per questo genere di cacate che il fumetto italiano è provinciale e spesso riscalda minestre americane , che come è noto in cucina valgono zero.

Mi fa piacere parlare con te, scrivere opinioni diverse. Scambiare visioni. io credo che il fumetto abbia bisogno di confronti. ma se vengono fuori dei limiti cerchiamo di capire quali sono e di capire soluzioni possibili.

Scrivendo e disegnando storie italiane noi fessi di coconino stiamo comunicando con il mondo. Ma questo, forse, non è simpatico dirlo.

Anonimo ha detto...

Su Icaro (che cmq ho preso come esempio):
se una casa editrice tal dei tali compra i diritti di un fumetto, spaeno che non ha una conclusione e che "forse" non l'avrà e poi la pubblica in Italia, di solito succede che i lettori insogano in quanto non si è stati "onesti" a priori.
Quando io ho preso il primo volume di Icaro non sapevo che non sarebbe finito. Non c'era scritto da nessuna parte.
Sull'importanza dell'opera poco da discutere... sul fatto che un comportamento simile a nessuna casa editrice sarebbe stato perdonato ma alla Coconino sì, nemmeno.
Tu stesos dici che il volume continua a vendere.

Sui costi... userete pure materiali di prima scelta, è vero. Ma io li preferirei di seconda con prezzi più abbordabili.
O magari preferire una edizione economica dopo che avete venduto i volumi a prezzo pieno.
Fare bene al fumetto significa pure veicolarlo verso quelli che un volume da 28 euro non se lo possono permettere e non solo verso un pubblico raffinato e senza grossi problemi di spesa.

Sulla formula "se è italiano è provinciale e non vende".
Non ti sto dicendo che la accetto... ti sto dicendo che è una delle problematiche (non la sola e nemmeno la più grave).

Detective Dante era partito come serie ambientata in Italia.
L'idea mi è stata bocciata da subito.
Se fai un fumetto poliziesco italiano, un popolare che raggiunga le edicole e possa attirare l'attenzione di qualcuno, non puoi fare poliziotti meno che buoni.
Altrimenti passi rogne, rogne vere.
E se non credi a me, parla con Lucarelli dei problemi che ha avuto con la stesura degli script per Coliandro (la serie televisiva) o parla con il direttore editoriale Eura delle varie magagnne che ha avuto nel corso degli anni.
Io, tra fare un poliesco "censurato" e uno libero... ho preferito farne uno libero.

Ma i problemi non sono tutti qui perché non solo di polizieschi vive il popolare, per fortuna.

C sono un mucchio di ragioni concrete per cui non si investe (tanto) su personaggi italiani.
Posso non condividerle o dire che andrebbero combattute... ma sono dati di fatto con cui, se non stai lavorando nella completa indipendenza, devi confrontarti.
E il popolare da edicola da indipendente non lo affronti e lo sai meglio di me.

Poi è ovvio, da indipendente o quasi tale, faccio le cose in cui credo: e allora il nuovo volume di Battaglia (il vampiro siciliano) è il lavorazione e uscirà.

Ma ripeto: il popolare ha certi paletti con cui non è che sia dura combattere: è proprio impossibile (anche perché i soldi in ballo non sono i miei).

Anonimo ha detto...

La devo smettere di scrivere di fretta e non rileggere.

igort ha detto...

Si' è meglio scrivere con calma perché altrimenti sembra che si parli per nulla. Rileggiti il mio commento che spiega le ragioni di Icaro. La tua risposta mi pare superata da quanto spiego.
Un libro per conto mio puo' costare anche 55 euro. io per comprare un Meridiano Mondandori spendo anche quella cifra. Ma voglio la qualità. Se compro mutande di armani pretendo di più che se compro pret-a-porter, son due mercati diversi, te lo devo dire io?
Il fatto che tu ti riferisca a un prezzo, quello di 28 euro, che è Blankets e poi non spieghi che si tratta di un eccezione (volume di seicento pagine con sovracoperta) e che eviti accuratamente di citare i 9 euro e 90 di Old Boy (che è invece una collana) come la devo prendere?
Non mi pare onesto intellettualmente.

Mi parli di paletti da rispettare nel mercato (le cacate degli editori e le convenzioni) e poi pretendi di fare le pulci a un'edizione curata. mi sembri quel tale che diceva: "Armatevi e partite!"

Anonimo ha detto...

Scusate, visto che il dibattito si e' acceso, ci potete anche dare un link al commento segnalato da Gipi a Igort? La tesi della "sudditanza psicologica" ha dell'incredibile. Coconino, Black Velvet e tante altre piccole si aggiudicano premi perche' producono materiale semplicemente piu' interessante. E pubblicandone tanto, stupisce che non ne vincano di piu'. Il link! Datece il link!!

igort ha detto...

http://theviciouscabaret.forumcommunity.net/?t=3883120

ne lessi un'altro in cui si parlava delle nomiation di Napoli, anche quello è un pezzo da antologia.

Anonimo ha detto...

"Sui costi... userete pure materiali di prima scelta, è vero. Ma io li preferirei di seconda con prezzi più abbordabili."
ma scusa, cosa vuol dire "preferirei"? se uno ha una linea editoriale che si è imposta anche sul mercato, che senso ha dirgli "io preferirei che faceste in un'altra maniera"? Cioè, un lettore vede che è un bel libro, valuta il costo, decide comunque di comprarlo perchè pensa che ne valga la pena.
Mi ricordo quand'ero ragazzino che c'era gente che si comprava 5 copie identiche degli X men con la copertina diversa, di soldi ne spendevano pure loro, ognuno decide come investirli.
Sull'"è italiano e non vende", tutti sanno che è un problema. E se qualcuno s'industria per forzare questa strada, chiaramente con la sua politica, le sue scelte e gusti - che non sono quelle del mainstream - perchè bisogna pigliarsela con lui? Boh, non lo capisco proprio.

Anonimo ha detto...

28 euro era il prezzo di Blankets?
non lo sapevo, non l'ho preso perché ricordo che all'epoca lo giudicai troppo costoso.
Così come trovo troppo costi tanti libri di narrativa e magari aspetto che escano in economica... ma la Coconino l'economica non la fa e quindi Blankets non lo leggerò.
Forse così è più chiarificata la mia politica dei prezzi anche per Luca e Manuele (loro come li giuidichi Igort? Lettore o pecorame paludente al contesto in cui hanno deciso di intervenire?).

Su Icaro: forse non ci capiamo.
Tu mi avrai pure spiegato... ma quando hai pubblicato Icaro sapevi che non c'era una conclusione e, a che io mi ricordi, questa cosa non è che l'avete pubblicizzata, no?
Ora... se la Panini (o l'Eura o qualsiasi altra casa editrice) pubblica un fumetto e non avverte che è senza finale, di solito viene duramente criticata e si mette in discussione l'onesta dell'operazione. Inidpendentemente dalle buone intenzioni e dai sforzi che può aver impiegato per fare in modo di trovare la conclusione per quell'opera.
Alla Coconino non si recrimina nulla.
Non i prezzi (anzi, c'è gente che sembra palesemente contenta che questi volumi costino caro... sarà che li fa setir parte di una elite), non le scelte, non i piani editoriali.
E' l'unica casa editrice esente da critiche.
E io vi dico bravi.
Poi vi offendete perché dico che avete saputo vendervi bene.


p.s.
i premi su Napoli?
Può essere... abbiamo pure vinto, figurarsi se non ho polemizzato su un premio che ho vinto.

Anonimo ha detto...

bah, non hai risposto alle obiezioni... esente da critiche, ma cosa vuol dire? cos'è tutto sto complesso di inferiorità? scusa, io non conosco il tuo lavoro, ma non ti basta cercare di farlo bene e beccarti le tue di critiche senza screditare gli altri? io sto da un pezzo fuori dall'italia e mica c'è sempre sta garetta a chi sputtana più gli altri. Facciamo lo stesso mestiere? allora facciamolo con rispetto, di modo che il fumetto nella sua varietà costruisca una base di condivisione e precezione da parte del pubblico, e non debba azzerarsi ciclicamente ogni 10 20 anni come succede in italia.
una pecora plaudente

Anonimo ha detto...

Ma tu che blog leggi?
Il discorso è nato da un "segaioli" espresso da Igrt nei confronti della gente che frequenta il mio forum.

Sui costi ti ho risposto e chiaramente.
Ma se vuoi mi ripeto: la Conico e Igort dice spesso di aver sdoganat il fumetto dai suo ghetto culturale.
Bene, bravi.
Peccato che lo abbiano fatto per tasche che si possono permettere volumi cari.
Indiscutibilmente ben curati ma cari.
Visto che non è prevista alcuna collana "economica" che ristampi quanto già editato in forma di lusso... io tutta questa opera di divulgazione non ce la vedo.
Vedo una bella casa editrice che fa prodotti belli, costosi e di nicchia e vende ad un pubblico pronto a pagrli.
Sento come volteggiare nell'aria il termine "radical chic". Tom Wolfe, salvami tu.

Anonimo ha detto...

DEMONIO della Battitura Sbagliata Esci Dal Mio Corpo!!!

igort ha detto...

Caro Roberto,

dai non fare cosi', sei stanco perché hai aperto una tua discussione laterale nella quale siete liberi di criticare quello che ho scritto. Tanto io non lo so. Me lo dicono gli amici.
Manuele è un autore, sei pregato di rispettarne le opinioni. le ha articolate in maniera esauriente, non facciamo i bambini. OK?

La cosa di Icaro non è come tu dici. Insisti per il gusto di avere ragione. te la do, se vuoi.

Forse ricorderai che sono uno degli autori che ha lavorato molto con il Giappone (mio Dio a chi interessa tutto cio'?) Sono amico di Taniguchi e so quali erano gli sviluppi meglio di te. Quando ho comperato i i volumi c'era in ballo un'altra casa di fumetti guidata dal signor Amano, in Giappone (bijutsu shuppansha). Questa casa presagiva un seguito della serie ICARO, che era, al momento, ancora aperta.


Poi si è passati a Shuesha.


Ma perché mai si deve prendere le cose sempre in malafede?

Tu hai una visione, fai i fumetti popolari, io ne ho un altra, faccio graphic novel. Cerco di farlo meglio che posso, forse sbaglio. Ma vorrei che mi fosse fatto notare quando sbaglio sul serio, in questo caso hai torto marcio.


La politica dei prezzi?
Ci sono albi coconino in edizioni a prezzi popolari. Sono sul mercato 5 è il numero perfetto e Gipi (appunti) dal 10 ottobre se non erro. Da novembre un'altra collana economica curata da noi.


Mi piacerebbe che nel tuo terreno di caccia facessi lo stesso sforzo per abbattere le barriere dettate da pregiudizio e stupidità (come quelle che mi racconti, accettandole pero' supinamente). Il mercato è qualcosa di più grande di noi, e ne conosco le difficoltà. Ma siamo onesti, proviamo.

Le cose cambiano ma occorre molta fatica e soprattutto "un progetto".
Ce l'hai, caro Roberto, un progetto che non sia il solo "fare fumetto popolare?"

Fumetto popolare = una cosa che si vende tanto?

Che vuol dire poi questo non lo so. Yuri, in Giappone, era pubblicato da un milione e duecento mila copie. Non mi sono mai vantato di fare fumetto popolare, mi bastava dire che facevo fumetto.
Ma credo di avere un 'idea di cosa voglio fare e dove voglio andare.
Lasciami questa illusione.

Aspetto che mi stupisca e saro' lieto di strabuzzare gli occhi leggendo tue nuove cose.

Anonimo ha detto...

Senti, non ci credo a questa cosa che i poveri non possono comprare i fumetti Coconino e di conseguenza non possono avvicinarsi a un altro tipo di fumetto. Ci sono diversi titoli e collane, più o meno cari, la collana ignatz costa poco, volumi in bicromia o offset 29*22 da centinaia di pag. costano 16 euro, non è tanto. Alcuni costano di più, ok. Ma non mi dire che dall'altra parte della staccionata è diversissimo.
Io sono uno della vecchia guardia, ho letto tonnellate di mainstream americano e speso di conseguenza, anche per cazzate assurde come quella degli x men che ti dicevo. Edizioni extralusso di Watchmen e Batman, costano, me le sono comprate.
Non pensi anche tu? dopo magari scrivimi una mail che se no incasiniamo il blog.
ciao

Anonimo ha detto...

Che in poche parole significa: pigliata il "nerd segaioli" e portatelo a casa tua, perché -anche quando spieghi a chiare lettere- un punto, io ti ignoro o faccio finta di non capire... e se ti metti a ribattere ti riprendo perché lui è un "autore" (se era un lettore non mi riprendevi?).
Hai ragione.
Meglio chiudere.
Io speravo di venire sorpreso già da oggi ma non è così.

igort ha detto...

Mi pare di avere speso molte parole a cercare di chiarire. La discussione l'avete aperta voi nel tuo forum. Ho cercato un ponte, prendendomela con certi atteggiamenti e, credo, esprimendo concetti articolati.

Caro Roberto, mi sembri impermalito. Non giocare con le parole, esprimi il tuo progetto, di la tua. la si rispetta.

Tu non compri il fumetto stampato bene su carta buona perché costa caro? leggittimo. Consenti ad altri di usufruirne.

Le tue teorie populiste sul proletariato da libreria sono discutibili. A me risulta che in italia ci sia un consumismo sfrenato. Telefonini e tv al plasma folleggiano ovunque.
Ma facciamo ancora le barricate pretestuose se credi. io non le avevo mai fatte sin'ora, chiesi anche a te e Bartoli di pensare un progetto eiditoriale insieme, ricordi?

Pero' piace sempre fare la bagarre.

E' una debolezza irrinunciabile nel nostro piccolo pianetino.

A presto. Buon pranzo.

Anonimo ha detto...

No.
Mi spiace. Essere preso in giro, no.
Sul mio forum si è fatta una discussione su Gipi, su alcune sue esternazioni e su alcune sue scelte professionali.
Discussione civile in cui nessuno ha usato frasi offensive o volgari.
Tu tu ci hai dato dei nerd-segaioli.
Io ti ho risposto.
Poi abbiamo parlato d'altro.

In questo parlare d'altro tu hai fatto delle affermazioni, io ti ho portato alcuni esempi concreti.
Alcuni li hai ignorati, altri li hai presi in considerazione, su altri hai sorvolato con leggerezza schivando il problema (tipo quello di mandare in edicola un fumetto di 94 pagine senza un editore con i soldi che te lo produce).
Poi hai deciso che noi due facciamo cose diverse e io mi adeguo.
Io faccio fumetti.
Tu dici di fare "graphic novel".
Per me dire "graphic novel" è solo un modo per darsi un tono e per non dire che fai la stessa cosa che faccio io (e pure Battaglia sarà un "fumetto" e non una "graphic novel" o romanzo grafico che dir si voglia).
Quindi, a conti fatti, le barricate non sono le mie perché io di distinguo tra quello che faccio io e quello che fai tu, non ne ho fatti.
Facciamo fumetti.
Li vendiamo in maniera diversa.

preacher ha detto...

entro solo un attimo nella discussione, per puntualizzare una cosa.
Sono il padrone di casa del forum The Vicious Cabaret.
Non entro nel merito della discussione tra RRobe ed Igort.
Posto solo quanto scritto anche sul forum, per conoscenza:
Salve,

sono uno dei padroni di casa.

anzi, sono quello che la casa l'ha messa su all'inizio, e poi ha avuto modo di farsi aiutare da molti amici (che non ringrazierò mai abbastanza).

La libertà, in questa casa, è massima. A volte porta a cazzeggio, a volte porta all'approfondimento.
Ma nessuno dice mai agli altri "oh, ma qua bisogna approfondire!".
Soprattutto non lo dice uno che passa, si affaccia alla finestra due minuti, magari in un momento in cui ci stiamo divertendo, e poi se ne va, e da casa sua dice come ci si deve comportare in casa d'altri.


Grazie dello spazio.

igort ha detto...

Prego.

un fumettista.

Gipi ha detto...

Secondo me, numerosi sono gli incartamenti. Permettetemi, visto che la discussione che mi riguarda è all'origine della discussione, di provare a fare chiarezza.

capitolo primo:
Io ho una discussione con Rrobe ed altri frequentatori di The vicious cabaret, sulla questione Lucca comics.
Sullo stesso forum leggo un sacco di opinioni riguardanti il mio lavoro, il disegno, la sudditanza psicologica nei confronti della Coconino. Li ritengo delle cazzate, ma non me ne occupo, ognuno può scrivere quello che vuole.

Rispondo invece a Rrobe, sulla questione Lucca (e solo su quella) perchè sono chiamato in causa su una questione reale, di lavoro e comportamento, da una persona che conosco personalmente.

Non lo avrei fatto altrimenti.

capitolo secondo:
Termino il mio librino nuovo e sento igort al telefono. Ridiamo e scherziamo e gli racconto pure della discussione avuta. Mi chiede il link e glielo do.

Quindi sono io quello che ha fatto da ponte (spia) tra i due mondi.

Nel capitolo terzo Igort si incazza e spara un "segaioli".
Ora, a parte che io non me la prenderei tanto per quella parolina. Penso che ad un disegnatore facciano più male accuse sul suo lavoro o sulla qualità delle sue opere.
Penso pure che ad un editore facciano più male tonnellate di teorie sulla "cupola" coconiniana (si semplifica) e su questo atteggiamento "intellettualoide" della quale gli autori coconino si dice siano pervasi.

Se una discussione può esserci, che vada oltre l'insulto scemino. Che ve ne frega del "segaioli"? Io sono un segaiolo. Sempre stato. Siamo pari. Possiamo andare avanti?

C'è un argomento di discussione, oltre a quello, infantile, dell'offesa? Se c'è, per favore chiariamolo.
Così, magari facciamo un passo.

L'attacco a Coconino mi sembra davvero una cosa scema. Invece di essere contenti, tutti i fumettisti intendo, della penetrazione che i lavori coconino stanno avendo.
Quando si aprono strade differenti (vedi le pagine di fumetto sul Corriere della sera o Repubblica) poi ci passano tutti. E' un bene.

andrea barbieri ha detto...

Io volevo dire una cosa su Icaro: ci sono in libreria un sacco di capolavori che non sono stati mai terminati, allora per esempio non avrebbero dovuto pubblicare "L'uomo senza qualità" di Musil oppure "Il pasticciaccio" di Gadda?
Considerando che Roberto è uno che sostiene l'equazione cultura bassa = cultura alta (equazione che io non comprendo distinguendo semplicemente tra poeti e cazzari, ma questa è un'altra storia...) dicevo Roberto criticando la pubblicazione di Icaro sta cadendo in una cotraddizione che ha dell'abissale.
E comunque a me manca il secondo volume e se Igort riesce a farselo restituire a Lucca lo compro io al prezzo di copertina.

igort ha detto...

Quello che auspico non è un duello, ripeto Roberto che si è impermalito non so bene per quale parola: ha delle idee su Icaro e l'autorità di coconino ecc che sono pura leggenda. Ho cercato di chiarire questo punto. Concordo poi con Gipi che il mettere alla berlina un atteggiameno di lavoro è molto più grave (Gipi critica Lucca e poi fa un manifesto per il festival, ma hagià spiegato benissimo la sua posizione).

E poi diciamocelo, certi atteggiameni sono da prendere poco sul serio. sono cazzeggio per stessa ammissione di chi sriveva.

Poi quando il discorso si fa serio e si parla di progetto, di idea. Allora scatta la molla pdella permalosità in ritardo e ci si ritira.

Roberto, ma non ti divertivi a polemizzare con me?

Magnus, per dire, mi diceva sempre che lui aveva bisogno dell'edicola. Pero' amava Pratt e teneva d'occhio Micheluzzi. Con lui si parlava tranquillamente e conosceva molto bene le cose di Valvoline. Facevamo discorsi su posizioni a volte pure molto diverse; ma abbiamo pure trovato il modo di lavorare insieme.
Io non voglio che tutti si genuflettano davanti all'altare coconino (benché da uomo di fede...) non ci sono altari qui.

Noi facciamo il nostro lavoro e abbiamo un nostro mercato (che brutto modo di porla...) ci sono altri modi e mercati possibili. Se Roberto ha voglia di parlarne è il benvenuto.

E poi a me playboy è sempre piaciuto, ci pubblicava pure Lenny Bruce e c'erano signoirine da capogiro.

Gipi ha detto...

Quando avevo 19 anni andai a Roma alla redazione di Playboy a cercare di piazzare qualche illustrazione.Non so come mi era venuta in mente questa idea assurda. Avevo disegnato delle orribili ragazzine mezze gnude e il mio cervello malato pensava che avrebbero avuto spazio su quello giornale.
Chiaramente mi cacciarono subito e fui riaccompagnato in macchina da due ragazze playboistiche che, visto la meravigliosa compagnia che le facevo, mi scaricarono (a piedi, con la cartella piena di disegno) in pieno raccordo anulare, con una scusa grottesca.

Così, tanto per fare una pausa e approfondire il tema "l'influenza di playboy nel fumetto contemporaneo italiano".

andrea barbieri ha detto...

Eh, eri giovane, cercavi una tua strada...
Infatti hai trovato il raccordo anulare :-)

Anonimo ha detto...

Devo aver seri problemi a farmi capire:
questione cultura alta-cultura bassa
Non l'ho sollevata io, anzi.
io sono quello che dice che si batte proprio per evitare questa distinzione e che il termine graphic-novel non aiuta in questo, anzi.

Questione Icaro:
non ho discusso la qualità dell'opera, l'ho presa in esame pe fare un esmepio della "non critica negativa" di cui gode (e beate lei) la Coconino.
C'è un dato di fatto, ovvero che è stato pubblicato senza avvertire di qualcosa che voi sapevate, ovverosia che l'opera non era completa e non era certo se sarebbe mai stata completata. Ho comprato io stesso il primo volume senza saperlo e non l'ho appreso dalla lettura del primo volume stesso... è stata una sorpresa che ho scoperto dopo la lettura del secondo.
Qualsiasi casa editrice sarebbe stata criticata per quesso.
Qualsiasi casa editrice VIENE criticata per questo(non sono pochi gli esempi in Panini, tanto per un esempio).
La Coconino no.
Alla Coconino su una cosa del geenre non si è detto niente.

Questione prezzi: forse seguiamo forum diversi o sentiamo lettori diversi... ma quelli che sento io soffrono e parecchio dell'attuale tendenza dei prezzi dei volumi.
niente in conrario se mi dite: vogliamo pubblicare sui materiali migliori, queini i nsotri prezzi devonoe essere quello che sono, anche per albi di poche pagine come gli Ignatz.
Ma se mi dite che è interesse della Coconino sdoganare il fuemtto e fargli bene anche nel senso della sua diffusione, allora per me i prezzi della Coconino sono troppo alti.
Sarebbe per me auspivabile la presa in considerazione di una collana economica di ristampe, proprio come qualsiasi casa editrice di romanzi-saggi e via dicendo.

Questione Coconino e "sudditanza psicologica".
mi è stata fatta una domanda ho risposto.
mi dispiace se la mia sincerità vi ha offeso ma è quella la mia opinione... in molti ambiti la Coconino è vista come una realtà coccolata.
Mai parlato di cupola e mai neanche pensato che sia la Coconino a imporre o fare pressioni.
Penso, e l'ho già scritto, che i critici premino la Coconino anche per fattori che non dipendono dalla bontà della proposta ma perché premiare la Coconino fa figa, fa "cultura", fa radical chic.
Quando Caludio Curcio ha premiato Gipi a Napoli e si è scusato con lui della platea modesta di Napoli in confronto a quella di Angoulemme a cui Gipsi è abituato, io volevo sprofondare.
Questo non è volere bene al fumetto italiano, è soffrire del solito complesso di inefriorità che ci fa verggnaredi dire "fumetto" invece di romanzo grafico.


Questione Gipi:
ne avevamo già parlato direttamente io e lui sul forum dell'Elite. In una qualche maniera ci eravamo chiariti. Lui mi aveva detto quello che aveva da dirmi, io gli avevo detto quello che avevo da dirgli.
Mai fatto mistero che apprezzo molte cose del Gipi autore e molto meno certe riflessioni-provocazioni o dir si voglia. E' stat un momento di confronto tra me e lui e per me è stato anche un momento utile.
Questo nulla ci capa con la questione i questo blog e del commento di Igort.
Si è dato dei "segaioli" a gente che stimo e a me stesso, si è pralto di "peti", "coglionerie" e quanto altro.
Rispondere a tono per me non è un diritto in questi casi, ma praticamente un dovere.

Ora, più didascalico di così io non posso essere.
Spero di aver chiarito i miei punti.

Anonimo ha detto...

Ne sto facendo un arte dello sminchiettare sulla tastiera a caso. Vabbè, perdonate gli errori: penso veloce, batto veloce, mi pento troppo tardi.

igort ha detto...

Si ma quale è il progetto? Roberto che fai di mestiere l'autore o l'anguilla?

Se la metti cosi' sembra che ti senta in trappola. Qui non ci sono trappole, solo un affettuoso invito. Ne hai voglia?

(non ne parlo più di icaro e carte, Ho spiegato e annoiato abbastanza chi ci legge, se insisti posso solo pensare che sei in malafede. )

Un abbraccio. Ma parliamo delle idee. Come lo vedi il fumetto popolare di domani. Quello a cui tu e Lorenzo e altri lavorate?

Gipi ha detto...

Rrobe ti rispondo in stile forum, lo faccio a mano, per restare ben legati sugli argomenti.
Rrobe scrive:
"Qualsiasi casa editrice VIENE criticata per questo(non sono pochi gli esempi in Panini, tanto per un esempio).
La Coconino no."

Viene criticata molto sul vicious cabaret forum. Pure su altri, su comicus etc. Sono voci pure queste. Non è che sta in torre d'avorio avec ancelle nudiste.

Rrobe scrive:
"Quando Caludio Curcio ha premiato Gipi a Napoli e si è scusato con lui della platea modesta di Napoli in confronto a quella di Angoulemme a cui Gipsi è abituato, io volevo sprofondare."

Ora, a parte che ad Angouleme naturalmente non sono abituato, era una frase di cortesia. Io manco la ricordavo.
Non capisco perchè dargli questo peso.
Comunque, se hai visto le premiazioni di Angouleme (e l'importanza che questo riconoscimento può avere nella vita del premiato) ed hai visto Napoli, non puoi dirmi che è la stessa situazione. Per quanto io mi tenga i due premi sulla stessa mensolina, c'è da essere realistici.

Come scrive Bottero sul forum: "se gipi non avesse vinto angouleme non farebbe le strisce per internazionale" :)

"Questo non è volere bene al fumetto italiano, è soffrire del solito complesso di inferiorità che ci fa verggnaredi dire "fumetto" invece di romanzo grafico."

Eh, io "fumetto " l'ho detto stamani al volontario degli invalidi civili che è venuto a prendere i soliti 25 iuri. Ci ho detto: faccio dei libri a fumetti. E lui ha detto che ha un figlio di 12 anni bravissimo, che fa questi mazinga (mazinga, ha detto, è un 12enne anacronistico) e che me li porterà a far vedere, visto che "abbiamo la stessa passione".
Il problema è che NON abbiamo la stessa passione.
Sono due cose diverse. hanno metodologie di progettazione, costruzione e realizzazione che sono diverse.

Allora, perchè dobbiamo chiamare due cose diverse con lo stesso nome? Dov'è l'utilità, in questo?
Insomma, quando il ragazzino figlio del volontario verà a vedere i miei lavori, resterà deluso. E sarà anche per colpa tua :)

Anonimo ha detto...

Il "mio" progetto Igort?
Sul piano strettamente personale è scrivere (e quando possibile disegnare) belle storie che facciano divertire il mio pubblico.
Se viene qualcosa di più, tanto meglio.

Sul piano professionale, il progetto è sempre il solito nche se diventa sempre più complicato:

- lavorare e creare lavoro per altri
(che è quello che facciamo da 12 anni in Eura)

- invertire la rotta dell'esportazione di fumetti. Ovvero produrre qui e vendere fuori... e non andare a produrre fuori per poi vendere qui.

- crecare di mettere in piedi un sistema produttivo credibile, che abbia le gambe per stare in pedi da solo e che sia replicabile da altri... in maniera da dreare vera alternativa al lavoro con i grandi editori

E l'impegno che ho preso con BD per "Garrett" e "Le Guerre di Pietro" (Battaglia) è proprio volto nella direzione di questi due ultimi punti.

Anonimo ha detto...

@ Gipi:
"Comunque, se hai visto le premiazioni di Angouleme (e l'importanza che questo riconoscimento può avere nella vita del premiato) ed hai visto Napoli, non puoi dirmi che è la stessa situazione. Per quanto io mi tenga i due premi sulla stessa mensolina, c'è da essere realistici."

Sì, ci sarà da essere realistici, hai ragione... ma perché doversi sempre dare la zappa sui piedi?
Perché dover sempre stare sotto i piedi del Savonarola e lui può muoversi, pure?
L'esempio di Caludio te l'ho portato perché è indice di una forma mentis comune.
"La Francia è un'altra cosa" che è il mantra che ha sostituito quello che andava di moda dieci anni fa "Gli stati uniti sono un'altra cosa".
Io lavoro in Italia, sono fiero dei nostri successi e piango delle nostre miserie... ma porcapupazza non rinnego nessuno dei due,


"Eh, io "fumetto " l'ho detto stamani al volontario degli invalidi civili che è venuto a prendere i soliti 25 iuri. Ci ho detto: faccio dei libri a fumetti. E lui ha detto che ha un figlio di 12 anni bravissimo, che fa questi mazinga (mazinga, ha detto, è un 12enne anacronistico) e che me li porterà a far vedere, visto che "abbiamo la stessa passione".
Il problema è che NON abbiamo la stessa passione.
Sono due cose diverse. hanno metodologie di progettazione, costruzione e realizzazione che sono diverse.

Allora, perchè dobbiamo chiamare due cose diverse con lo stesso nome? Dov'è l'utilità, in questo?
Insomma, quando il ragazzino figlio del volontario verà a vedere i miei lavori, resterà deluso. E sarà anche per colpa tua :)"

Perché io questa differenza non ce la vedo?
Io pure a 12 anni disegnavo Mazinga e magari pure tu.
Eppure oggi ditengo che Clowes sia uno dei più grandi autori che abbia mai letto.

ausonia ha detto...

i forum (nel nostro caso) rappresentano la tv generalista del fumetto. pubblicizzare i propri libri su un forum significa arrivare a persone. tante persone e diverse magari dal pubblico di riferimento del tuo libro. non lo trovo malvagio e non ho incontrato solo nerd.

ci sono nerd anche nel fumetto indipendente. echisenefrega.

i forum sono strutturati diversamente dai blog. sui Blog si parla (si approfondisce), sui forum si procede per botta e risposta (si cazzeggia parecchio).
ma non sarebbe male trovare le proposte coconino su comicus.

perché?

perché anche questa volta, qui, adesso, leggendo questi scambi di opinioni e insulti soft reciproci, ho avuto l'impressione della separazione di due mondi e di due modi di intendere il fumetto rispettabili e condivisibili. ma...

ma no credo che le opinioni degli autori dei due mondi debbano per forza separare anche i lettori.
mi spiego:
il fatto che io abbia un'idea diversa di fumetto rispetto a quella che ha recchioni, non significa che non sarei felice che qualcuno dei suoi lettori affezionati leggesse un mio libro.

e quindi anche questa cosa espressa su questo blog, mi sembra un'occasione mancata per capire che si può non trincerarsi dietro "fittizzi bacini d'utenza popolari" e "fittizzi bacini d'utenza culturalmente più elevati"

grazie a tutti.

Gipi ha detto...

@Rrobe:
Idem in Italia lavoro io. (ora parlo come yoda)
Faccio le illustrazioni per repubblica e ci infilo i balloon, le parole scritte. Sarò ingenuo, ma per me è pure quello un modo per far fare dei passi a questo mestiere.

Coconino sta facendo fare un percorso a questo mestiere, e non in francia. Qui. In Italia. Quindi risiamo al punto di prima. Se anche per te l'obiettivo è la diiffusione di un tipo di linguaggio (diciamo di diversi tipi di linguaggio) perchè attaccare proprio Coconino?
Quando un libro di Igort si becca una bella recensione su un quotidiano a me non viene da dire:"ecco il solito radical chic." mi viene da dire "bene".
E' questa risposta agli eventi positivi in forma negativa che mi da fastidio.

La differenza.
Se non la vedi allora perchè parli di popolare e radical chic? Accidenti. Secondo me la vediamo entrambi. Eccome.
Solo che a me non fa incazzare che questa differenza ci sia.
E naturalmente qui parlo in termini personali, non di categoria (mamma mia).
nel librino mio ultimo ho fatto tanti di quegli esperimenti di linguaggio/ritmo/disegno che non so se avrei potuti farli in un contesto diverso.
Credo di no.
Però su questo sono ignorante, forse fallo.

Anonimo ha detto...

Credo che ci sia una incomprensione di fondo.
Io non attacco la Coconino.

Quando leggo una recensione di un libro di Igort su Repubblica dico pure io "Bene".
poi ci aggiungo: "certo che sono proprio bravi a trovare i canali giusti per veicolare la loro roba".
Ora... se per voi questo è un attacco io non lo so.
So che per me non lo è.

Poi è ovvio: abbiamo divergenze di fondo (Grafic Novel -Fumetto, tanto per fare un esempio) ma io, se la Coconino va bene, sono contento.

Presto o tardi mi sono sempre detto che voglio pure fare qualcosa con Igort, quindi figurati!

Sul resto: non lo so Gianni.
Io in un ambito del tutto diverso del tuo ho fatto cose molto strane e proposto autori altrettanto strani in edicola (un Rosenzweig, giusto per fare un esempio) e l'Eura non mi ha fatto problemi.
Pure in Bonelli si fanno dei piccoli passi... con i tempi Bonelli, ovviamente (che sono ere geologiche per me che ho sempre fretta) ma si fanno.
L'Astorina mi ha assunto per scrivere DK... io non sono uno scrittore esattamente "normale" per l'ambito popolare. E' un gesto di apertura.
Poi non lo so... forse le nostre idee non sono tanto lontane come ci sembrano.
Forse no.

ausonia ha detto...

il punto, caro gipi, è che io vivo in un mondo per metà fatto da nerd e per metà da radical chic.

ed è un mondo disgustoso.

poi c'è una piccola cosa che sta in mezzo che non ha nomi né definizioni.

e ausonia ha deciso di abitare in questa zona franca.

questo è il mio ultimo commento.

Gipi ha detto...

@ausonia
dai fratello ci sono un sacco di altre forme che rendono il mondo non così schifoso. Non vorrai dimenticare , che ne so... i cannibali?

igort ha detto...

Auso', che fai ti suicidi?

(questo è il mio ultimo commento.)

Anonimo ha detto...

Questa serie di commenti sono interessantissimi. Me li leggo per bene e poi dico la mia. Ma io dico, ragazzi, queste piccole case editrici, magari possono apparire spocchiose, intellettualistiche etc ma portano dei begli stimoli. Nessuno toglie niente al fumetto di mero intrattenimento, forza. E diciamo anche che a Igort ogni tanto scappa un epiteto di troppo, ma da qui a pensare che ci sia la grande congiura, anzi "la sudditanza psicologica" che influenza le giurie italiche e internazionali etc.... Vi pare? Andiamo! Non e', ripeto, semplicemente il fatto che queste piccole case editrici rischiando economicamente, pubblicano cose di stimolo, interessanti (alcune di piu', altre di meno). Tutto qui (e vi pare poco). Poi non lamentiamoci se il mainstream da fumetto di intrattenimento diventa noioso, ripetitivo. Mi ricordo che Mari che anni fa faceva un Natahan Never sperimentale venne subito normalizzato per paura che i lettori insorgessero. Andate a vedervi alcuni bei numeri di NN di adesso...poi ci si meraviglia se non vendono piu bene. Viva Coconino, Black Velvet, BeccoGiallo etc etc, che provano a farci vedere qualcosa di nuovo.

Anonimo ha detto...

igort ma perchè il tipo nel disegnino del tuo nick ha un broccoletto nella testa?
ciao

Anonimo ha detto...

Credo che sparidinchiostro abbia definito molto bene il problema.Sono due cose diverse che si leggono e vendono in luoghi diversi.Ma si tratta dello stesso genere, no, pardon, linguaggio.Scusate l'ignoranza ma anche a Pratt e Crepax facevano gli stessi problemi di popolare o meno?

loopguru

igort ha detto...

Pratt e Crepax? Scusa Loopguru io sono un poco più antico di te, si lo stesso dibattito aleggiava ma nessuno, che io ricordi li attacco' direttamente. Ma qui si parla civilmente di visioni diverse. E' vero che serve un nome per chiamare quelle cose che sono fumetti ma non sono serie.
Non lo si è ancora trovato.

igort ha detto...

Per Sy, il broccoletto? Mi piacciono i broccoli, ne ho la testa piena.

Anonimo ha detto...

ahahahahah (ho notato)

igort ha detto...

Si chiude l'asilo, dai Sy rientra, non ho tempo per gli spiritosoni come te. Forza, a nanna.

Flavio ha detto...

"E' vero che serve un nome per chiamare quelle cose che sono fumetti ma non sono serie.
Non lo si è ancora trovato."

Ma perchè non si possono chiamare semplicemente fumetti davvero non lo afferro...
Dare nomi diversi a prodotti, che di fatto da un punto di vista meramente tecnico sono realizzati in maniera assai simile, in base a un giudizio di valore (del tutto soggettivo) o contenuto mi sembra ridicolo.
La verità è che una distinzione a me, aspirante fumettista ma per ora prevalentemente lettore, non importa affatto, mi interessa solo leggere una bella storia e possibilmente guardare dei bei disegni.
In base al mio giudizio ci potranno essere storie belle o cagate pazzesche di fantozziana memoria ma tutto ciò a prescindere dal fatto che le abbia scritte Gipi (che apprezzo tantissimo) o Roberto Recchioni (che aprezzo altrettanto).
Per fare un parallelo cinematografico dietro la macchina da presa da sempre ci sono tanti Orson Welles e tantissimi EdWood,eppure entrambe le categorie sebbene in maniera diversa fanno sempre e soltanto "film", strano che nessuno abbia mai pensato di trovare nomi differenti per indicare le loro opere secondo la logica di cui sopra.

Ovviamente però il mio è solo il parere di un lettore ma spero che conti ancora qualcosa.

Gipi ha detto...

Neikos,
Si. Probabilmente hai ragione piena.
Resta uno squilibrio italico per cui se dico che faccio fumetti ci sono 99 probabilità su cento che nell'interlocutore si palesi l'immagine di un papero o di un eroe d'avventura.

Cosa che non credo che accada con il cinema, dove la molteplicità dei generi è parte della definizione stssa.
Credo che la questione sia tutta qua. Uno squilibrio di pesi.
Ma questo è soprattutto un problema mio. Immagino. Mio e del volontario di cui sopra.

igort ha detto...

Caro Neikos, il tuo parere di lettore è molto importante, perché dici una verità certa. Si fa fumetti, punto.
Ma i fumetti in italia sono qualcosa che non si vende in libreria. perché si pensa di sapere cosa siano.
La frase classica è questa "fai fumetti? E che personaggi disegni?" questo in italia.
Perché? perché in italia questa tradizione molto bella e nobile in tutti i sensi è legata a una diffusione. l'edicola.

Mi rendo conto che non siano questioni molto affascinanti. Ma fanno parte della nostra storia.

Considerare un fumetto come qualcosa da libreria vuol dire sfondare la diffidenza del libraio. per questo concordo con Spari d'inchiostro e Loopguru. Sono die categorie diverse, pur appartentendo allo stesso linguaggio. Si tratta di mera sopravvivenza. Diffondere un libro in libreria di varia vuol dire non dovere sottostare a tirature da edicola. vuol dire fare sopravvivere un tipo di narrazione che non gode di grandi mezzi economici ma ha idee e voglia di esistere.

Dire che fai fumetti significa spiegare poi subito dopo, per esempio nel mio caso, che non faccio quasi mai un personaggio che ritorna libro dopo libro. Il che lascia perplesso il lettore o il libraio che crede di sapere cosa il fumetto sia.

Detto questo, che è una distinzione di mercato che porta con se pratiche di costruzione e diffusione diverse, esiste solo un tipo di categoria accettabile, come dice Sampayo: libri belli e libri brutti.

In casa, in Sardegna, campeggia nella mia libreria un libro disegnato frettolosamente ma con enorme sapienza da Enrique Breccia. Pubblicato da Eura.

Quel libro, un western con personaggio femminile se non erro è scritto come pochi fumetti che ho letto e raccontato con furbiza ed estrema esperienza. Ho molto da imparare da questo. E' un miracolo. Un esempio di fumetto popolare che ammiro moltissimo.

Ti diro' di più, me lo fece notare jean louis floch, in vacanza da me. che è autore "colto" e non conosce il fumetto popolare italuiano. Io non lo avevo ancora letto. L'ho comprato come compro quasi tutto quello che Breccia junior fa.
Lui lo lesse e poi mi disse. "cavolo, hai visto che roba?"
io constatai che aveva tutte le ragioni.

Domani, quando mi passa il mal di testa riprendero' qualche commento. Il progetto di Roberto Recchioni mi interessa.

ausonia ha detto...

igort: la tentazione del suicidio è fortissima.

sto lavorando a un libro che mi piace molto, una raccolta di cose a cui sto lavorando. rivedo tutti gli sforzi che ho fatto e che sto facendo... anni interi passati a portare sulla terra cose dal mio mondo... il pensiero in sé è struggente.

e poi vengo qui e trovo la solita guerra di quartiere, in cui si danno botte a tutti... e si giudica e si lecca il culo e si sottintende e si insinua e si...

che noia.

non mi siete piaciuti questa volta. nessuno di voi.

sembra di stare in tv.

posso saltare il turno? grazie.

torno al traghetto.

Gipi ha detto...

Ahiai Ausonia.
Nemmeno le cose scritte da Sy ti sono piaciute?
A me non pareva male.

mmm...

Mi sa che oggi ti girano troppo per questo rutilante mondo fumettistico :) mi dispiace.

igort ha detto...

Caro Ausonia,

hai un brutto carattere, ma mi sei simpatico. temo ti sfugga il fatto che abiamo anche detto delle cose. Preferisco il dibattito vivace al mortorio.
De gustibus, of course.
Ma cerchiamo di dare il nostro contributo. I libri si fanno con le idee; le idee con le discussioni. Anche.

Puoi saltare il turno.

Niccolò Storai ha detto...

Questa è senza omnbra di dubbio una discussione molto interessante.
Detto questo posso tranquillamente affermare che da lettore amo leggere un pò di tutto anche le cose che non mi interessano particolarmente;così facendo assorbo diverse culture e diverse posizioni rispetto al media che più amiamo.
Non mi piace fare distinzioni tra fumetto popolare, fumetto autoriale e via dicendo, i fumetti sono belli o brutti, sono belli quando nascono da una necessità espressiva intrinseca di chi lo procude e sono brutti quando pensati e confezionati con freddezza.
In ultima analisi sono concorde con Igort, dallo scontro nascono passioni ed idee, chissà poi a cosa ci porteranno, cmq sia fino a quando esisterà la parola scritta e la democrazia per usarla ben vengano dibattiti di questo spessore.

andrea barbieri ha detto...

Scrive Niccolò:
"[...] i fumetti sono belli o brutti, sono belli quando nascono da una necessità espressiva intrinseca di chi lo produce [...]"

Ha scritto Gipi:
"La prima cosa è il bisogno."

Scrisse Rainer Maria Rilke a un giovane poeta:
"Nessuno vi può consigliare e aiutare, nessuno. C'è una sola via. Penetrate in voi stesso. Ricercate la ragione che vi chiama a scrivere; esaminate se essa estenda le sue radici nel più profondo luogo del vostro cuore, confessatevi se sareste costretto a morire, quando vi si negasse di scrivere. Questo anzitutto: domandatevi nell'ora più silenziosa della vostra notte: devo io scrivere? Scavate dentro di voi stesso per una profonda risposta. E se questa dovesse suonare consenso, se v'è concesso affrontare questa grave domanda con un forte e semplice "debbo", allora edificate la vostra vita secondo questa necessità. La vostra vita fin dentro la sua più indifferente e minima ora deve farsi segno e testimonianza di quest'impulso."

Anonimo ha detto...

Letto (quasi) tutto questo forum.

Da lettore concordo con RRobe (pur non sentendomi uno di quei supereroi supersegaioli frequentatori di forum): Coconinio=fumetti troppo cari.
Belle edizioni ma per un pubblico dal portafoglio capiente.
Il fumetto DEVE essere popolare, ovvero deve arrivare al maggior "popolo" possibile.
E' un vero peccato dover operare delle scelte dettate quasi unicamente non dall'effettiva qualità delle proposte quanto dal potersele permettere.

Riguardo alle edizioni di "5" e "Appunti" vorrei accennare una piccola polemica....rispetto a chi ha già sborsato denaro per avere le 2 edizioni Coconino, quelle della Rizzoli hanno (o nel caso di "Appunti" avranno) dei BONUS.....mah...certe scelte mi ricordano un pò quegli "onesti" cantanti ITALIANI che ripubblicano il loro disco (magari uscito 2 mesi prima) per SanRemo con UNA CANZONE IN PIU'(quella per il festival)......e i fans ringraziano!!!

Anonimo ha detto...

Scusate l'intromissione ma leggendo il tread mi sono reso conto che alla fine la discussione non ha portato a nulla, nel senso che si è dibattuto tanto su termini e definizioni ma nulla di costruttivo a livello pratico. Io sono solo un lettore e (per quello che posso permettermi a livello economico) cerco di leggere un pò di tutto acquistando quando è possibile anche fumetti o graphic novel che dir si voglia in confezione pregiata. Se l'unica cosa che accomuna tutti voi è l'amore per questo "linguaggio" perchè non cercare soluzioni di collaborazione? perchè ad es. (solo come esempio visti i nomi coinvolti nella discussione) non proporre un'edizione prestigiosa di jhon doe, magari a colori curata da Coconino e allo stesso tempo pubblicare produzioni Coconino sui periodici eura a costi da edicola? in tal modo chi apprezza le edizioni da libreria avrebbe ciò che cerca da coconino e chi, economicamente più debole, non se le può permettere potrebbe comunque leggere le storie "accontentandosi" di un prodotto di qualità più bassa ma più abbordabile.
Un'idea come un'altra da chi, non facendo parte del mondo dell'editoria, ama incondizionatamente le varie sfaccettature di questo meraviglioso "LINGUAGGIO".
Un saluto
ferdy

Anonimo ha detto...

Riporta Barbieri:
Scrive Niccolò:
"[...] i fumetti sono belli o brutti, sono belli quando nascono da una necessità espressiva intrinseca di chi lo produce [...]"

Ha scritto Gipi:
"La prima cosa è il bisogno."

Scrisse Rainer Maria Rilke a un giovane poeta:
"Nessuno vi può consigliare e aiutare, nessuno. C'è una sola via. Penetrate in voi stesso. Ricercate la ragione che vi chiama a scrivere; esaminate se essa estenda le sue radici nel più profondo luogo del vostro cuore, confessatevi se sareste costretto a morire, quando vi si negasse di scrivere. Questo anzitutto: domandatevi nell'ora più silenziosa della vostra notte: devo io scrivere? Scavate dentro di voi stesso per una profonda risposta. E se questa dovesse suonare consenso, se v'è concesso affrontare questa grave domanda con un forte e semplice "debbo", allora edificate la vostra vita secondo questa necessità. La vostra vita fin dentro la sua più indifferente e minima ora deve farsi segno e testimonianza di quest'impulso."


E ci metto i miei due cent:
"scrivo per pagare l'affitto, un tanto al chilo"
Mickey Spillane.

Gipi ha detto...

Kingdom:
L'edizione Rizzoli di "Appunti per una storia di guerra" avrà un percorso completamente diverso da quella uscita per Coconino.
E' così difficile da capire?
Sarà in tutte le librerie d'italia, finirà in mano ad altri lettori.
Non immagino che chi ha l'edizione coconino corra a prendersi anche quella Rizzoli. Non aggiungo una canzone per fregare "il cliente".
Data la diversità di distribuzione e di lettori probabilmente avremmo potuto rieditare "Appunti" senza aggiungere niente, ma è più divertente rilavorarci su: il tempo passa vengono nuove idee.
Per quanto mi riguarda ho scritto un bel racconto, che ci sta tutto. E' stata una bella esperienza scriverlo e pare che sia pure divertente leggerlo.

Pensar male da un sottile piacere, che conosco pure. Ma qui sei fuori strada.

Riguardo al "popolo". E' un ragionamento che fatto su internet, da gente con connessione adsl pare davvero ridicolo.
sul concetto stesso di "popolare" e sull'idea che il fumetto DEVE (maiuscolo, imperativo) essere popolare, mi risulta impossibile ragionarci su.
Mi definisci l'idea di "popolare", nell'italia del 2006?
Sarebbe utile.
E per il "DEVE" , questo non spiegarmelo neppure. Quando si usa quel verbo io me ne vado in automatico.

Anonimo ha detto...

scusate ma il problema prezzi secondo me non c'è. voglio dire, se rosso oltremare di manuele fior fosse stato stampato su carta igienica io non l'avrei probabilmente comprato anche se il costo fosse stato di 7 euro. è un bellissimo libro che ha bisogno di quella carta, che non può farne a meno perchè il modo in cui assorbe la stampa diventa strumentale alla narrazione di quella storia, che perderebbe dei pezzi se avesse seguito un altro editore. e poi la proporzione tra il prezzo di un libro "normale" con sole parole e quello di un libro a fumetti magari a colori e una carta costosa mi sembra che faccia fare più brutta figura al libro "normale". non ho soldi da sperperare, ma faccio le mie scelte, ha ragione igort quando dice che in italia sono tutti pronti a spendere soldi per cellulari e tv al plasma ma quando si tratta di cose futili come la cultura allora bisogna risparmiare.
il fumetto deve arrivare a tutti ma senza prendere scorciatoie che diventano vicoli ciechi. non credo che il fumetto in italia abbia futuro se si continua a dire "meno qualità ma prezzi ribassati"

duccio ha detto...

mi aggancio a quello che ha detto ferdy:
"Scusate l'intromissione ma leggendo il tread mi sono reso conto che alla fine la discussione non ha portato a nulla.."

io credo che le discussioni "non portino mai a nulla", nel senso che nell'immediato difficilmente modificano le posizioni degli interlocutori.
ma se le persone che si confrontano sono intelligenti probabilmente la discussione, lasciata sedimentare, metterà in moto una rianalisi del proprio pensiero.
in alcuni casi lo modifica, in altri no.

credo che sia questa la profonda ragione del discutere.
troppo volte si fraintende la discussione per il tentativo di far cambiare il pensiero a qualcuno.

per le cose serie ci vuole tempo.

detto questo credo sarebbe utile vedere le cose in prospettiva, guardare sempre più lontano rispetto alla punta del proprio naso..
i fatti e il futuro racconteranno molto di più di tante vane ma neccessarie parole.
non ci resta che darsi da fare e sperare :)

PS. non voglio fare i conti in tasca a nessuno ma stiamo discutendo su 15 euro.. Il prezzo di una pizza, una birra, un caffè e il coperto. alla quale però chissà come mai non riusciamo a rinunciare proprio mai.. e pensare che la pizza e tutto il resto sappiamo bene dove va a finire mentre un bel libro ti rimane infilato nella libreria.

andrea barbieri ha detto...

Roberto posso mettere una notarella all'affermazione riportata di Mickey Spillane che hai riportato?
Il problema è questo: perché un ottimo scrittore si riduce a scrivere un tanto al chilo quando con la sua intelligenza potrebbe fare fortuna facilmente in altri modi?
Per necessità di vivere scrivendo, a qualunque costo. E' questa disponibilità alla propria rovina che dà nerbo alla sua scrittura.

Anonimo ha detto...

Concordo assoltuamente, Andrea.
Di fatto io non saprei fare altro che quello che faccio... ma quello che faccio, lo faccio in primo luogo per campare (e in senso pragmatico e in senso lato).
In tante auliche "chiamate all'arte e all'espressione", il pragmatismo di Spillane ci stava decisamente bene.

Anonimo ha detto...

Esatto Gipi
"data la diversità di distribuzione e di lettori probabilmente avremmo potuto rieditare "Appunti" senza aggiungere niente".

Sarà anche più divertente X TE...meno lo è per chi si ritrova un'opera "monca" di uno...come lo chiamiamo, piccolo spin-off?

Lo so, lo so, magari sorriderai e penserai che questa è una questione da nerd, ma ti posso garantire che quando uscirà per l'ennesima volta I GUARDIANI di Moore in edizione "definitiva" venderà non poco fra il pubblico di gente che ne ha già una\due edizioni...e tutto per una storiella bonus e qualche pagina col "dietro le quinte" (come per 5).

Quindi "Non immagino che chi ha l'edizione coconino corra a prendersi anche quella Rizzoli" è a questo punto peccare d'ingenuità...altrimenti penserei che "aggiungo una canzone per fregare "il cliente"."

In genere le parole sono DECISAMENTE più soggette ad interpretazioni tra le più varie...quindi uno può pure rischiare di pensar male...però qui ci troviamo di fronte ad un FATTO, ad un'edizione (la Rizzoli) completa, stampata ottimamente su carta ottima (se ci basiamo su quella fatta per 5) che al massimo avrà un formato più piccolo dell'edizione Coconino (ma non credo darà tutti 'sti problemi di lettura, no?)...ma, vuoi mettere?

Vuoi mettere che te la ritrovi al supermercato con lo sconto del 25% ?
Caro mio, forse hai fatto il grande "salto" da lettore ad autore e hai perso di vista le nostre "fisarmoniche porta-euri".

Riguardo al termine DEVE ESSERE POPOLARE (maiuscolo) non volevo passare per un "estremista populista"...ma se hai deciso di andartene in automatico...........

Ma si, ma si, continuiamo a farci del male, regaliamo all'elite opere che andrebbero lette da tutti....lasciamolo nella sua nicchia, il fumetto.

andrea barbieri ha detto...

Roberto più che il pragmatismo secondo me vuoi dire che c'è una storia "materiale" dell'arte. Cosa indubitabile, per esempio tanti capolavori dell'arte sono stati commissionati. L'Entierro del Conde de Orgaz, il capolavoro del Greco era voluto da un prete che dettava anche alcune regole nella composizione. El Greco doveva campare e accettò le condizioni. Però essendo un artista, cioè una persona che ha necessità di esprimere e di inventare un linguaggio, cose che c'entrano ben poco col pragmatismo, nella chiesa di Toledo esprime cose da brivido e inventa un linguaggio. I risultati li conosciamo tutti...
Ora mi chiedo se giova davvero che chi di mestiere fa il "mediatore" nel campo della cultura sostituisca alla storia dell'arte la storia materiale dell'arte e ne faccia agli occhi del pubblico l'unica verità e criterio per osservare le cose: trasformi il "pragmatismo" in espressione e linguaggio. Ho paura che oltre a generare la perplessità degli autori, produca l'unica cosa che vorrebbe evitare: la noia del pubblico per uno spettacolo messo in piedi spesso col criterio di "chi si sa vendere bene", del "oggi tira questo, domani vedremo". Bisognerebbe meditare su questa cosa, chiedersi se non vale la pena per i mediatori farsi il mazzo per creare qualità invece di adagiarsi su "aperture" e "trasversalità" facilona.

Anonimo ha detto...

ciao sono Giorgio Santucci, autore di fumetti, scopro questo scambio solo ora, mi pare interessante, dico la mia:
forse un parallelo con altri media ci aiuta,
il fumetto popolare=serial televisivo? magari quello nuovo, made in u.s.a. che adesso va alla grande? la grafic-novel=cinema, magari d'autore? (spero non quello recente italiano...)da qui, sempre forse, la necessità di Igort e Gipi di cercare un'altra definizione del proprio lavoro? in fondo anche il cinema si paga di più (proporzionalmente rispetto al satellite) per avere una maggiore qualità di visione,
ma, riflettendo,
il fumetto mi pare più vicino alla letteratura (per tipo di narrazione ma anche per i bassi costi di produzione) e lì che sia un Harmony o Burroughs sempre romanzo è e, proprio per la sua intrinseca libertà da produttori e finanziatori, nel fumetto c'è una varietà che un solo nuovo termine non basterebbe a definire, io per esempio non amo le storie lunghe, ne d'autore che seriali, a meno che non sia un genio a scriverle, mi definisco un autore da "cazzotto in bocca", amo i racconti brevi, potenti, senza sosta e respiro, più vicino al concetto di pezzo musicale, meglio se heavy-metal o al cinema di Miike, Tsukamoto o certi video alla Awe, e organizzando un festival di fumetto come INDaYs mi sono reso conto di quante altre "visioni" e "modi" ci siano oggi in Italia, è bastato un giro di mail per mettere insieme 60 (sessanta)autori italiani (+zograf e Angel Martin) -per Gipi: peccato tu non sia riuscito ad essere della partita-, quasi tutti giovani e con molto da dire...mmmh anch'io mi sa che sto parlando troppo, scusate, è solo una riflessione dopo una notte in bianco a impaginare il volume tratto dalla mostra di INDaYs....

igort ha detto...

OK, SI CONTINUA ALLA PAGINA SUCCESSIVA.

Gipi ha detto...

Kingdom:
te lo dico fuori dai denti.
Stai scrivendo a uno che mette le storie intere in alta risoluzione scaricabili dal proprio sito web. Quindi non mi rompere i coglioni.

Ascolta me, ti do un consiglio: Non ti comprare Appunti Rizzoli, tanto, se mi conosco un pochino, lo"spin off" te lo ritroverai a gratis, da leggere, sulle pagine di Bacidallaprovincia, qualche tempo dopo.

E che cazzo. Riediti il libro intero: sei una merdina perchè è uguale al precedente. Lo riediti con una cosa in più: fai un torto agli acquirenti della prima versione. Mi sembra roba da matti.

Doctor Ban ha detto...

gipi,nel mio abecedario è scritto:
"inutile dare perle ai porci"
(e solo un modo di dire, antiquato come la mia età,senza offesa per nessuno)

preacher ha detto...

gipi è apppena diventato il mio nuovo mito!

Anonimo ha detto...

Se vogliamo continuare a distinguere tra il fumetto popolare (+ economico) e quello autoriale (in volumi da libreria e simili), si faccia pure. Resta il fatto che entrambi hanno il diritto di esistere con le loro peculiarità. È vero al tempo stesso che, come dice Rrobe, c'è un muchio di gente (e mi ci metto pure io per primo) cui piacerebbe leggere molti volumi Coconino ma ci rinuncia per i costi alti. Faccio dolorose selezioni, cerco di non perdermi i nuovi Gipi, David B. e poco altro, ma devo lasciare sugli scaffali tutto il resto...

perec ha detto...

gipi, sposami.

Gipi ha detto...

Perec:
come dirti di no? Come resistere alla tua barbetta rossastra?

Anonimo ha detto...

Ok.
La dico anch'io una cosa fuori dai tenti: non è che per caso hai ancora qualche idea per "S"?
No, faccio per dire...visto che sta per essere stampato per la "lussuosa" Coconino vorrei sapere se mi conviene aspettare un annetto o quella sarà l'edizione "definitiva".

Tranqullo, mi compro l'edizione Rizzoli (e per un soffio...stavo decidendo finalmente di comprarmelo "Appunti" della Coconino)ma non invidio chi ha speso di più per l'edizione Coconino sostenendoti sin dall'inizio e ritrovandosi a dover leggere delle tavole via PC (non so per chi legge ma niente sostituirà IL PIACERE della carta stampata).
Un solo piccolo esempio
A Igort i miei soldi per "5" li ho già dati e per la prima edizione Coconino(con piacere, per carità...però MANNAGGIA!!)che ha, IMHO, una copertina decisamente migliore.

"E che cazzo. Riediti il libro intero: sei una merdina perchè è uguale al precedente. Lo riediti con una cosa in più: fai un torto agli acquirenti della prima versione. Mi sembra roba da matti."

Ti dico la mia: se il libro lo riediti in edizione economica è giusto nei confronti dei tuoi primi sostenitori (e finanziatori, non dimentichiamo che chi ti compra ti permette di seguitare a pubblicare) fornire la STESSA opera (intesa come contenuto, non come contenente).

Sarò un rompiballe, come dici tu, però, visto il mercato e le tantissime offerte di bei fumetti nazionali e internazionali che ci sono in giro non vedo perchè "accattarmi" (come direbbe Lo Cicero) ORA un fumetto ad un prezzo medio\alto e senza "bonus" quando tra un annetto posso avere lo stesso a prezzo basso\popolare e con bonus.

Ma è puerile! Con i soldi risparmiati sostengo un altro fumetto, un altro progetto!

Un solo piccolo esempio: ditemi quanti si sono comperati il secondo albo della miniserie di ROBOCOP di Miller a 10 euro (aggiungeteci le 10 euro per la prima parte) quando nella STESSA SETIMANA è uscita l'edizione giant-size della Gazzetta a 6.90!!!

20 euro contro 6.90.

Con le 13.10 risparmiate e lo sconto supermercato...mi sa che ci esce proprio "Appunti" del buon Gipi by Rizzoli!

Svegliati Gipi: è così che ragiona un lettore medio con la valanga di proposte che arrivano da ogni dove mensilmente!

Strangers in Paradise pochet, Il Punitore by Ennis-Dillon versione economica, Preacher economico by Magic Press DOCET!

Che il Popolo\popolare Prevalga (per parafrasare Moore)!

p.s. c'è bisogno di dirti che ti stimo come autore di fumetti? naaaa, cheppoi mi "sMollico"...

Gipi ha detto...

Kingdom:
io davvero non so cosa dirti. Ci rido pure.
Il mio mestiere non è quello di far tanti conti.
La tua previsione che S. possa un giorno essere rieditato mi fa piacere. Hai fiducia. Ma ti assicuro che quando pubblico un libro per Coconino pubblico per Coconino e non ci sono all'orizzonte previsioni di ristampe.
Manco sappiamo se il libro venderà.
E se avessi scritto una cagata totale? Può succedere.

Comunque:
L'edizione Rizzoli è "arrivata" dopo due anni dall'uscita di Appunti. Perchè in questi due anni un certo tipo di lavoro è apparso interessante anche per una major.
Ma chi poteva saperlo?
Non è che quando nasce un figliolo gli si comprano gli sci. Gli si compra la culla. Magari diventerà sciatore, ma sul momento non lo si può sapere.


Il mondo gira, le cose si trasformano.

S. uscirà poi in altre forme? E che ne so?

E appunti uscirà poi in una edizione economica? Può darsi. E allora?

Io quando penso a differenti edizioni sono portato a pensare a differenti generi di lettori.
Non ho interesse a "svegliarmi" nel senso che intendi tu. Non lavoro così. Non ho neppure abbastanza energie per dedicarmi alla programmazione strategica di un volume. Quelle che ho mi bastano a pelo per scrivere e disegnare.

Mi sembra che ti complichi le cose da solo. E per 11 euro, poi.
Se vieni a Lucca e ti fai riconoscere te li regalo io i miei librini. Tutti. Così non ti ci incazzi se poi escono in altre forme.
Li levo dal pacco che mi tocca per contratto da Coconino, è una cosa normale. Si può fare. Invece di darli alla mia zia Vittoria li do a te, se ti fa stare più tranquillo.

Anonimo ha detto...

Dai...facciamo che è come se li avessi accettati.

Ti auguro di ricevere lo stesso successo e gli stessi onori per "S" come lo è stato per "Appunti".

Però non dimenticarti che il "popolo sovrano" dei lettori è, spesso, costretto a "far di conto" per cercare non dico di comperare (e quindi SOSTENERE) tutta l'editoria fumettistica (o per lo meno quella nazionale) ma almeno tentare di lasciarsi sfuggire il meno possibile di tale produzione annua.

Riguardo gli 11 euro non fare il finto-egocentrico, le tue "celluline grigie" (come direbbe il buon Poirit) hanno ben capito che non mi riferivo solo al tuo caso o a quello del Robocop Magic Press...è "o' pizzic' che fa o' fuosso" come direbbe sempre Lo Cicero....11 euro qua, 20 di là, altri 8 di là ancora.....

Concludo dicendo a bananos & a preacher (sostenitori delle teorie gipiane, credo) che se siete di quei lettori sado-maso che godono nel pagare di più un prodotto anche se vi viene offerto a meno (avendo solo un pò di pazienza...)per il gusto del farlo, posso recarmi giusto vicino a casa dove c'è un sexy-shop, comperare un bel gatto a 9 code e giù di scudisciate!!!ah!ah! (ragazzi scherzo, giusto x farsi 2 risate...niente acredine da parte mia).

Anonimo ha detto...

p.s. oooppss l'Anonimo sono IO!

Gipi ha detto...

Kingdom. solo un ultimo pensiero.
Certo, le major possono abbassare i prezzi. Dopo.
ma il lavoro di scoperta, sostegno e scommessa su nuovi autori è Coconino che lo fa. Rischiando pure assai.
Forse questo lavoro gli andrebbe riconosciuto. Comprando proprio le loro edizioni.
Per dire, se la Coconino non mi dava fiducia (per prima) io ora co' u caz che sarei a pubblicare con Rizzoli.

Solo questo.

Anonimo ha detto...

Puro Vangelo, Gipi.

Come lo è anche questo: "sostegno e scommessa su nuovi autori è Coconino che lo fa" INSIEME a TUTTI I LETTORI che hanno comperato quell'edizione...se no 'che cazz che il Tuveri ti finanziava un nuovo lavoro.

Non te lo scordare mai, please.

Perchè adesso gli ultimi arrivati hanno l'edizione con "regalie" della major avallata da te.

I tuoi "defenders" della prima ora "solo" quella (caruccia ma bella) della Coconino.

A me tocca accodarmi tra gli ultimi per fortuna...e stai certo che se c'è una "lieson" tra Coconino e Rizzoli, MOLTE delle opere che avevo e ho intenzione di comperare attenderanno i frutti di questo accordo.

Non prendertela con il sottoscritto...pensa che è un ragionamento che si applica a quasi tutto il mercato "artistico" (cd-dvd-libri che a distanza anche MENO di un anno escono in special-price).

Se questo è il messaggio che date ai vostri sostenitori della prima ora, poi dovete mettere in conto reazioni uguali e contrarie....

con simpatia e rispetto

adiòs

p.s. tra una quindicina di giorni mi accatto Appunti e, se t'interessa, ti invio sul tuo blog un bel commento a caldo...se t'interessa s'intende :+)

igort ha detto...

Ci sono persone assai poco generose. Kingdom, a mio avviso, come direbbe lo cicero, dovresti imparare cosa sia il riconoscere lo sforzo altrui e cosa sia la solidarietà, invece di incancrenirti con il tuoi calcoli sugli spiccioli.

Anonimo ha detto...

Ciao Igort,
il tuo intervento mi spinge a intervenire nuovamente.
E mi spingerebbe a polemizzare un altro pò ma mi fermo a poche righe, sperando di non teviarvi.

Riconosco il vostro sforzo (direi comunque ben retribuito, non credi?) e avete la mia solidarietà...SE dimostrate di essere solidali con i vostri lettori\sostenitori.

Le edizioni Rizzoli di 2 vostre pubblicazioni NON dimostrano questo, NON danno il buon esempio.

Le regalie, gli omaggi dovrebbero IMHO essere una forma di ringraziamento verso coloro che per primi hanno creduto in voi (io ho comperato la prima edizione in volume di 5) spendendo di più e rischiando anche di più...insomma SCOMMETTENDO su di voi.

Giungono invece nelle mani degli ultimi arrivati, ad un prezzo più accessibile e mantenendo una qualità elevata...chapeau, però sinceramente io adoro i backstages, gli schizzi e i racconti del "dietro le quinte del lavoro svolto" (è il caso del bonus del tuo volume, Igort)e sarebbe stato quantomeno "carino" (se dico GIUSTO mi lapidate?) ritrovarmi tutto questo nel mio pagatissimo volume Coconino.

Sarò un lettore esigente...

E questo è niente...pensa che su "Appunti" oltre al dietro le quinte troverò anche una storiella inedita del buon Gipi...

Suvvia editore Igort, questi non sono calcoli spiccioli...qui non si tratta di una "alternative-cover" al cromium o catarinfragente...qui è questione di materiale aggiunto ad un prezzo più competitivo.

Piuttosto che tentare di fare il "barroso" (visto che parliamo fra sardi) ammetti che la poca generosità di cui parli vuole essere più una tua autocritica nei confronti del trattamento riservato ai Coconino-sostenitori.

Ogni tanto, ammettere di aver fatto una piccola gaffe, è anche segno di saggezza, concordi?

Sono queste cose, più che tanti commenti pieni d'invidia e bile nei confronti della tua lodevole casa editrice, che LEDONO l'immagine della stessa...e qui un bell'altro IMHO non guasta.

ave atque vale

igort ha detto...

Caro Kingdom non condivido la tua visione, e credimi non è per fare il prepotente. Ma tu parli di cose da lettore e io purtroppo oltre che il lettore faccio anche l'editore.

E' umiliante sentirsi dire "direi comunque ben retribuito, non credi?".
No, non lo credo e ho abbastanza dignità da non venire a dirti di verificare i conti di come si fa un libro.
La cosa che stupisce è la spocchia. Il voler insegnare cosa sia fare un lavoro che non fai.
Io se vado da un meccanico non pretendo di insegnargli come si fa il suo lavoro.

Tu non sai di cosa parli e del senso di queste operazioni. non hai idea neppure di cosa significhi fare l'autore e dovere prodursi dei libri per i quali sudi una decina di anni.
Fai l'offeso perché esce un'edizione diversa che contiene una postfazione e un bonus che costa pochi eruro?
Ma andiamo, siamo seri.

Il mercato è libero, se vuoi ti comperi l'edizione in granformato, se non ti comperi quella piccola e con i bonus. A breve anche una nuova e con cose a colori. OK?

Mi domando se hai mai pensato che si possono fare regali con un libro.
Per esempio io se trovo una edizione diversa regalo quella precedente e mi compro la nuova. Ma questo, a quanto pare, rovina il tuo senso del risparmio.

Sei libero, solo ti prego, non cercare di insegnarmi cosa sia fare l'operatore nel mondo del fumetto. Ce la sto mettendo tutta ma a volte leggendo i commenti come il tuo mi viene da ripensarci.

Salutami catullo e la bella isola da cui entrambi proveniamo.

Gipi ha detto...

Kingdom:
Se Igort mi autorizza, perchè è cosa privata, ti dico quanto ho preso io per Appunti e pure lo stipendio Coconino di Igort.
Così ti rispondo, in una botta sola a questa tua frase:
"Riconosco il vostro sforzo (direi comunque ben retribuito, non credi?) "
Capisci come è fatto DAVVERO questo lavoro e, secondo me, ti cheti :)

Anonimo ha detto...

Ordunque preoccupiamoci di far capire a Gipi che son già cheto:
non credo m'interessi sapere qual'è il "ricavato" del tuo lavoro quando so che con quello ci campi...e questo (permettimi l'ardita presunzione) lo deduco dai tuoi post nel tuo blog.
Ho equivocato?
Mica penso che giri in Ferrari per i colli bolognesi...:+)

Passando all'intervento di Igort:
"E' umiliante sentirsi dire "direi comunque ben retribuito, non credi?"."
Mmmhh, forse hai ragione. Mi sono espresso male, o forse scritta così senza 2 parole in più suona troppo provocatoria.
Ecchè sono già prolisso e quando posso "asciugo" in maniera forse errata.....

"La cosa che stupisce è la spocchia. Il voler insegnare cosa sia fare un lavoro che non fai.
Io se vado da un meccanico non pretendo di insegnargli come si fa il suo lavoro. "
Questa è una TUA deduzione (forse derivata dalla mia frase sibillina di cui sopra)...lungi da me!

"Fai l'offeso perché esce un'edizione diversa che contiene una postfazione e un bonus che costa pochi eruro?
Ma andiamo, siamo seri."

Qui emerge il tuo essere sardo: questo carattere un pò aspro, un pò barroso...insomma battagliero. :+)credimi...ti capisco...fra sardi ci s'intende ma poi quando scrivi "Il mercato è libero, se vuoi ti comperi l'edizione in granformato, se non ti comperi quella piccola e con i bonus. A breve anche una nuova e con cose a colori. OK?" intuisco che anche dal tuo rifugio d'oltralpe qualche mirtino di troppo davanti al pc te lo scoli....andiamo...

Il ragionamento non farebbe una grinza se, da editore appassionato quale sei, mettessi me lettore nella condizione di SCEGLIERE, ovvero mi avvertissi PRIMA delle varie edizioni, del loro contenuto in modo da lasciarmi decidere come spendere al meglio i miei euri.

Per farti un esempio da metalheads: è da poco uscito l'ultimo album dei Blind Guardian (te li consiglio vivamente)...ed è uscito in 2 edizioni, normale e limitata (in digipack con bonus cd e bonus songs).
Ma io lo sapevo DA PRIMA perchè l'etichetta ha ben pubblicizzato il tutto.
Io ho comperato per pochi euro in più l'edizione limited...ma è ovvio,vuoi mettere 2-3 euro in più per avere decisamente un'altra cosa?
In ambiente metal questo atteggiamento, questa "carineria" delle etichette nell'informare tempestivamente i propri utenti è praticamente cosa di tutti i giorni (senza cadere poi in discorsi quali il fatto che le edizioni limited incentivano il fruitore di musica ad allontanarsi dalla pirateria...ma questo è un altro luuuungo discorso).

Ecco "solo ti prego, non cercare di insegnarmi cosa sia fare l'operatore nel mondo del fumetto. Ce la sto mettendo tutta ma a volte leggendo i commenti come il tuo mi viene da ripensarci."....perchè chiudersi a riccio?

Era tutto più semplice se vi foste limitati a ristampare paro-paro l'edizione Coconino in versione semi-pocket by Rizzoli e....POI magari farne una PRESTIGE con bonus e ciccioli vari magari targata nuovamente Coconino (magari anche a distanza di diversi anni).

IMHO andrebbe ancora mejo se, piuttosto che propormi (con l'intenzione di offendermi, sia chiaro Gipi che non sono un grullo) magnanimamente di regalarmi a Lucca tutti gli albi Cononino che m'interessano per non farmi dolere le tasche, decideste di fornire alle fumetterie e\o librerie specializzate un bel cadeau natalizio per i Coconino-supporters: un allegato gratuito per ciascuna delle 2 opere ("5" e "Appunti") con tutti i bonus, preceduti dalla dicitura (magari in seconda di copertina) "SCUSATE PER IL RITARDO, QUESTO E' PER VOI, PRIMI A CREDERE IN NOI CON L'AUGURIO CHE LA COSA VI FACCIA PIACERE COME LO E' STATO PER NOI FARVENE DOVEROSO OMAGGIO".

Che dite, troppo zuccheroso? Troppo "sMollicato"?

A voi 2 l'ardua sentenza!

p.s. chiedo venia per il fiume di parole.......

Anonimo ha detto...

altro piccolo p.s. io PREFERIREI darli alla Coconino nella persona di Igort & Gipi, piuttosto che alla Rizzoli, i soldi.
Però trattatemi bene, trattateli con i guanti i vostri lettori.
Qui non è questione di fare l'offesino, qui si tratta di stile...puro e semplice stile e, mi ripeto, con il caso Rizzoli non lo avete dimostrato.
Si può sempre recuperare a patto che non ci si barrichi in discorsi come "voi non capite", "è un pubblico diverso", "io non faccio 'sti conti sono un autore e non un ragioniere" "io c'ho buttato il mio sangue"....altrimenti alla lunga si rivelerà tutto un clamoroso autogol.

Ok trovare le vie per essere più popolari (in questo discorso il termine è ristretto nell'accezione=essere più diffusi possibile tra il popolo), per "arrivare alla gente che solitamente non legge"...però senza tirare brutti scherzi a chi avete già "sedotto" con i vostri ottimi prodotti (ebbhè diamo a Cesare quel che è di Ces...IGORT! :+) )

Con immutata simpatia....e spero DAVVERO di non avervi tediato con le kie digressioni.

Gipi ha detto...

Kingdom:
Te lo dico per l'ultima volta.
Appunti è uscito 2 anni fa. Allora NESSUNO immaginava che avrebbe vinto i premi che ha vinto, che sarebbe andato esaurito e che Rizzoli un giorno avrebbe deciso di editarne una propria versione.
Lo capisci questo?
Non lo sapeva NESSUNO.

Dall'edizione italiana di Appunti ho preso quello che credo sia lo stipendio di un impiegato comunale per 1 mese. Sì, c'è scritto UNO.
Ma io ci ho lavorato 9 mesi (si, c'è scritto NOVE).

Poi il libro ha camminato. Ha fatto i suoi passi. In Francia, l'edizione di ACTES SUD (leggi bene: actes sud, coconino non ci ha preso una lira. Non è una coedizione. Igort mi ha fatto incontrare l'editor di actes sud SENZA guadagnarci NULLA) mi ha portato un po' di soldi. Diciamo 5 stipendi di impiegato comunale.
Siamo a 6 stipendi di impiegato comunale per un lavoro di 9 mesi.
mmmm.. continua a non essere questo gran affare...

Poi il libro è stato preso da altri editori. Altre edizioni estere, ed i conti si sono pareggiati.

Infine, arriva l'edizione Rizzoli. Che arriva al termine di un percorso, ed io ne sono ben felice e credo che sarà una bella edizione, ma arriva DOPO.

Non è premeditata. Non era neppure, questa possibilità, IMMAGINABILE al momento dell'uscita di Appunti.

Ciò nonostante, io e Igort e la Coconino abbiamo sostenuto il libro. lo abbiamo spinto. Io ho fatto 9 ore di dediche per ogni giorno er ogni festival dove potevo stare. Questo per portare il mio povero librino per mano: Perchè dietro al nostro lavoro NON c'è un ufficio marketing. Ci sono 3 persone che si fanno un culo come una casa, per due spiccioli, con una visione proiettata nel futuro.

E' una visione che, personalmente (ma so di poter parlare anche per Igort e soci) ci riempe d'orgoglio , ma che viene pagata con un sacco di lavoro ed un ritorno che solo da poco ha preso a manifestarsi.

E' chiaro lo scenario?
Non è possibile immaginare PRIMA cose non immaginabili.

Ora, vuoi che per S. io ti dica: aspetta, magari ne uscirà una versione futura con lo sconto del 10%?
Non posso farlo. Ti chiedo invece? ti piace il mio lavoro?
Pensi che valga una mezza ricarica di telefonino?
SI. NO.
io ci scommetto su. lavoro mesi senza vedere una lira. Faccio una scommessa.
Al termine di questi mesi, solitamente (come ora) sono un cadavere e l'energia che mi rimane, scusa davvero, ma non ce la faccio ad usarla tutta per spiegare a un testone come va il mondo vero.

Vuoi il libro quando esce? compratelo.
Ti rompe le palle? Ti senti fregato?
Cazzi tuoi.
Non lo prendere.
Nessuno ti potrà rassicurare sul futuro dell'edizione, perchè questo futuro, non sta scritto, ancora, da nessuna parte.

Spero che si possa chiudere qui. Scusa il tono esacerbato. Ma è così, per l'appunto: esacerbato.

Anonimo ha detto...

Ciao Gipi,
recepito il tuo punto di vista.
Direi che sei stato cristallino.

Dai, per ora sappi che la mezza ricarica di telefonino (ma esistono tagli inferiori a 25 euro...cheffai lo sborone? ah!ah!) da me l'avrai di certo anche se bypassata dalla Rizzoli...per "S" vediamo...ho seguito il tuo blog appassionatamente e la curiosità mi sa che la farà da padrona...chissà...

buona vita e cerca di "recuperare" in questi mesi di riposo

Anonimo ha detto...

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!

Anonimo ha detto...

e adesso abbracciamoci tutti e facciamo all'amore!!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
ho letto questa lunghissima sequenza di post con molto interesse. Io sono un lettore che legge un po' di tutto (sia Eura che Coconino) e alla fine, pur essendo un grande estimatore di Roberto Recchioni, mi sento di comprendere la sensibilità di Gipi e Igort. Credo che dietro i fogli di carta stampati ci sono sempre delle persone che si sacrificano per fare il loro lavoro. Un critica fatta da un collega in uno spazio pubblico come un forum, può fare molto male. Un forum è come una piccola rivista con la sua platea più o meno numerosa. E se poi le persone criticate si sentono punte sul vivo e replicano in maniera più o meno pepata, in un ambito altrettanto pubblico, non bisogna meravigliarsi più di tanto.
Cosa voglio dire con questo? Che secondo me, quando non si vuole attaccare qualcuno, ma si vuole semplicemente esprimere un opinione critica in buona fede, non è opportuno farlo in ambito pubblico, soprattutto quando si fa lo stesso mestiere. E' poco elegante, e si può essere facilmente fraintesi. Le persone oggetto della critica possono sentirsi ferite sul piano personale, e qualcuno potrebbe erroneamente pensare che chi critica sia spinto da motivazioni professionali (invidia, competizione, rivalità, ecc...). Un professionista ha il diritto di critica come un qualsiasi lettore, ma deve rendersi conto che non è un qualsiasi lettore.
Questo almeno, è il mio punto di vista.

Mauro

Anonimo ha detto...

Gipi : "Non è che quando nasce un figliolo gli si comprano gli sci. Gli si compra la culla. Magari diventerà sciatore, ma sul momento non lo si può sapere."

E' verissimo, eppure di gente che compra gli sci insieme alla culla ce n'è, eccome, ma per fortuna tu non rientri in quella categoria...
Credo che Kingdom l'abbia capito.

Anonimo ha detto...

"Non è che quando nasce un figliolo gli si comprano gli sci. Gli si compra la culla. Magari diventerà sciatore, ma sul momento non lo si può sapere."

Vale anche la massima che fra figli non si fanno distinzioni.
Spesso avviene che il secondo genito è più coccolato e la vive meglio poichè il primo gli ha già tracciato la strada (che è stata un pò più in salita).
Ve lo dice un secondo genito.
Questo non vuol dire che sia una bella cosa.

Per seguire il modello-Gipi, facciamo che compriamo a tutti e 2 la culla, invece che al maggiore la culla e al secondogenito la culla+gli sci.

Kingdom recepisce solo questo...ciò non vuol dire che non comprenda il punto di vista dell'autore\editore.

Ma qualcuno dovrà pure trattare l'argomento dal punto di vista del lettore?

Lettori siate meno masochisti...la dura legge del mercato intima che uno con i soldi va un pò da chi gli pare (e solitamente da chi gli sembra più conveniente)...si chiama concorrenza...

Fare però concorrenza a se stessi...

igort ha detto...

e basta, no?

senility ha detto...

neikos dice:

"...dietro la macchina da presa da sempre ci sono tanti Orson Welles e tantissimi EdWood,eppure..."


dietro la maccchina da presa, come Welles c'è solo Welles.

Doctor Ban ha detto...

complimenti.........un bel commento davvero,non c'è che dire,si si.