17 ottobre 2008
dniepro20
I. tra poco compie sessant'anni. E' un maggiore dell'aviazione in pensione. Dice che quando c'era l'U.R.S.S. i militari erano più pagati, adesso non si sa come fare per sopravvivere. Nonostante abiti nel villaggio, a 30 km dalla città, dove la vita costa pochissimo. Dice che ci avevano creduto al sogno sovietico e che quando è crollato è stata una delusione per tutti. Al principio le cose sembravano come prima ma poi con il tempo sono peggiorate. Adesso la vita è quello che è. A sera, dopo che abbiamo bevuto una birra corre verso il maschrut taxi, in fila insieme alle decine di persone che devono tornare a casa.
Suo figlio Vania lavora in una compagnia di fuochi d'artificio a Mosca. Sono Russi d'origine. Dice: "Putin presto invaderà l'Ucraina", e ride."Bum Bum Badabum". Ha 23 anni Vania, ed è ubriaco. Per lui la guerra è un gioco. Dandomi il suo biglietto da visita mi mostra che di fianco alla scritta Piroff ci sono disegnati due cannoni. "Piratecnica!", dice. E ride. Mi chiede un biglietto da visita, che non ho. Disgustato mi dice: "cosa ci fa un autore di libri senza un biglietto da visita?". Gli dico che non me ne faccio nulla dei biglietti da visita, se vuole gli scrivo il mio numero su un foglietto. I suoi occhi corrono veloci a cercare da qualcosa da dire. Poi ilare esclama: "Berlusconi mafiossa".
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5 commenti:
Prosit!
ha tagliato con l'accetta il giudizio, però questo ci tocca all'estero. ci vdono così ?
Questo è solo un incontro come tanti. Un ragazzone ilare che vede le cose in maniera forse un pochino semplice.
"Berlusconi mafioso" fu la prima frase che mi disse un giovane "architetto" che ci scortava in giro per Bucarest circa 13 anni fa, durante una missione umanitaria.
( aveva una Beretta e tanti soldi arrotolati)
la seconda frase fu "Berlusconi grande imprenditore".
Credo che la Romania di allora assomigli molto all'Ucraina che ci racconti e non posso che provare una grande tristezza.
ciao e fai buon viaggio.
Istintivamente anche io provo una grande tristezza se penso alla miseria. Che conduce a privazioni. Ma poi, vivendo del tempo con questa gente scopro che sono migliori di me in tante cose. Hanno sentimenti purissimi. Questo lo dico in senso quasi "religioso". Nel senso di "culto dell'uomo". In India la gente muore per le strade, ma sarebbe sbagliato credere che per questo noi siamo superiori a loro e la nostra vita è migliore della loro. Sarebbe coloniale, semplicemente. Civiltà non è macchine di lusso e televisori al plasma, credo. Ma un aiutarsi reciproco che qui io vedo ad ogni angolo. Per questo sono triste se penso a quello che noi oggi abbiamo perso. L'economia non aiuta a capire i valori profondi. E' un modo superficiale per guardare il mondo. Simone Weil disse a Trozky che la rivoluzione è un atto personale, di crescita interiore. Non può essere una cosa di massa. Questo io non l'ho mai dimenticato.
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