18 aprile 2006

brick dance




ignatz: considerazioni.
Tracce per una nuova scrittura.

80 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, perché parli di una nuova scrittura?

loopguru

igort ha detto...

Piacere di rileggerti mr Loopguru.
Nuova scrittura perché il tentativo con la collana ignatz è quello di dare spazio a traiettorie di narrazione libere, possibilmente inedite.

Collana ignatz, la conoscete, vero? sapete di cosa parlo?

Anonimo ha detto...

Miss Loopguru.
Non mister.

La collana ignatz è quella del tuo Baobab, Baci dalla provincia, Babel, Riflessi.

Non li ho letti tutti. Mi piace il formato.

igort ha detto...

Pardon, milady.

Quali hai letto?
Mi fa piacere che apprezzi il formato. Il formato era studiato per dare una possibilità differente da quella di un libro. Si tratta di una narrazione periodica. Una sorta di rivista personale, un appuntamento fisso con il mondo di un autore.

[emo] ha detto...

ciao Igort,

fino ad ora ho letto solamente i due Ignatz di Gipi e li ho trovati deliziosi.
Soprattutto "Hanno ritrovato la macchina" mi ha dapprima sedotto con l'incipit, per poi tenermi la testa sott'acqua fino al termine.
Un gioiello davvero.

saluti,
emo

duccio ha detto...

"Insomnia" di Broersma sarà seguito da qualcos'altro?

igort ha detto...

Per Emiliano.
Grazie delle informazioni. Dunque hai letto una formula di narrazione (quella scelta da Gipi) che predilige i l racconto breve.

Ci sono invece autori come david B. o chi vi scrive per esempio , che vogliono fare una lunga (vedi lunghissima) narrazione.

Altri, come Corona, o Marzocchi, Giandelli o Mattotti, per dire stanno lavorando su un'idea di mini serie. In tre, quattro albi hanno costruito un romanzo grafico.
Ganges di Huizenga lavora su mini frammenti (tanti picoli racconti quotidiani, di sei, otto pagine l'uno).

la domanda che vi pongo è la seguente. C'è spazio nella vostra testa di lettori per il feuilleton?
Feuilleton era "romanzo di appendice" lunga narrazione, generalmente di taglio avventuroso, a puntate. Erano le dispense allegate ai quotidiani, al principio del secolo scorso.

Essendo entrato in crisi il modello delle riviste contenitore (alter, Frigidaire ecc) mi domando se
siamo disponibili a una narrazione con cadenza periodica.

Anonimo ha detto...

il comic book?

perec ha detto...

nella mia testa c'è spazio. adoro i libri d'avvenura, i vecchi classici salani, tutto l'arcobaleno dei corsari salgariani. e una trilogia divertentissima, quella di bartimeus e l'amuleto di samarcanda, che è un peccato che non sia a fumetti. ogni volta che ne esce un volume, mi nascondo in casa due giorni per leggerlo. mi piace moltissimo mattotti, mi piace quello che di etereo c'è nelle sue storie. quello che è indefinito e posso definire io, amando la faccenda. il fuilleton, come idea di fumetto, mi piace moltissimo. lo saprò soltanto io se l'eroe parla col tono di alberto lupo...

igort ha detto...

comic book?


Si' e no. Gli ignatz sono di formato diverso dai tradizionali comic book e la confezione non è tanto "da sbarco". (gli ignatz hanno una sovracoperta e sono di grande formato)

La domanda va posta forse in maniera più generale:
abbiamo disponibilità, oggi, per una narrazione dilatata nel tempo?

Si parla di vedere crescere un romanzo fiume, mese dopo mese, anno dopo anno.

Un esempio parallelo?
"Commesso viaggiatore" di Seth o "Non ti ho mai amato di chester Brown" non sarebbero probabilmente mai nati se non fossero stati pre-pubblicati su Palookaville o Underwater.

Oggi si vorrebbe consumare Romanzi grafici o serie. C'è attenzione per una cosa come una narrazione di "pillole dilatate nel tempo"??

duccio ha detto...

la cadenza periodica in se è una cosa che mi è sempre piaciuta. però mi chiedo se questa per funzionare su un formato da una trentina di pagine non necessiti di una periodicità regolare e con non troppo spazio tra 1 uscita e l'altra... l'autore è in grado di "reggere il ritmo per un prodotto nato esplicitamente seriale ma realizzato da una persona sola? (rinnovo il quesito precedente su Broersma)

igort ha detto...

Per Bardamu: certo "Insomnia" di Broersma è una serie. Matt sta lavorando alla terza e quarta puntata.
Inoltre è in pubblicazione un libro suo, che arriverà prestisssimo in edizione italiana, l'abbiamo già pubblicato in lingua francese.
La coconino, se non si è capito, lavora sull'autore, non su un libro "one shot".

duccio ha detto...

oppure si potrebbe semplicemente reimparare ad aspettare...

igort ha detto...

Per Bardamu:
Esatto. Questa l'ipotesi. Perché vincolare un autore a l'idea di catena di montaggio, produrre mese dopo mese, porta a mio avviso a una quasi obbligata caduta della qualità.

La velocità della produzione, nel campo e nella visione europea ( e non giapponese, per dire) dovrebbe portare a una dimensione nuova nel racconto.
Per sondare nuove strade e non utilizzare dei cliché occorre tempo .

L'idea dell'ignatz è quella di un diario di lavorazione. Osservatorio privilegiato nel mondo di un autore.
Visita in sala macchine, nel laboratorio in attività.

duccio ha detto...

ci sono arrivato dopo.. scrivevo mentre pensavo...
tipo: si faccia una domanda e si dia una risposta.

tornando alla questione:
probabilmente è una scommessa.
ma scommettere non è cosa nuova per la coconino, e i fatti parlano da soli..
quindi...

PS. grazie per le info su Broersma, belle notizie!

igort ha detto...

Leggere, andare a scegliere. Cercare.
Queste cose le stiamo perdendo.
Dobbiamo ritrovare il sapore di entrare in libreria a "scoprire" le cose, i libri, i racconti.
Ignatz è una collana che rappresenta una scommessa. Rallentiamo. Rallentiamo i tempi di lettura.
Quello che penso è un gesto quasi zen. Assaporare piuttosto che divorare.
Rendo l'idea?

igort ha detto...

Cara Perec,
cos'è "bartimeus e l'amuleto di samarcanda"?

Roberto La Forgia ha detto...

ciao Igort,
l'ignatz è una formula perfetta per le storie brevi.

mi piace meno per i racconti lunghi.

ma forse mi ci abituerò.

igort ha detto...

Piacere di rileggerti.
Non ti va bene attendere, dunque?

perec ha detto...

una storia fantastica, scritta da un matto. perciò fantastica. tre volumi, tre mattoni. potrei corrompere, per sapere come va a finire. ... puoi scriverla, in attesa chee ti faccia avere i 3 agili volumetti. il terzo esce a maggio. ma ho prezzolato un paio di persone per averlo la settimana prossima. e tapparmi beata in casa, per non togliere il naso da lì dentro per quasi nessun motivo al mondo.
che si dice, a sant'elena?

Roberto La Forgia ha detto...

mi rendo conto che è una cosa stupida ma confesso che pe me è così.

penso che con la formula "rivista personale" in cui è lasciata all'autore la libertà di "pensare" e progettare il supporto\oggetto per le sue idee, si possano fare grandi cose.
a me vengono in mente forti cambiamenti di rotta sul "come costruire il fumetto" inteso come oggetto di carta.

ma perde di forza quando l'ignatz diventa la "collana dell'autore". non sono abituato alle attese.
ma non chiudo così il discorso naturalmente. tutto è possibile.
parlo semplicemente in base al mio gusto.

ciao

ps - io no scrive quasi mai su blog ma legge sempre, capo ;)

igort ha detto...

Caro Roberto, ti sfugge il senso della scommessa, temo.

per me quando vedo il nuovo palookaville è una piccola festa. E Seth ne fa uno ogni anno e mezzo.

L'edicola è bella per i comic book stampati su carta sbiadita e profumata di inchiostro. Colori meravigliosamente sgargianti.
Ma questa è un'altra storia.

Per Perec

Qui in esilio si sta bene, anche se ci vorrebbe più sole e più pasticcini.

ecco la storia secondo me:

bartimeus e l'amuleto di samarcanda
Dramma in tre atti.
ATTO 1. by igort.

Parador 1935.
Bartimeus è un lettore dei contatori dell'acqua. Lavora a Mammarranca da 18 anni.
Sposato, due figli, ha una vera e propria passione per l'aeronautica, sogna un giorno di librarsi in volo in un aereo senza motore, ma, lo ricordo, siamo negli anni 30 e tutto questo sa di utopia.

Sua moglie chiede un pianoforte per il figlio Anselmo, ma Bartimeus deve avere a che fare con la crisi della SADP (sociedad agua do Parador) che centellina gli stipendi come i rubinetti in Parador centellinano le poche gocce d'acqua a causa della siccità. Male endemico dell'isola.
E' nel canto segreto dei tubi invasi dall'aria (grazie Leo) che Bartimeus decifra un alfabeto.
La siccità porta a lui messaggi di un altro mondo?
Petronilla, sua moglie, lo spia annotare febbrilmente frasi sconnesse che per Bartimeus (ne è proprio certo) fanno parte di un messaggio.
"Marakanda, Marakanda", questo gli sembra di captare tra quei canti disarticolati.

Una costante che gli impedisce di dormire.
"Marakanda o Mammarranca?"

La sera, quando il vento pare placarsi, corre da Don Juan, il maestro di scuola del paese a chiedere lumi. "Cos'è mai Marakanda, Don Juan? "
Apprende che esiste una località remotissima e misteriosa costruita 14 secoli prima del Cristo sulla via della seta.
Quella città oggi si chiama Samarcanda, e risiede, dicono gli atlanti, nella regione dell'impero sovietico nota con il nome di Bukhara.

Bartimeus è un pezzo di ghiaccio, il sangue cessa di circolare, i capelli imbiancano in pochi secondi.

Torna a casa e senza rivolgere parola a nessuno dei familiari prepara una valigia. Lo sguardo perso nel vuoto percorre con pochi passi il patio e si allontana.
BROANNNN
Un temporale inatteso scoppia in tutto il suo fragore. Sembra quasi un applauso.

Bartimeus scompare all'orizzonte sotto lo sguardo attonito di Petronilla.

Un'altro giorno è finito. Il brontolio delle loro pancie vuote potrà essere messo a tacere con l'acqua piovana che un cielo ingeneroso ha finalmente donato.
Fine dell'Atto Primo. Si sente il suono di un violino lontano.

perec ha detto...

sei un demonio.

igort ha detto...

bartimeus e l'amuleto di Samarcanda
Dramma in Tre Atti.
ATTO SECONDO. by Igort.

Dopo una camminata di ore Bartimeus si ripara per la notte. Ci sono i lupi in Parador. Lui è uomo solido ma la notte è il momento degli spiriti che, si sa, abitano numerosi il Parador.
E suonano il violino, strumento temutissimo.

In una roccia che sembra un'enorme cranio di vacca Bartimeus trascorre le poche ore di sonno al canto dei grilli. Il temporale è partito lontano da ore e lui è zuppo. Si cambia e copre per la notte, e stende i panni bagnati sulla roccia. Poi chiude i suoi occhi da uccello stanco.
WOOOOSH
Quando li riapre è l'alba e una brezza si leva, poco a poco.
Dolci folate calde lo sospingono verso est. Ci vorrebbe un mulo, già. Ma Bartimeus ha imparato a tenere a bada i desideri.
Conta i passi nella polvere del deserto di Hacataca. Trentadue, seicento venti, diecimila quattrocento trentasei. Il metodo per mangiare il tempo che gli ha insegnato suo nonno Ibrahim.
Ecco, in lontananza comparire un cartello. Non è un miraggio. “Puerto Oruro”, dice.

Ha fatto dunque quasi centoquarantasette miglia ripetendo uno strano mantra, che si è composto nella sua mente senza che se ne accorgesse.
"Arrivare al porto e imbarcarsi verso la strada della seta. Arrivare al porto e imbarcarsi verso la strada della seta." Ha ripetuto muovendo imperecettibilmente le labbra.
Cos'è la strada della seta? Lo ignora.
Immagina commerci con la Cina, lingue incomprensibili che si incrociano, sovrappongono, lo stordiscono. Occhi di donna impenetrabili che lo scrutano, lo denudano, lo fanno arrossire.
Bartimeus ansima. Ha paura dell’ignoto, da quando, bambino di tre anni, fu sputato dalla stiva di un cargo sulle coste del Parador. In compagnia del suo vecchio nonno che recitava la torah e penso’ bene di piombare a terra cadavere dopo tre giorni dal loro arrivo. Chi era? Gli chiesero. E lui seppe pronunciare la parola che sentiva più spesso. “Terra Promessa”.
Che divenne, per decenni, il suo nomignolo.
“Terra promessa”.
Terra promessa ora viaggia. Viaggia verso Marakanda.

BLIN.
Tralasceremo qui il lungo viaggio che trasformo’ un uomo in un corpo di selce, levigato dai venti e nutrito da pesci dell’oceano.
BLIN

Cinquantaquattromila seicento minuti dopo, tre milioni seicentosettattanseimila quattrocento ventidue onde più tardi Bartimeus è un altro uomo; adesso suona perfino il liuto. Melodie che si sposano con il vento, come gli ha insegnato un marinaio portoghese.
Capelli di stoppa e sguardo antico da tartaruga.

Terra!
Mentre si addentra per le regioni dell’est il freddo punge la sua pelle e attacca i suoi polmoni. Cade.
Viene curato da una donna, giovane e forte. Che lo nutre con latte di capra e alla sera gli canta una nenia dolcissima.
La nenia racconta nel suo idioma la storia di un uomo che arriva da lontano. Con gli occhi color della cenere e porta la fortuna in un villaggio che non ha mai visto prima d’ora.
La storia di Bartimeus, che lui pero’ non comprenderà mai.

Sei mesi di febbri e sangue nei polmoni. Poi con l’arrivo della stagione temperata Bartimeus, secco come un ramo si tende come un arco; e riprende il cammino.
La donna lo saluta con il sorriso. Dopo quattro mesi metterà al mondo suo figlio Che chiamerà Yiiik, occhi di cenere.

Fine dell'Atto Secondo. Si sente il suono di un violino lontano.

perec ha detto...

è immensamente più bella dell'originale. infatti, è altrove.

Roberto La Forgia ha detto...

vale anche per me.
ma solo nei riguardi di seth.

perchè seth è il più grande artista del mondo.

ma è un discorso inutile da fare.
ognuno ha i suoi gusti.

perec ha detto...

questa, in cambio della nenia.

Casida de las palomas oscura
Por las ramas de laurel
van dos palomas oscuras.
La una era el sol,
la otra la luna.
"Vecinitas", les dije,
"¿dónde está mi sepultura?"
"En mi cola", dijo el sol.
"En mi garganta", dijo la luna.
Y yo que estaba caminando
con la tierra por la cinturavi dos águilas de nieve
y una muchacha desnuda.
La una era la otra
y la muchacha era ninguna.
"Aguilitas", les dije,
"¿¿dónde está mi sepultura?"
"En mi cola", dijo el sol.
"En mi garganta", dijo la luna.
Por las ramas del laurel
vi dos palomas desnudas.
La una era la otra
y las dos eran ninguna.

igort ha detto...

Sarebbe come dire che non posso apprezzare una canzone perché apprezzo solo i long playin'. Eccezion fatta per my way, dato che Sinatra è il più grande cantante del mondo.
Non è una questione di gusto, Roberto.
Temo davvero che ti sfugga il senso profondo di questa cosa.

igort ha detto...

Cara Perec, bello! What is this questa nenia?

Anonimo ha detto...

E' Garcia Lorca, igort.

Giacomo Nanni ha detto...

molto belli i due atti di Bartimeus.
A Perec, considerato il nick, consiglierei Love Stores di Elfo, e anche 99 WAYS TO TELL A STORY di Matt Madden, che non so se uscirà prossimamente in italiano.
Poi un po' di spam: anche sul mio sito gli esercizi di stile non mancano...ciao!

igort ha detto...

YES, ho fatto il link dal mio sito a quello di Nanni. Vivamente consigliato.

ale ha detto...

Ciao Igort, dal mio punto di vista di lettore, Ignatz è una collana allo stesso tempo fascinosa e respingente. Provo a spiegarmi meglio. Da un lato l'attesa, l'idea dell'"assaggio", del gustare sul lungo termine, è interessante: favorisce, mi sembra, la rilettura, più di quanto faccia il volume; permette un rapporto più, come dire?, amichevole - ma non è un termine preciso - con l'autore, l'impressione di un contatto più frequente. Dall'altro però la struttura delle storie non è ancora ben adeguata al formato, cioè mi sembra che si ragioni ancora nei termini del volume. Non li ho letti tutti, e forse dovrei almeno affrontare Baobab prima di parlare, ma Riflessi di Corona per fare un esempio - tralaltro bellissimo: il segno di Corona diventa sempre più particolare - ha un respiro che forse si adatta poco a questa misura breve. Il prezzo non aiuta, ma capisco come sia necessario a un prodotto di qualità che valorizzi gli autori.

Un'altra cosa. A me il formato piace molto, grande, spillato: mi ricorda un po' i quadernoni di scuola, mi sembra divertente e giocoso; e il francobollo Ignatz è la prima cosa che vado a cercare.

Ciao.

andrea barbieri ha detto...

Scusa Brekane, ma sei il Brekane di cui un noto scrittore padovano diceva "una bellissima scrittura"?
In tutti i modi piacere di leggerti qui.
Se sei tu, hai poi fatto il dottorato?

igort ha detto...

Caro Brekane, grazie per lo spunto. Allora... mi spiego:
costruire un romanzo grafico oggi è impresa titanica.
1 perché l'autore si trova con i propri fantasmi per anni (11 anni per black Hole, 7 per il grande male, una decina per 5 è il numero perfetto, per es.) e non è cosa semplice da gestire

2 perché è necessario sopravvivere, essere pagati e pagare le bollette (scuserete se sono prosaico)

3 perché un autore è fatto anche di "esposizione" e continuità, reperibilità ecc. Se si imbuca per 11 anni quando esce con il suo capolavoro nessuno si ricorda più di lui.

4 perché fare una prima scrittura aiuta. Fare una storia lunga e come tracciare una rotta con un transatlantico. Bisogna sapere dove condurlo e come farlo. A volte occorre distanza, reazioni dei lettori e, come da noi richiesto, soluzioni originali, possibilmente
NON collaudate,
NON vetuste,
NON stralette.
NON minestre riscaldate, insomma, che renderebbero certamente più facile la stesura, ma più noiosa la lettura.

Le major di tutto il mondo si interrogano. Come fare?
Non si sono trovate soluzioni industriali, a tutt'oggi;
lidea di una collana gestita dagli autori, da redazioni internazionali, che esce contemporaneamente in sei paesi è stata la proposta che ho elaborato per coconino.

Essa offre
1 periodicità; reperibilità, prima stesura e possibilità di revisione, impatto con i lettori, lavoro di fino su dettagli editoriali (topi, grafica, colore ecc) che poi in edizione libraria si perdono, libertà totale agli autori. Sperimentazione narrativa e verifica che il lore percepisca, partecipi ecc.

Insomma questa collana porta alcuni tra gli autori più importanti del mondo a fare parte di una famiglia che si guarda mentre produce, si impegna, ingaggia un discorso. ognuno con caratteristiche differenti. All'insegna di
Buoni oggetti, carta pregiata buona stampa e una confezione inedita.

Questi gli elementi per cui consideriamo ignatz la collezione ammiraglia della coconino.

Roberto La Forgia ha detto...

caro igort,
è questione di gusti. il senso profondo di questa cosa mi sfugge perchè non mi interessa.

seth è un'eccezione perchè anche dopo un anno e mezzo io continuo a chiedermi come andranno a finire le sue storie.

Roberto La Forgia ha detto...

guarda che non sto parlando del progetto ignatz!

parlo dei fumetti a puntate in generale.

ale ha detto...

Per Andrea Barbieri: ehm, sì, sono quel brekane lì (e il noto scrittore padovano di cui parli è notoriamente molto generoso con le definizioni). Il dottorato lo sto facendo adesso (sono al secondo anno)

Per Igort: grazie della precisazione. insomma: il punto è quello di creare uno spazio di qualità in cui sperimentare e provocare nuove ipotesi narrative. In particolare, mi sembra di capire, qui si discute della costruzione di quelle opere lunghe, complesse, ambiziose che hanno bisogno di una volontà feroce per arrivare al termine. Il merito di Ignatz sarebbe quello di sostenere -in molti sensi- gli autori, restituendo loro il tempo (di studiare, leggere, sperimentare, discutere).

Tu chiedi: "Abbiamo disponibilità per una narrazione dilatata nel tempo?" Io credo che qui tu intenda (scusami se interpreto e semplifico, ma mi sembra questo il punto che crea confusione) proprio il tempo personale dell'autore, un tempo non meccanico, nè industriale: di narrazioni "dilatate" siamo pieni: telefilm che durano anni, film strutturati in triologie, quadrilogie, ecc, tutte narrazioni che hanno lo scopo di catturare e invadere lo spettatore. Invece Ignatz, nella sua periodicità, proporrebbe anche al lettore un'idea di tempo diversa, non standardizzata, più umana. C'è questa disponibilità? Personalmente sì, ma io non so quanto sono indicativo. Certo che mi sembra comunque importante provarci.

Scusa la lunghezza e la confusione.

andrea barbieri ha detto...

Be' Brekane mi fa piacere leggerti qui, vuol dire che il fumetto attira delle ottime intelligenze dalla letteratura oltre agli sballatoni come me: è anche questo un segno dell'età dell'oro delle narrazioni disegnate!

ps lo scrittore padovano ti vuole molto bene, un po' di tempo fa a Forlì gli ho chiesto, E B. che fine ha fatto?, e lui mi ha sparato un pippardone di quanto sei bravo preparato volenteroso ecc ecc.

igort ha detto...

Ho scritto due righe al mio amico Paolo. Sparicinchiostro è un blog faro. Leggetelo.
stralcio qua ...

"...Il senso della scommessa non è chiaro, a quanto pare. Sto cercando di insinuare che forse rallentare significa dare copro a un'idea, non solo kunderiana sul fatto che la lentezza è umana e la velocità inumana. Ma che sarebbe anche possibile pensare in termini di "equo e solidale", cioè categorie politiche. Voglio dire che gli autori sono anche stronzetti presuntuosi, ma non debbono essere a tutti i costi delle macchine caga pagine solo perché oggi il lettore vuole cosi'.

...Mi sembra opportuno che nel momento del grande consumo, al kilo, sia possibile, come gesto politico , anche l'assaggio piuttosto che la scorpacciata. Che ne pensi?
E' un gesto meno sprecone, meno ingordo, meno da orco.
sarebbe anche più elegante, oltretutto."

OK? Nuovo argomento, che è lo stesso in chiave forse più chiara.

Seguirà una risposta a Bekane e un terzo imperdibile atto del dramma di Bartimeus. of course.

Roberto La Forgia ha detto...

sarà pure affascinante come gesto, Igort, ma io cerco di darti un commento spassionato.
preferisco il volume ad una serie di albi (con tutto che poi non è sempre così).
te lo dico con tutta l'ammirazione che provo per il progetto ignatz (che, come ci fai capire sopra, non si riduce solo al "romanzo a puntate") e con l'entusiasmo che ho sentito quando ho letto il manifesto.

igort ha detto...

bartimeus e l'amuleto di Samarcanda
Dramma in Tre Atti.
ATTO TERZO. by Igort.

Una silouhette tra la polvere. Passo dopo passo si avvicina percorrendo la carovaniera.
Bartimeus trema per la stanchezza. Poi si ferma e vede per la prima volta un uomo seduto. Immobile.
Da quanto tempo viaggia da solo? Settimane oramai.
L’uomo è un monaco cinese: “sei stanco?” dice.

“Siediti. Bevi pure, riposati. Makaranda non si muove.”

L’uomo ha la pelle liscia, sembra senza età. Bartimeus si siede. E beve un the verde, all’uso cinese. “Non l’ha mai bevuto il the verde, vero?”
“No.”

Ascoltano il vento fischiare. In silenzio.
Poi il monaco dice: “Oltrepassato il passo della porta di Giada, per arrivare a Karashar è consigliabile fermarsi all’oasi di Kucha prima di affrontare il Tianshan.”
“il Tianshan è una catena temibile.”

Bartimeus viaggia senza piani, senza mappe, seguendo una traiettoria che legge nella sabbia, eppure è certo, non tentenna.
Non tentenna neppure quando incontra per la prima volta i predoni, che lo bastonano.
Lo battono perché della sua valigia non resta più nulla. Solo un libro, che si porta dietro da quando era bambino.
“Chi sei? “
“Sono Xuangzang”, dice il cinese sorridente.
“Parli la mia lingua”
“Ne parlo diverse”.
“Hai già attraversato la via della seta?”
“Innumerevoli volte”.

Poi il silenzio prese a parlare. Per giorni non fecero altro che stare seduti. E si scavo’ , all’interno del corpo di Bartimeus, un altro corpo leggero.
Un senso di allegrezza pervase i lineamenti di Bartimeus, rideva senza ragione.

Guardava la sabbia e rideva. “vengo dal paese della siccità. Ho trascorso tanti di quei mesi a mollo, nell’oceano, che adesso la sua mancanza non mi fa più paura.”


Poi un giorno, mentre il cinese cucinava dei funghi essicati e del riso si udi’ la domanda:
“perché la montagna è sacra?”

“Cosa?”
Il cinese guardo’ Bartimeus e non disse nulla.
“Cosa?”
Bartimeus si sveglio’ da quella specie di stato ipnotico e seppe.
Seppe che Xuangzang aveva 1308 anni, aveva percorso la carovaniera del sud, all’andata. Era infine giunto a Dunhuang trasportando reliquie e statue e testi sacri in gran numero. Che aveva perduto un elefante, annegato nella traversata , e con lui molti dei libri trasportati dall’India. Ma non si era dato per vinto, aveva ricominciato il suo viaggio e aveva tradotto i testi sacri, uno per uno.

Fu in quell momento che Bartimeus si trovo’ solo. Il cammino era ripreso.

Blin
Gli anni trascorsero e Bartimeus rimase prigioniero di quell labirinto. La via della seta lo aveva imprigionato, come la tela di un ragno.
Blin

Petronilla, dopo dieci anni si era rassegnata. Anselmo non avrebbe mai avuto un piano tutto suo, dato che non aveva neppure un padre, più.
Dopo altri dieci anni una serenità aveva scacciato il dolore e la aveva resa bellissima. Comparve un uomo che veniva da lontano. Non sapeva parlare nessuna lingua. Ma aveva maniere dolci e sapeva lavorare il legno. Si costrui’ una casa poco distante. E allevava uccelli. Cuculi e pettirossi che cantavano, andava spesso a Puerto Oruro, con quell suo mulo guercio e tornava con gabbiette in legno intarsiato e uccelli esotici di tutte le fatte.
Quest’uomo rideva. All’improvviso. Una risata che scuoteva e metteva di buon’umore.
Qualcuno lo odiava, come si odiano gli stranieri. Ma aveva portato la musica a Mammarranca. La musica della natura.
In breve comincio’ a frequentare Petronilla. La donna inamorata sembrava ringiovanire a vista d’occhio. Non erano gli olii portentosi dell’indio, era propio che l’amore la ringiovaniva. Questo diceva tra sé e sé Petronilla.
Poi lo invito’ a sentire il saggio di pianoforte di Anslelmo. E poi alla festa di laurea di Catarina.
E un giorno l’uomo chiese in uno spagnolo primitivo se se Petronilla avesse mai avuto un marito.
“No” disse lei.
E si udi’ la risata di lui, fragorosa come una fucilata.
Petronilla non aveva più legami antichi.
Perché Bartimeus era sepolto nella memoria, in una stanza che da tempo non si apriva più.
“come ti chiami? “ disse al suo nuovo sposo un giorno, in municipio.
E lui disse “Yiiik”.

La prima notte di nozze poco prima di abbracciare Petronilla Yiiik strappo’ un amuleto che aveva al collo. Aveva la forma di un ragno. Un grande ragno nero, che parve animarsi e scomparire trasportato dal vento.

Fine dell'Atto terzo. Si sente il suono di un violino lontano.

Finalmente Bartimeus giunse a Samarcanda. Si sentiva libero adesso. Leggero in un certo senso.

Entro nella bottega di un liutaio e baratto’ il suo libro per un vecchio violino appeso alle pareti.

Mentre pizzicava quello strumento il liutaio lo squadro’ e disse:
“Finalmente, ce ne hai messo di tempo a riportarmi la torah”.
“ho avuto da fare”
poi lo guardo’ e lo abbraccio'.
Era suo nonno Ibrahim.

duccio ha detto...

..ora posso andare a dormire :)

Doctor Ban ha detto...

.....fantastico..............l'ho visto tutto

Francesco Chiacchio ha detto...

..Igort, bella la trilogia... potresti anche far incontrare al protagonista un giovane Corto Maltese di riorno da chissà dove (magari proprio da Samarcanda),giusto il tempo di una pagina una pagina, due chiacchiere davanti ad un bicchiere... un cameo.
...Quando cominci a disegnarla? ;)

igort ha detto...

Non ho pensato ancora a disegnarla. E' nata cosi', per scherzo.
Fammi un'illustrazione tu che ripubblichiamo il racconto sul blog.
Corto Maltese negli anni trenta era a Samarcanda? Le date coincidono?

Francesco Chiacchio ha detto...

La casa dorata di Samarcanda si svolge negli anni '20... ma Corto, nonostante il titolo, non passa mai da Samarcanda. ...però non conosco la produzione completa di Pratt... (e Corto ha girato il mondo in lungo e largo...)

faccio volentieri l'illustrazione, te la mando appena pronta. a presto

perec ha detto...

serve uno sguatterO? ditelo.... mi libero....

igort ha detto...

ha ha ha. Uno sguattero?

perec ha detto...

mica si puo' essere mozzi al primo imbarco, ti pare?

Niccolò Storai ha detto...

Personalmente adoro la collana Ignaz , li ho comprati e continuo a comprarli tutti.
Sono strasicuro che una scelta del genere non possa che premiare una casa editrice .
I lettori hanno modo di seguire l'evoluzione di una storia , di un autore , dei disegni riempindo i "vuoti" tra un uscita e l'altra con il proprio bagaglio emotivo.
Seguire una cosa nel tempo ti dà un senso di godimento perchè questa entra a far parte del tuo tempo, della tua vita.
Personalmente degli Ignaz amo anche la confezione che gli conferisce un approccio più "facile" rispetto magari agli altri libri; con questo non voglio dire che gli altri libri siano difficili ma che un formato come quello Ignaz contribuisce sicuramente a far avvicinare quella larga schiera di lettori che si lasciano intimidire.
Igort , non smettete mai di farci sognare con gli Ignaz ,sono piccole perle che collezioniamo , non appena avremmo finito le nostre piccole collane ci ritroveremo a cena per raccontarci tutte le storie da questi ispirate.
Grazie di cuore

Luigi Critone ha detto...

La storia di Bartimeus è molto bella, credo che sia la prima volta che riesco a leggere un commento così lungo con calma e attenzione. :)
Riguardo agli Ignatz, confesso che romanticamente preferisco l'idea di un autore che si isola per anni e poi esce con una lunghissima e bellissima opera, fregandosene dei presenzialismi e della cadenza regolare che il pubblico pretende, ma mi rendo conto che i condizionamenti del mercato attuale rendono quest'idea una quasi utopia. Ben venga dunque la pubblicazione a puntate, e un giorno potremo rileggere con rinnovato piacere l'opera intera, del cui processo creativo siamo stati spettatori, e un po' partecipi.

igort ha detto...

Grazie per i vostri commenti sulla storia di Bartimeus, che ho improvvisato per quella matta di Perec. Va a finire che lavoro di più per il blog. Si impara velocemente come funziona sta macchina. A me piace la comunicazione, la posta. Quella su carta. Ma qui è come essere a teatro. Scrivi e qualcun'altro ti sta leggendo in diretta.

Adesso scrivo per segnalarvi una cosa davvero bellissima per chi ama il fumetto e il disegno e l'ingegno in genere.
Il libro che avete come immagine di questo post, Masters of American comics, lo si puo' comperare via internet ed è una cosa magnifica, ci sono dei percorsi visivi, con ingrandimenti e tavole fotografate a colori degli originali di tantissimi geni del fumetto americano. Segar, Gould, Caniff, McCay, Kurtzman, Feiniger, Eisner, Ware, Spiegelman, Panter ecc ecc. Ce ne sono davvero moltissimi. Il punto è che essendo riprdotti a colori si vedono correzioni di bianchetto, colla, matita, matita copiativa. Ed è come avere tra le mani il meglio del fumetto americano di tutti i tempi, in versione "originali prima della stampa". Una cosa emozionate. Fa capire moltissimo di cosa ronzava in testa al tal autore quando ha fatto quella tavola o storia. E' una miniera. Davvero.

Doctor Ban ha detto...

igort,
dacci gli estremi per ordinarlo,nome del sito etc etc...
io bartimeus e l'amuleto di samarcanda l'ho già visto tutto disegnato nella mia testa,da te ovviamente.tempo e lavori permettendo,secondo me non passerà molto tempo dal vederlo realizzato su carta...............

igort ha detto...

cazzarola che pigrizia. Andate su Amazon e digitate Masters of American Comics. E' pure in offerta
List Price: $45.00 era il prezzo originario. Invece
Price: $29.70 è quello che potete pagare.

C'è pure, consigliata da Amazon, una meravigliosa biografia di Winsor wcCay a cura di John Canemaker. Imperdibile. Se il vostro cuore regge, naturalmente.

andrea barbieri ha detto...

Libro che contiene la pin up della discordia :-)

igort ha detto...

siamo meno ermetici Andrea, che cos'è "la pin up della discordia?"

perec ha detto...

a chi tocca, tocca...

igort ha detto...

Un'altra ermetica. Che siete diventati tutti figli de "l'enigmista?"
O sono io che sto diventando più idiota del solito?

duccio ha detto...

scusate l'intromissione... l'anno scorso al museo dell'illustrazione di ferrara hanno fatto una mostra su Lyonel Feininger e Eduard Thony che si chiamava caricature/karikaturen. Purtroppo c'erano originali quasi esclusivamente di Thony ma nel catalogo le sue illustrazioni B/N sono state stampate a colori, bellissimo..

Anonimo ha detto...

Purtroppo a una ricerca su IBS risulta irreperibile. Parlo di "caricature/karikaturen".

duccio ha detto...

ho trovato delle informazioni in google relative al passagio della mostra nel 2003 a Bolzano.. anzi credo sia proprio partita da lì.
info qui sotto. altro non saprei...
link

igort ha detto...

Lyonel Feininger e Eduard Thöny. Due autori dalle esperienze artistiche simili, ma con stile e sensibilità diversi, che li hanno portati a reinterpretare fatti e personaggi dell'inizio del Novecento in modo molto personale. Il primo, nato in America da genitori tedeschi e poi rientrato in Germania, lavorò soprattutto nella capitale del Reich per riviste di satira politica. Thöny, invece, è un figlio della nostra terra: nato a Bressanone da una famiglia venostana, fu uno dei principali caricaturisti ed illustratori della rivista monacense "Simplicissimus".

andrea barbieri ha detto...

Igort, ho pensato che in quel libro ci fosse anche la famosa tavola di Eisner su cui si è discusso tanto nel tuo topic "Macchie bianche", per quello dicevo: la pin up della discordia.
A proposito di figli dell'enigmista, secondo me Perec sopra ha fatto un doppio senso sul noto scrittore padovano Giulio Mozzi, o forse è solo una mia fissa. Perec confessa! :-)

igort ha detto...

Ah si', c'è l'immagine. Solo che il personaggio di Eisner per me non è mai stata una pin up, ma un personaggio.
Comunque, OK, c'è. Vero, vero.

perec ha detto...

io? mozzi? doppi sensi? naaaa....
e non sono criptica, stavo dandoti ragione, igort. in quanto pazzo, certo.

andrea barbieri ha detto...

Off topic vi annuncio che oggi esce l'ultima fatica springsteeniana:
"We Shall Overcome: The Seeger Sessions"

E poi che ci ho il biglietto per il concerto di Milano quindi se qualcuno del blog va, batta un colpo!

igort ha detto...

Caro Boris, bentornato.
Il libro biografico su McCay è davvero meraviglioso e non costa neanche tanto rispetto al volume di materiali e alla cura con la quale è stato realizzato.

Per Andrea su Springsteen: ho visto un servizio alla TV. Molta simpatia per uno che detta le sue regole su cosa fare. E sceglie il ruvido rispetto al patinato da classifica.

andrea barbieri ha detto...

Bruce è un poeta e insieme un grande professionista, uno che lavora durissimo, e ai concerti si vede. Credo che per un disegnatore sia lo stesso, si vede quando non ha mollato la concentrazione, quando ha messo tutto se stesso nella tavola.
E poi sì, è un tipo "poca acqua nel vino", cosa che non si può non ammirare.

andrea barbieri ha detto...

qui si possono ascoltare le Seeger Sessions

Anonimo ha detto...

provo se va il messaggio
lu

Anonimo ha detto...

ora confesserò al mio fratello quasi Igort e a tutti voi il problema neurologico che mi affligge

non riesco a leggere le storie, LE STORIE scritta dico , ne lungE ne cortE , ne ben scrittE ne male ,ne di fantascenza ne storiche ne....
insomma inizio un libro ...un racconto e le voci della testa me lo fanno abbandonare subito

invece leggo saggi! su qualsiasi cosa ..per esempio oggi ne ho acquistato uno bellissimo! "la difficile storia degli handicappati"
leggo volentierissimo storie vere o biografie ...ma se minimo minimo capisco che sono romanzate il libro mi cade di mano

che sarà?
ne avete idea voi ?
avete sentito mai di casi come il mio?
prego non liquidatemi col dire che sono solo poco intelligente

LULùBOMBON

igort ha detto...

No, pero' il nickname è da arresto immediato.

Lulùbombon, di che nazionalità sei? Lilliput?

Dimmi se è vera questa cosa della lettura impossibile se solo si tratta di storie.
Avevo un amico che mi disse una cosa del genere, poco prima di assassinarlo. Mi disse che lui leggeva solo saggi.
E le mie storie? Gli chiesi

e lui "non le ho mai lette, ti ho mentito"

BANG

Anonimo ha detto...

il nike lo abbiamo selto insieme ...sei di breve memoria su certe cose...

la cosa non riguarda i racconti disegnati ..altrimenti sarei già stata assassinata! dall'altro

i disegni coniugi del racconto mi fanno un letto di serenità sul quale mi adagio e mi faccio trasportare con fiducia.... mha!

giuro che ciò che ho detto è vero

lucina

igort ha detto...

ha ha ha, a casa mia?

Siamo da arresto immediato entrambi. Scusa Lucy.
Ma è vera questa cosa che non puoi leggere storie?

Storie raccontate con le parole?

Io ho conosciuto (il cadavere del post prima) chi leggeva di preferenza saggi e libri storici. Ma non so se ho mai incontrato davvero qualcuno che NON POTEVA leggere fiction.
Voi?
Aiutiamo LulùBombon, se si chiama cosi' è anche colpa mia. Quindi potete pure insultarmi, sino, diciamo, alle 19,30.

ausonia ha detto...

sono le 19 e 31

ausonia ha detto...

lucy

comunque ho avuto un problema simile. sono arrivato a vent'anni e sapevo tutto di psicanalisi, filosofia e altro. e i romanzi mi sembravano una risultante di quelle materie lì... pensavo: tanto vale andare alla fonte allora. scelgo i saggi.
mi sbagliavo di grosso. e ho capito di più su tutto attraverso personaggi di fantasia... senza parlare di quanto fosse più divertente.
però rimango affezionato alla saggistica... insomma, non ho saputo rispondere.
sono stranamente bipartisan in questo...

Anonimo ha detto...

quando leggo piccoli estrapolati o qualcuno mi cita delle frasi di grandi romanzieri mi accorgo di cosa mi è negato.....è un problema mi sembra di capire il mio di...attenzione , se ad ogni evento la mia fiamma di attenzione non è alimentata da "..ma davvero?!....è successo d'avvero??" la mente non regge le lunghe distanze e sim perde dietro alle farfalle
ma amo le citazioni se ce ne sono che avete amato ditemele...
ma solo se igort reputa la cosa di suo gradimento
questa è pur sempre la sua accogliente casa

lucinamatta
p.s.
altra stranezza inizio i saggi sempre da metà
poi vado su e giù :))

igort ha detto...

Leggere, una delle delizie dell'esistere. E' bello perdersi, lasciarsi trasportare, inesistere per sentire soffiare forte il filo dei pensieri di un alro, un'altra.
Del romanziere cui abbiamo affidato il nostro tempo, la nostra fiducia.

Si impara a leggere, l'attenzione si sviluppa. E' un muscolo. Oggi, per esempio, reimparo a guardare i disegni. Lentamente. Scrutando, osservando; lo sguardo distratto ti porta a una lettura superficiale.

Guardo anche le foto dei disegnatori. Dallo stile delle posture di McCay scopro il suo senso dell'ironia, la sua eccentricità; dal polso sottile di Herriman il suo tocco nervoso di pennino. Mica balle, sapere osservare ci porta ad amare, a scoprire il senso ultimo, perfino (BUM) dell'esistere.
Cara Lucina ti diro' delle cose, delle frasi, degli sguardi che ho amato.
Caro Ausonia, fratellino, ben tornato. Eravamo in pensiero.

Anonimo ha detto...

Ciao, Igort:

A me la collana piace moltissimo. Ha molta più presenza di un comic book alternativo alla americana. Poi, le dimensioni: odio il rimpicciolirsi per marketing (per farli diventare "graphic novel") di tanti fumetti pensati per il formato grande. E' comunque vero che per chi, come David B sceglie di raccontare storie lunghe, dopo un anno bisogna rileggere il primo volume per riprendere il filo, ma succede con quasi tutti.

Inoltre mi sono messo a pensare a quali autori spagnoli potrebbero fare qualcosa per la collana: forse Keko (che in Francia ha Groensteen cominciato a editare), poi a Impresiones de la Isla che si rifà a Sterrett e Segar, e poi a Javier Olivares, che ha tanti stili diversi, di cui mi piace soprattutto "Dios bendiga cada rincón de esta casa", l'hai letto?