24 giugno 2014

Tokyo, 24 giugno 2014

BROANNN. Piovigina e poi piove decisamente. Tokyo si rinfresca. Dopo poche ore il sole nuovamente. Esco, in metropolitana un signore dall'aspetto sereno si avvicina a un sedile, si inchina e raccoglie un portafogli rigonfio. Lo mostra e chiede a tutti di chi sia. Una donna dice che è caduto a qualcuno che è appena sceso, che sedeva lì, di fianco a lei. L'uomo e tutti si preoccupano, nessuno osa aprirlo, il portafogli. L'uomo scende alla fermata successiva, la mia, lo vedo che va all'ufficio degli oggetti smarriti, consegna, ridiscende e aspetta la metropolitana successiva.
Più tardi vedo Corinne, suo marito è un importante fotografo giapponese, originario della zona di Fukushima. Il villaggio di pescatori in cui è nato è stato spazzato via dallo tsunami. Sono rimaste solo le strade. Un reticolato di strade che non conduce da nessuna parte. Si tratta di ricostruire il villaggio. Ma più al riparo. Sono pescatori, hanno imparato a rispettare il mare, a temerlo anche. Ma non possono vivere lontano. Suo marito, che aveva fatto diversi scatti di vita quotidiana, si è trovato ad andare negli stessi luoghi dove ora c'erano solo macerie.
Ha dovuto elaborare il lutto. Comparare le foto, il prima e il dopo. Era sbigottito. Si rimane devastati dentro, incapaci di comprendere, quando perdi di colpo parenti e amici, e non hai più un luogo dei ricordi. Ora, per la ricostruzione si pensa di segare la montagna, di spostarne una parte, a mò di riparo. Un'opera di grande ingegneria che racconta molto della volontà dei giapponesi di trovare un compromesso, non sempre facile, con la natura. Fukushima è una ferita aperta, che ha lasciato il segno. Oggi, in ogni mercato del Giappone, è comparso, sotto al pesce esposto, un nuovo tampone che spiega l'origine e dice che il pesce è stato sottoposto all'esame e non è radioattivo. Corinne mi chiede se voglio raccontare la storia di questo villaggio. Mi dice che ognuno ha reagito in modo diverso. C'è chi lascia per sempre e se ne va lontano, dove ha studiato da ragazzo, chi invece vuole partecipare attivamente alla ricostruzione. Mi dice che ci sono storie di tutti i tipi, che sarebbe bello raccontare. Come quella di un loro amico pasticcere, che si è trovato a ripartire da capo. Dopo lo tsunami doveva ricomprarsi forno, teglie, impastatrice, tutti gli utensili di lavoro. Ha fatto la sua ricerca via internet. E, contattato il venditore, una volta accertatosi di aver trovato le cose che gli servivano, ha fatto l'ordine di acquisto. Il venditore ha ricevuto l'ordine, poi ha letto l'indirizzo e ha chiamato il pasticcere. "Non posso prendere soldi da lei, che ha avuto una tale sciagura".
Gli ha spedito tutto quanto era stato richiesto senza incassare uno yen.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

BROANNN ha lo stesso suono dei vari Monsteroso, Fing Fang Foom et similia sfornati fino al 1961 dalla premiata ditta Stan 6 Jack e Stan & Steve, ma è il nipote bislacco di Godzilla. Si sveglia radioattivo come pungolato dal Robin Williams di Goodmorning Vietnam dentro il solito vulcano gonagaiano, si stiracchia come Tati in qualche pellicola d'antan in una pellicola da premio-sicuro-a-Cannes di Kitano e vola sopra le giappozone vulnerate, come un Babbo Natale verde e squamato, resituendo yen e sorrisi a chi non ha + dei primi e ha tanto bisogno dei secondi. Bestseller anche in Europa, doppia persino Transformers 4. Capita.