2 agosto 2011

gaslight


Immagino un locale nel quale ci si riunisca, alla sera, per fare mostre, reading, happening. Immagino il fumetto che finalmente parli di cose, della vita, di quello che succede, che parli con la gente. Immagino che riusciamo a portarlo fuori dal ghetto, dal sogno rimpianto di un'adolescenza perduta. Immagino che finalmente la si smetta di parlarci allo specchio. Immagino che si possa ricreare una scena vera e forte, piena di vita, dolore, anche tristezza, magari, se dobbiamo essere sinceri, ma vita. Immagino che i nuovi Crumb o Shelton, Irons o Kurtzman mi parlino di quello che vedono, delle guerre combattute malamente, di quello che succede, dei dropout, della vita che qui, per esempio, non devi neppure stare a grattare troppo per vedere nei suoi lati più oscuri, disperati. Immagino che qualcuno mi racconti un vagone di metropolitana, parlandomi uno per uno delle persone che vedo, che sembrano comparse di un film di Fellini. E questo sarebbe un bel libro, un libro semplice, come affacciarsi alla finestra per finalmente vedere.

1 commento:

Roberto La Forgia ha detto...

facciamolo