6 agosto 2011
once upon a time
Soho deserta, città fantasma a parte, a due passi dal formicolare di Broadway. Cammino distratto e mi imbatto per caso nella palazzina a tre piani che contiene un piccolo appartamento, uno studio più che altro, in cui si sono fatte cose che hanno cambiato la storia del fumetto americano e non solo. La casa di Raw e di Maus. La osservo, con il suo portoncino minuscolo. Non ci sono mai venuto qui, manco sapevo che fosse a Soho.
Vedo le scritte sul vetro, la scrittura di Art che dice "i pacchi per Raw consegnateli a X e Y". Mi viene alla mente il giovane e sprovveduto Charles Burns, che si fece, sul finire delgi anni settanta, 4 ore di treno per venire da Philadelphia a proporre le sue storie di Dog Boy a Raw. E Spiegelman che gli aprì, e dalla scala lo mandò alla malora dicendo di spedire.
Funzionava così, all'epoca, in maniera molto artigianale, non c'erano grandi corporation a pubblicare quelle storie. Ma solo case-studio, idee, e viaggiatori distratti che tornavano a casa con le pive nel sacco.
Chissa perché poi, me la rido da solo.
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3 commenti:
e neppure una email!
Ma che vuol dire?
erano altri tempi, si spedivano le tavole originali alle case editrici, ci si muoveva in treno per portare le proprie storie e quando ancora, appunto, non esistevano neppure le email!
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