9 agosto 2011
the hunters
pioggia. I cacciatori di pozzanghere si precipitano a times square per fotografare le insegne riflesse. Li vedi facilmente, in mezzo ai pedoni che attendono di attraversare, stanno carponi ad agitare l'acqua a ogni rosso e poi scattano e si mostrano reciprocamente le cose che l'obbiettivo cattura. Poi verde, fanno passare e attendono diligentemente il nuovo semaforo rosso per rimettersi a 4 zampe. Li avvicino, sono cacciatori socevoli, americani, mi mostrano il loro bottino. Sorridiamo complici, mentre cerco il numero della neuro.
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1 commento:
Solo a New York. Fine ottobre. Crepascola ed io stavamo congelando. Compro un giaccone - la taglia + piccola in vendita - che mi cade sulle spalle come una di quelle cose che Magnus infliggeva ad Alan Ford e Bob Rock quando in missione artica.Al crepuscolo, Ron Howard con la chioma di Howard Stern e la salopette arancione che Howard Jones osava nei concerti è chino su di una pozza con una polaroid. Cattura il riverbero di una insegna che sarebbe piaciuta al Guareschi appena arrivato a Milano che si siede sui gradini del Duomo per guardare la silohuette elettrica della dattilografa sulla casa di fronte. Ricordo lo spleen quando anni fa la facciata è stata ripulita di quei commercials tanto Nik Tesla. Sto divagando, sorry.
La mia sposa chiese al tizio quanto amasse la Grande Mela. Il Lewis Carroll del 21mo secolo - non importa se lo specchio che contempliamo sia incrinato da una foglia tarlata - le rispose che Manhattan era il suo dome ( Casa Howard ho pensato ) dove sapeva chi era, più che in qualunque altro posto.
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