3 maggio 2013

storie

Primi anni Ottanta. I rapporti con gli autori di Frigidaire erano differenti, per ciascuno di noi. Giorgio fu arruolato da Tamburini e Scozzari nel 1980. Fulminati sulla via di Damasco dal Carpinteri-genio, lo pubblicarono fin dal numero 4 (1981). E fu "Incrocio Magico", una storiella piccola piccola (4 pagine appena) nella quale veniva fuori un Carpinteri grande grande. Stefano Cristante, critico dei fumetti, fulminato in seconda istanza, definì Carpinteri "cubo-futurista", aggettivo sino ad allora mai usato per un fumetto. Erano tempi di frontiera e restaurazione. Regnava l'avventura e poco altro. Io (igort) frequentavo Scòzzari a Bologna dai tempi del Cannibale. Quando ancora abitava in via Clavature, casa occupata, che era anche la sede della Traumfabrik (Scòz e Paz). Il lavoro di Filippo è sempre stato il mio preferito, ne amavo la verve sarcastica, unita a quei languori nostalgici che ne facevano un magma micidiale. Scòz sapeva scirvere come pochi nel mondo del fumetto. Poi, naturalmente, c'era Mattioli che faceva delle cose concettuali che noi Valvolini amavamo molto (molto più di Joe Galaxy, per dire). Storie brevi, sempre diverse, un'intelligenza artistica finissima. C'era un parlare comune e interessante, con lui, teso a minare e ricostruire costantemente la sintassi del fumetto. Questo ci stimolava, al punto che nel 1984 chiedemmo a Mattioli di entrare a far parte del gruppo Valvoline. Nel novembre dello stesso anno fu pubblicato Valvorama, su Frigidaire. Tanino Liberatore, lo conscevo dal 1978. E' sempre stato, anche da bambino probailmente, un gigante del disegno, che amava poco fare i fumetti. (Ho molto apprezzato la sua sincerità a questo proposito, lui l'ha sempre dichiarato, anche negli anni del grande successo di Ranxerox). Poi c'era Pazienza, che era già molto famoso. Un disegnatore dai multipli registri. Che faceva sbudellare dalle risate oppure inorridire, con il suo ritratto spietato degli anni del liceo. Altro che happy days. Quando Pazienza e Carpinteri si incontrarono, Paz lo squadrò e gli disse "mi piace come fai le mani". Era una sfida all'OK Corral, una sorta di dialogo tra titani. Anche se eravamo poco più che bambini. Nel 1981 quando questo dialogo ebbe luogo, io e Carpinteri non avevamo 23 anni, Paz, che era del '56, ne aveva 25. Poi un giorno Paz pubblicò la frase "via le linee tonde, ora vanno i triangoli" (o qualcosa di simile. E questo era un omaggio a Carpinteri, che disegnava tutto spigoloso. Frigidaire rappresentava "il moderno" e si contrapponeva in modo violento a tutto quello che c'era stato prima (eccezion fatta, forse, per Moebius e Magnus e Munoz). Il lavoro di Lorenzo Mattotti era considerato "poetico" come se l'aggettivo rappresentasse un'insulto. Lorenzo era ingiustamente discriminato e, con grande forza d'animo non ha mai mosso un dito per compiacere i nuovi cinici dell'epoca. (oggi sembra incredibile, ma quelli era gli anni del primo post-punk). La linea coatto-iconoclasta di Tamburo dettava legge. E se guardiamo le parole d'ordine che roteavano attorno a Frigo, non possiamo fare a meno di notare che Burroughs, la pop, i nuovi filosofi francesi, No New York ecc. erano un punto di riferimento molto presente. Ci sono migliaia di altre vicende di quegli anni, in cui si andava a rendere visita ai maestri, come Munoz, in pellegrinaggio. E ci saranno altri racconti. Noi di Valvoline avevamo una visione meno "a la page", se si vuole, di quella di Frigidaire. I nostri lavori erano meno "urlati" forse. Ma io amavo indifferentemente le storie che mi piacevano, sia che fossero pubblicato su Alter o su Frigidaire (nelle cui pagine cominciai a pubblicare anche io dal 1982).

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