25 aprile 2013

architectural strips

In quegli anni le occasioni, le proposte, le idee, diventarono tappe di una valvo-evoluzione tutta da scoprire, anche per noi stessi. I guru del design, Ettore Sottsass e Alessandro Mendini e i loro gruppi di lavoro: Memphis e Studio Alchimia, ci proposero mostre e progetti trasversali, dato che le nostre tavole di design e arcitettura si erano nutrite. Ma non era una questione "formale". Credo che riconoscessero in noi, nel nostro modo di porci una pratica concettuale che era simile alla loro, ma in un altro campo, per così dire "fratello". A noi non interessava il rappresentare in sé, ci interessava definire nuovi territori del rappresentare, "il come" si sarebbe rinnovato di conseguenza. Così nel 1987 nacque la mostra nello spazio Mepmhis "Architectural strips", curata da Barbara Radice, che seguì la mostra di due anni prima "Valvotapeti volanti", curata da Alessandro Guerriero. Questa immersione nel radical chic milanese era da noi vissuta concurioso distacco. Capivamo e rispettavamo le istanze e il lavoro di questi geni del design, ma avevamo bisogno di nuotare a profondità differenti, quelle del pop e della cultura della carta stampata. (nella foto un acrilico esposto da Giorgio Carpinteri nella mostra "Architectural strips")

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