27 marzo 2010
books
Una rivista di letteratura fa un numero speciale sulle nuove strade del fumetto. Ci sono i reportage e le narrazioni diaristiche. Intervista a Gipi, David b., Munoz, ampi servizi su Joe Sacco e sul mio prossimo libro, e tante altre cose da leggere. Fa davvero impressione il vuoto di riflessione che i media di casa nostra lasciano su questi argomenti.
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10 commenti:
se qualcuno facesse una rivista così io la comprerei...
be, anche io per quel che può contare.
Nicola
Qui (in Italia) il vuoto di riflessione è a 360 gradi, mi pare. In questo contesto, che non si rifletta sul fumetto forse è il male minore. No?
Piuttosto mi sentirei di dire che un problema serio è la qualità della riflessione, su tutto.
Lo dico da appassionato di disegno e arte sequenziale; ma -per dire- sono anche appassionato di garage punk, e non mi scandalizza che non si rifletta più di tanto su questo (per me) appassionante settore dello scibile.
In fondo con Internet abbiamo tutti accesso a vari gradi di riflessione su qualsiasi argomento (e poi posso serenamente rinunciare a leggermi una sfilza di banalità trendiste su Repubblica).
Finale: credo che se il mondo della (ottima) graphic novel italiana non va in copertina in Italia sia perchè in Italia circa l'80 per cento di noi non sa leggere.
Non sa leggere un giornale (e dunque elaborarlo criticamente), figuriamoci una graphic novel.
(Scusa la maldestra intrusione, Igort, e grazie di tutte le cose belle e sempre interessanti che metti qui)
Ma qui da noi abbiamo Fumo di china. Ah ah ah.
Si legge poco ma comunque il consumo librario non è così catastrofico come si potrebbe credere. Ci sono in Italia, ho letto, circa sette milioni di persone che consumano cultura. A queste persone andrebbero dedicati sforzi superiori di riflessione sullo stato dell'arte in genere.
Non parlo del fumetto tout court. Il numero di Books è un lavoro che presenta articoli e interviste realiizate in Francia e dalle maggiori riviste letterarie del pianeta. E si presenta uno scenario nel quale la cosidetta graphic novel viene utilizzata da autori egiziani, arabi, libanesi oltreché europei ed americani. Quello che porta, un numero del genere, è una vista in prospettiva. Una cosa molto diversa da quella che siamo abituati a vedere. E per capire dove siamo uno sguardo in prospettiva mi pare indispensabile.
Concordo, pienamente con quanto dici, in realtà.
Forse mi sono fatto prendere la mano essendo fresco di lettura dell'allarmante articolo che ho linkato al mio commento.
Saluti
Scusate tanto, ma il punto è: perché in Francia sì e da noi no? Evitando le solite lamentele autolesioniste, mi pare che forse sia da capire la ragione per la quale i nostri "cugini" sono capaci di una disinibizione culturale che da noi manca del tutto. Non ho ancora visto questo numero di Books, che comunque mi voglio procurare, ma se capisco bene si parla di nuove forme di utilizzo del fumetto. "Un autre regard sur le monde" vuol dire "un altro sguardo sul mondo" il che mi pare affascinante.
http://www.booksmag.fr/audio-video/v/sommaire-en-images-et-en-musique-du-hors-serie-bd.html
scusate, ma non so fare un link, comunque guardate qua, c'è il book- trailer dell'intera rivista. Sembra moooolto bella.
Dario Voltolini, alla domanda della redazione di Nazione Indiana:
"Ti sembra che le pagine culturali dei quotidiani e dei settimanali rispecchino in modo soddisfacente lo stato della nostra letteratura (prosa e poesia), e quali critiche faresti?"
ha risposto:
"Le nostre pagine culturali andrebbero chiuse."
E Voltolini non è certo un estremista barricadero col passamontagna. Qui in Italia siamo davvero alla frutta.
Igort grazie ancora per i bellissimi incontri col pubblico di BilBolBul, e in bocca al lupo per il tuo nuovo lavoro.
Resto sintonizzato.
andrea barbieri
purtroppo il vuoto dei nostri media non comprende solo questi argomenti.
Detto questo, spero di poter leggere presto il tuo nuovo libro.
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