25 ottobre 2007
lingua comica
a Londra per qualche giorno, in una full immersion insieme ad amici di tutto il mondo. Per registrare lo stato di salute del fumetto. Capire dove siamo, e varcare le frontiere tra Asia ed Europa. Un progetto fortemente voluto da Paul Gravett, che ha convolto l'asef (Asia Europe foundation).
Teso a costruire una lingua franca, un linguaggio universale.
http://linguacomica.wordpress.com/
erano invitati giovani talenti provenienti da tutta l'Asia e l'Europa. E qualche veterano che li seguiva per pochi giorni, li consigliava, leggeva con loro le cose e parlava di fumetto.
Un'esperienza umana meravigliosa, commovente e arricchente.
Se visitate il blog di lingua comica troverete anche i lavori che questi autori stanno elaborando in collaborazione.
Buona visione.
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21 commenti:
Che bella questa idea, mi sa di società culturale fine ottocento, sarà ciò che evoca Londra.
Il fatto di trovarvi e creare qualcosa.
Sono grato che vi troviate per unire ponti e sviluppare la strada di questo linguaggio meraviglioso, grazie.
Daniele.
Gravett è un genio, una vera forza. Peccato che simili cose, di quella stessa magnitudo in Italia è difficile organizzare. In Sardegna ancor di +.
un abbraccio fumoso
smok!
Dear Igort thank you for your talk at the ICA. It's been inspiring, moving and often funny.
Una cosa che mi ha colpito fra le molte è quando hai raccontato di aver rimproverato a [c] di essere superficiale. io ed [m] siamo d'accordo che sia meglio così. meglio che non abbia parlato di ingrid betancourt.
quando arrivò la notizia della morte di anna chiamai mio fratello a londra. lui aveva letto i suoi libri. io mi ero fermato ai primi capitoli di uno dei suoi primi libri tradotti in inglese. quello con in copertina una foto di james natchwey. non sono riuscito ad andare avanti. la cecenia mi spaventava. mi ha spaventato troppo.
per un lungo periodo nei viaggi fra milano e londra mi sono portato un libro di fisk. "pity the nation". c'erano momenti in cui dovevo chiuderlo. poi l'ho finito. È stato molto importante mi ha profondamente colpito. Ne ho parlato ad un amico al quale l'avevo prestato. Lui l'ha memorizzato tutto. Lui l'ha capito. Io ne parlavo in modo superficiale.
Thanks again. Pierfrancesco
?!?
Giustamente Marco Corona si sente chiamato in causa e non sa di cosa parliamo.
Nel corso dell'incontro che si è tenuto all'ICA (Institute of Contemporary Art) ho parlato lungamente del mio lavoro e ho presentato quello di Leila Marzocchi e quello di Marco Corona, come esempi della fioritura artistica della scena italiana e come esempi del lavoro nella collana ignatz. Ho anche parlato diffusamente del rapporto che mi lega agli autori della coconino, che è un rapporto di dialogo e di chiacchiera artistica. Molto spesso anche se credo che sia giusto fare determinate scelte narrative lascio che l'ultima parola sia quella dell'autore.
Nel corso di questo racconto ho parlato della discussione che avemmo con te, Marco, sull'opportunità di insierire la figura e il caso di Ingrid Betancourt (rapita da oltre 5 anni e tenuta segregata dai montoneros, come altri tremila nelle foreste colombiane) nel tuo bel volume "oltre l'atlantico". Ho raccontato che sebbene ci si misuri con grandi duelli verbali l'affetto,l'amicizia o la stima rimangono immutati.
E che sebbene io pensi di saperla lunga puo' benissimo capitare che mi sbagli, come nel caso in cui avrei cambiato il finale di "appunti..." di Gipi.
Questo era, in due parole il contesto del discorso.
Ma una troupe della TV austriaca ha filmato tutto l'incontro e penso che tra un poco sarà pure disponibile on line.
Appena ne so qualcosa vi faccio segno.
chiedo scusa per l'intervento che letto fuori contesto può aver creato disorientamento.
ci sono molti passaggi del talk all'ICA che mi sono rimasti impressi ma soprattutto l'umiltà nel parlare del tuo lavoro e l'affetto e la passione nel parlare del lavoro di altre persone.
again sorry if my words might have caused any misunderstanding and again thank you for your talk
regards
pierfrancesco
Ciao Pierfrancesco Regards, ho evitato di giocarmi la carta Betancourt -"Scusa Ingrid è solo un modo di dire"- solo perchè l'avrei trattata in modo superficiale, hai detto bene. per parlare delle cose bisogna sentirle, ed io la Betancourt manco sapevo chi fosse prima di venire in Colombia. Igoruto, editore e amico al corrente del fatto che stavo lavorando ad un fumetto ambientato in larga parte in Colombia, mi aveva chiesto perchè ci avevo messo dentro De Andrè e non la Betancourt. La risposta sta qualche riga piu' in alto.
Ne approfitto per segnalarvi un articolo di Dario Voltolini sull'ultimo Tuttolibri della Stampa. E' una bella difesa della letteratura disegnata e delle case editrici che fanno scouting e lavorano sull'autore.
qui
Finalmente un po' d'aria fresca... dopo tutta quella puzza di latte e fasce da balia nel blog di Nixon. Questi ragazzetti alternativi e il loro linguaggio idiota giovanilistico, insopportabili... d'accordo, cresceranno anche loro.
non vorrei fare il criticone, nè giudicare l'iniziativa (nobilissima),ma personalmente ho trovato il livello dei disegni davvero pessimo e stereotipato.
non so quanti anni abbiano gli autori nè evidentemente conosco le storie (che magari si riveleranno strepitose, per carità),ma ripeto, secondo me non aggiungono un fico a nessun tipo di sperimentazione, anzi, semmai confermano il luogo comune che per fare un fumetto "altro" bisogna PER FORZA disegnare "male".
ancora più deprimente è vedere che dall'altra parte del mondo fanno esattamente le stesse cose che si fanno (a volte) qui.
sono l'unico a pensarlo?
ciao
Direi che non abbiamo bisogno del tuo disfattismo. Non sai leggere le cose, capita. Non parlo dei disegni ma di quello che sta sotto a certe operazioni. Sei molto preso a covare una specie di rancore sordo che riverbera. Molti degli autori presenti ha molto talento, ma per vederlo occorre essere liberi da pregiudizi. Sbaglierò certamente ma a me pare che questo non sia il tuo caso.
Io conosco alcuni di loro da anni, ho vissuto con loro parte di questa esperienza e mi considero arricchito dal fatto di averli incontrati.
Poi possiamo tutti montare in cattedra e esprimere i nostri severissimi e insindacabili giudizi, così il nostro ego si sente bello e pieno.
Ma non so cosa porta di costruttivo tutto questo.
forse quello di cui hai bisogno è che tutti ti diano ragione, capita.
non so cosa ci sia di rancoroso nel dire che non mi son piaciuti questi lavori e che mi aspettavo di vedere cose diverse, capaci di sorprendermi, da autori di paesi lontani dal mio.
ti assicuro che non ho nessun rancore verso di loro,abbellire il mio ego o "montare in cattedra",questo lo lascio a te.
ciao
Ecco, bravo, adesso hai fatto il cattivone e ti senti contento. Naturalmente sbaglio ma a leggere le tue cose, i tuoi commenti ho la sensazione che per te parlare sia come prenere a schiaffi gli altri.
vabè
amici come prima
ciao
mio caro ... non so se ti ricorderai di "moi" ... Davide Pandini ... il milanese ... ai tempi di Fangotango, Nuvolari, Luca Patini, Luciano Graffi, Wud, Zeus (a milano, appunto), etc etc ...
eravamo più vecchi ... ma per fortuna il tempo passa ...
ne succedono di tutti i colori, compreso il primo dei miei figli che ora va all'università e da piccolo giocava con un tuo videogame ... e io che non ho avuto "tempo" di contattarti prima ... perchè non ti fai vivo ? dpandini@gmail.com ...
la vita è bella.
... and more ... www.thelongnow.com ...
... oooopppsss ... www.longnow.org ... senilità incalzante o gioventù precoce ???
Anche qui a Ravenna si è tenuto qualcosa di simile poco meno di un mese fa e infatti c'era anche Paul Gravett. Questo tipo di cose fanno crescere il linguaggio del fumetto. Parlare. Incontrarsi. Litigare. Appassionarsi. Creare dei ponti culturali.
Boh, prendo il primo disegno che mi capita sotto gli occhi 'Some works in progress and dooddles on the back of a napkin' del 9.11: mi sembra bellissimo, pieno di invenzioni, misterioso, molto colto. E' un linguaggio anche più delicato e narrativo della transavanguardia. A mio parere fa fare passi avanti al fumetto e all'arte visiva.
Se questo è il livello 'pessimo' sono davvero contento, significa che qui si legano i cani con la salsiccia... (come si dice dalle mie parti :-)
una cosa mi ha incuriosito... in che modo lo avresti cambiato, il finale di Appunti per una storia di guerra?
Buongiorno IGORT, complimenti. Ho letto e visto "Dimmi che non vuoi morire" (me l'ha regalato un amico). Noi, ci siamo "sghisciati" di poco alla Fiera nello stesso spazio di sardinia Media Factory in cui tu facevi il tuo intervento sul fumetto e presentavi il tuo disco, io facevo una videocreazione col maestro Lai e Gavino Murgia. Non c'è stata occasione.Spero la prossima volta. :) Ancora complimenti.
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