13 ottobre 2008

dniepro18 (Storia di Nicholay5)


Così si è dovuto arrendere all’evidenza. Non poteva lavorare più.
L’idea fissa però rimaneva: la terra, come sua madre tanti anni prima. Si rimboccò le maniche. La situazione economica cambiò. Arrivò la crisi e le cose del comune: acqua, elettricità, gas, aumentarono a dismisura. Anche il cibo. Non si riusciva più a stare al passo e tutta la pensione non era suficiente a pagare le bollette. Provò a vendere le verdure per vivere. Ma andava bene solo in estate e autunno. In inverno era durissima.
Eppure non si lamentava della vita, e tirava avanti come aveva sempre fatto, anche in momenti peggiori di quello. In fondo aveva tutto quel che serviva adesso. Un orto e una casa. Poteva mangiare, aveva da dormire, e anche se nessuno lo credeva più capace aveva dimostrato a se stesso che poteva lavorare ancora.
A quel tempo non era certo più un ragazzo, però le sue giornate erano dure ugualmente. Si levava che non era ancora l’alba e coricava molto tardi. Di solito però non è che dormisse troppo alla notte per via dei pensieri. Pensieri sulla vita e tutto il resto. La vedeva riflessa, che sfilava sotto i suoi occhi, come in uno specchio. E si sentiva vulnerabile.
I figli gli mancavano. Era una voragine quella. Ne era passato di tempo, adesso avevano famiglia. Li pregò di prenderlo con loro. Voleva stare vicino Senza essere un peso, avrebbe continuato a lavorare, bastava che lo accettassero.
“Non abbiamo bisogno di te, di nulla”. Fu la risposta. “Dimenticati il nostro indirizzo”.
Delusione. Ci voleva molto a capire? Era solo al mondo.
Non aveva un amico. A quel tempo successe una cosa. Connobbe un uomo che stava cercando alloggio. Quest’uomo era dell’Ucraina occidentale ma aveva lavoro a Dnepropetrovsk. Chiese a Nicholay se affittasse casa, credendo che Nicholay avesse parenti presso cui sistemarsi, al caso. Ma lui non aveva dove andare e propose all’uomo di ospitarlo, non voleva soldi. Aveva pensato che questa soluzione potesse essere un rimedio contro la solitudine.
Era un ingenuo.
Il giorno seguente l’uomo portò tutte le sue cose. Al principio fu una convivenza civile; l’uomo, che era molto più giovane di Nicholay si dimostrava gentile e comunicativo. Nicholay era felice di averlo conosciuto. Lo trovava un eccellente amico. Adesso non si sentiva più solo e trascorrevano il tempo a chiacchierare della vita. Ma dopo un pò cominciò a cambiare; divenne sfacciato e insolente. Lo prendeva a male parole e gli urlava in faccia. Un giorno lo picchiò perfino. Si era stancato della convivenza, dopo circa due anni decise che Nicholay doveva andarsene da quella casa.
Nicholay era sotto shock, cominciò a piangere, quella era casa sua. Non sapeva cosa fare.
Si era sparsa la voce, nel vicinato, che l’ospite fosse andato da un avvocato. E con un falso testamento era riuscito a farsi intestare la casa. Nicholay aveva preferito non dare credito a quelle voci, ma con il tempo le cose andavano sempre peggio. Si rendeva conto di essere diventato uno schiavo a casa propria. E ogni volta che l’uomo si ubriacava erano botte. Una sera, alticcio, l'uomo venne in argomento. Gli disse che aveva davvero cambiato i documenti e che Nicholay non poteva fare proprio nulla: era sfrattato.
Quando, di buon ora, andò dagli avvocati Nicholay aveva con sé tutti i pochi risparmi e la pensione appena ritirata. Scoprì che era tutto vero. Ma voleva reagire, non farsi prendere dallo sconforto. Per potere cambiare i documenti un'altra volta dovette pagare l'equivalente di due mesi di pensione. E per quel periodo non ebbe di che mangiare. Ma non c'era altra cosa da fare. Ora doveva solo attendere. Ma aveva paura. Temeva che nel frattempo l'ospite, prima che il nuovo testamento fosse registrato, potesse ucciderlo o fargli del male. Per cui nascose i documenti dell'uomo e glii disse che se fosse accaduto qualcosa di male, lui, Nicholay, aveva scritto una lettera, che aveva consegnato ad amici fidati. E questi, se non lo vedevano tornare, sarebbero andati dalla polizia a denunciarlo. L’uomo ebbe paura. Ci vollero altri due mesi circa, poi pronti i documenti, Nicholay chiamò l’autorità e l’uomo fu messo alla porta. Adesso era nuovamente solo. E la sua salute era sempre peggio. Un giorno perse i sensi e quando si risvegliò era all’ospedale. Il dottore disse che aveva un adenoma e necessitava di un operazione.

Nessun commento: