29 marzo 2007
26 marzo 2007
durante la prigionia
sono rimasto quasi tre mesi senza uscire. Dovevo sostenere un ritmo di lavoro che consentisse di mantenere le scadenze di pubblicazione. Durante questi tre mesi sono evaso tre volte, per un paio d'ore.
Non scherzo.
In un incontro, a pranzo, con Charles Burns si è parlato (per quanto i discorsi avessero quel tono ossessivo dettato dalla mia prigionia angosciosa) di lavoro.
Me lo sognavo alla notte, potete starne certi.
Ma le chiacchiere dicevano pressapoco questo:
igort: "Sai, mi sta servendo molto l'esperienza giapponese, che mi permette di disegnare continuamente, e di sopravvivere, forse, a questo libro"
Burns: "tu sei giapponese".
igort: " no, davvero, Charles. Una cosa che non capisco: perché non possiamo lavorare come faceva Chester Gould? Ogni giorno si alzava e faceva la sua striscia. Noi siamo cresciuti amando quei fumetti. Era come una fabrica, una fabbrica meravigliosa".
Burns: "e' proprio questo il problema. Apparteniamo a una generazione diversa, il lavoro è diverso. Io non posso pensare in quei termini. Fare diventare il disegnare un lavoro è qualcosa che non mi appartiene".
igort: "Non voglio essere cinico, io amo questo lavoro ma la domanda che mi viene spontanea è questa: Perché non possiamo disegnare come facevano loro?"
Burns: "perchè non voglio ripetermi, se possibile"
igort: "ripetersi? Non è una cosa che puoi controllare o meno. Sai cosa? Ho visto l'ultimo libro di Chris Ware e non l'ho preso. Non mi ha sorpreso; prima di vederlo sapevo già quello che ci avrei trovato".
Burns: "Capisco quel che intendi, ma non è la stessa cosa".
Naturalmente Burns avrà ragione ma io continuo a pensare che in un certo artigianato ci sia qualcosa di nobile e ammirevole. E mi piace molto l'idea di potere affrontare il lavoro senza troppa enfasi. Cercando di prenderla bassa, come un panettiere che deve sfornare il suo pane, giorno dopo giorno.
ritorno alla vita
un libro che va in stampa è un'esperienza totale, abbacinante per il senso di insicurezza che l'accompagna di solito. Mi alzo alle sei per andare ad assistere alla "messa in macchina" e bilanciare, insieme al fido Marco, grande maestro dell'arte della stampa, l'equilibrio degli inchiostri.
Temo questi momenti perché ci si sente totalmente in balia di un caso insondabile. Come reagiro' all'effetto di vedere stampate le prime pagine? Con un senso di ribrezzo o con un senso di piacere?
Sono stagionato ed è capitato in passato che l'effetto non fosse per nulla positivo. Quando questo accade ci si abbandona allo sconforto, è un 'esperienza molto frustrante e a poco servono le spiegazioni logiche. Hai l'impressione di aver lavorato per nulla, peggio di avere lavorato male, di avere rovinato qualcosa.
Se invece l'impressione è positiva si apre uno spiraglio in quel senso di indifferenza che di solito accompagna il parto. Un'indifferenza che confina con la freddezza spaziale. Questo spiraglio non esplode in gioia ma perlomeno ti porta serenità.
Parlo di cose che non si controllano. Sono cosi' e basta, dall'alba dei tempi per me.
E' capitato, gli amici me lo hanno chiesto: "come ti senti ora che hai finito? Il libro è venuto bene?" e io li', indecifrabile anche a me stesso, a tentennare una risposta irrisolta, belando qualcosa che non riesco neppure a comprendere.
E, quel che è peggio, assistendo allo spettacolo mortificante di un punto di domanda che si dipinge nel volto di chi ti parla.
Certo, vista da li' deve essere sconcertante; magari sembra pure che mi dia aria da artista da strapazzo.
Eppure davvero non so come prenderla io stesso. So solo che una scorza di quasi indifferenza mi accompagna per un paio di settimane. Fin tanto che il libro passa di mano in mano e questo passaggio, lentamente, dissolve il senso di limbo in cui sono stato precipitato.
il limbo di alligatore a ogni modo è diventato (magia) spiraglio di serenità. Mi è piaciuto vedere l'azzurrino sulla mia amatissima carta avorio mischiarsi al grigio della grafite e al nero delle squadrature.
ora aspetto, il fiato sospeso, che il libro ancora a fogli stampati, si trasformi nell'oggetto frusciante che sfogliero' con ansia, pronto a sentire le prime reazioni di chi lo ha letto, preso, sfogliato a sua volta.
15 marzo 2007
alligator making of
Ricevo e pubblico molto volentieri un minifilm tratto dal "making of" dell'alligatore, a cura di Massimo Colella.
Grazie Massimo.
14 marzo 2007
alligatore
sono in dirittura d'arrivo, mancano poche pagine e l'alligatore è finito. Un lavoro lungo e faticoso, un'esperienza narrativa nuova. Il libro è cosa ancora in cottura, difficile per me vederlo nella sua interezza ora. Ma sono positivo rispetto al lavoro, mi pare di avere imparato cose nuove e messo a frutto cose che avevo imparato nel corso della mia esperienza giapponese.
5 marzo 2007
il più bel disco di tutti i tempi
Luca, mio amico fraterno, mi consiglia My Life In The Bush Of Ghosts di Eno e Byrne, remasterizzato e remixtato. Questo è un disco che io amo molto, ed è un vero capolavoro. Ascoltarne le piste rinverdite di pulizia ed effetti nuovi mi allevia la fatica di questi ultimi giorni di rush finale. Sto finendo il ibro nuovo, e sto in piedi per miracolo.
Mentre disegno ascolto e partecipo all'entusiamo del mio amico che lo definisce, senza mezzi termini, il più bel disco di tutti i tempi. Non so se è davvero il più bel disco ma è un vero gioello di genio, intelligenza, innovazione e stile. Una cosa da cui non si finisce mai di imparare.
Ricordo distintamente che quando lo ascoltai per la prima volta, si era sul finire degli anni settanta, ebbi la sensazione che l'aria si muovesse davanti a tanto valore artistico. Le cose, da allora, non furono mai più le stesse.
Teorizzare la musica meticcia era una cosa del tutto inedita per l'epoca, ma fartela ascoltare era una cosa incredibile. letteralmente inaudita.
1 marzo 2007
a bologna
si apre a Bologna un piccolo festival che promette di essere un appuntamento di qualità.
Lo cura Hamelin, l'associazione di cui fanno parte degli amici che stimo. E ospita diverse iniziative, mostre e incontri.
Io saro' a Bologna, se sopravvivo alla chiusura dell'alligatore. Il 16 marzo, per qualche giorno. Ci si vede in quel periodo dunque.
per i dettagli
http://www.hamelin.net/
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