12 ottobre 2008

dniepro15 (Storia di Nicholay2)


Tornarono di corsa al villaggio. Quando attraversarono il ponte i tedeschi lo avevano bombardato. Donne e vecchi scappavano.
Trovarono la gente assemblata nella piazza principale. Gli studenti erano di tutte le classi, i più piccoli piangevano terrorizzati. I tedeschi li picchiavano.
L’occupazione fu terribile. Il giorno seguente il comandante scelse una bella casa, mandò via la gente che ci abitava. C’erano le nuove regole, tutti dovevano lavorare per loro, che controllavano ogni cosa e prendevano quel che gli pareva.
Gli uomini forti furono prelevati.
Scelsero le donne che dovevano lavorare i campi.
Anche gli uomini anziani avevano l’obbligo di lavorare. Presero i ragazzi come lui, per i lavori di fatica. Li portavano distante da casa, a scavare fossi, molto grandi e profondi. Giorno e notte. Se qualcuno si ammalava o stava male lo picchiavano. E non gli davano più da mangiare.
Poi il lavoro cambiò, doveva trasportare a piedi dei longheroni d’acciaio. Binari. I tedeschi stavano costruendo una ferrovia. Ogni sera, quando tornava a casa sua madre piangeva, perché lui aveva sempre sangue sulla schiena.
A un uomo che non poteva lavorare bruciarono la casa. La gente fuggiva, se poteva. Si nascondevano sino a sera nell’acqua paludosa, sperando di non essere visti. Questo durò tre lunghi anni. Tra il ‘41 e il ‘44.
Poi, quando i tedeschi lasciarono l’Ucraina la gente cominciò a lavorare nelle fabbriche e nelle officine. E l’Ucraina risorse. Tra il ‘45 e il ‘47 ci fu una legge che costringeva i bambini a lavorare in fabbrica, sin dall’età di 13 anni. Lui lavorava in sala caldaie, e cominciò a conoscere il lavoro nei minimi dettagli. Al punto che poi lo avrebbe insegnato agli altri.

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