16 gennaio 2009

Nevsky 1



San Pietroburgo, bella e malinconica. Faccio incontri e parlo del passato. Sento il dolore di questa città, trovo tracce del suo assedio a opera di Hitler. La fame, eternamente presente. Si respira un'atmosfera meno disperata rispetto all'Ucraina. Ma non meno rassegnata a una vita difficile.
I colori polverosi dei palazzi costruiti nel 700 e 800 dagli architetti italiani sono meravigliosi.Francesco Bartolomeo Rastrelli che fu chiamato a corte da Pietro il grande per disegnare questa città sorta dal nulla. E diede il la a tutti, che lo seguirono, molti dei quali italiani. Antonio Rinaldi, vanvitelliano, poi Giacomo Quarenghi, che per arrivare a Pietroburgo impiegò da Lubecca, dieci giorni di navigazione a causa del vento contrario.Questa città è una danza di forme e linee rette. che anticamente erano dettate dalle esigenze dei canali per la navigazione, molti dei quali oggi chiusi (questo svela il mistero dei numeri delle vie che prese da sud hanno un numero e prese da nord un'altro).
I codici marinari sembrano presenti come una rete, sotto il tessuto delicato di questa città sterminata. 5 milioni di abitanti, tagliata dal fiume Neva che adesso è gelato completamente eccetto una riga centrale che si usa per la navigazione. Guardo come un bambino quello che il ghiaccio è stato capace di disegnare, onde del fiume sospese, glassate, come se il tempo si fosse fermato. Questa la sensazione ovunque.
In Nevsky Prospekt, ai piedi del palazzo Singer, la libreria più grande della città. Con un'atmosfera d'altri tempi. Le sedie e i tavolini per leggere, consultare i libri, studiarli bene prima di un acquisto che qui la cultura è ancora per fortuna indispensabile, ma costa.

2 commenti:

Luc ha detto...

dove sei ora ? come va il tour ? aria pesante, più del solito ? visti gli ultimi avvenimenti.
Un abbraccio
Luc

edilavorochefai ha detto...

ciao igor
:)