1 gennaio 2009

Parajanov 6



Parajanov, arrestato nel 1974, viene condannato a 5 anni di insolamento nei campi di lavoro sovietici con le accuse grottesche di "commercio di oggetti d'arte, instigazione all'omossessualità, istigazione al suicidio, commercio al mercato nero". Si punisce il non rispetto delle regole del cosidetto realismo socialista.

"dare forma plastica ai pensieri", questo il suo credo.
Prima di un esame alla scuola del cinema, frequentata in Ucraina, Savchenko, suo mentore, chiede di "disegnare quello che viene in mente".

Sarà proprio il disegno a salvarlo negli anni difficili della prigionia, quando in ballo è la sua identità di artista e uomo.

Frattanto in occidente, grazie anche all'interessamento diretto del suo amico Andrei Tarkovsky, si mobilitano intellettuali e artisti, Tonino Guerra, Federico Fellini, Alberto Moravia in Italia ma anche Luis Aragon, Elsa Troilet, l'amico americano Herbert Marshall, John Updike.
Dopo 4 anni e 10 giorni, in anticipo sulla scadenza della pena, riacquista la libertà. Ma dovrà aspettare il 1984 per rimettere piede in uno studio cinematografico. (15 anni di calvario). Nel frattempo le storie dei carcerati recidivi diventano sceneggiature e romanzi, nella sua fantasia.
Dirà: "Ho cento romanzi e 6 sceneggiature pronte a essere filmate".

Sono l'uomo la cui vita e anima sono tortura, dice parafrasando il poeta armeno Sayat Nova.

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