17 aprile 2007

Goodbye Kurt




In epoca di vacuità spiace constatare come i grandi partano, uno dopo l'altro. Banale a dirsi, con il fiore più bello nel bavero (in tuo onore Kurt) dobbiamo ammettere sconsolati che ci ha lasciato Kurt Vonnegut il memorabile scrittore di almeno cinque capolavori della letteratura del novecento.
Vero maestro di un guardare disincantato e sornione, che pagina dopo pagina ti infondeva sconcerto eppure, a dispetto dell'assurdo, fede nell'umanità. Affetto insensato eppure sottile per quella bestia bipede che risponde al nome di uomo.

Sono senza parole, devastato dal malditesta e penso che siamo orfani. Orfani di un padre talmente intelligente e caro che non so quando potremmo mai riprenderci. Dove sei andato Kurt?
E soprattutto adesso come facciamo?
Rillegere nell'ordine Mattatoio numero 5. Il grande Tiratore, La colazione dei Campioni, Madre notte, Dio la benedica mr. Rosewater.

14 commenti:

DIFFORME ha detto...

ha vissuto una vita piena e ha lasciato un segno indelebile nella cultura del '900 (per un ateo come me l'unica forma d'immortalità possibile),
credo non si possa sperare di meglio della propria esistenza...

giorgio santucci

Niccolò Storai ha detto...

Io lo farei studiare a scuola, è triste pensare che molti studenti di qualsiasi facoltà conoscono a memoria sonore vacuità ed ignorano capolavori come quelli che ha scritto il signor Vonnegut.
Nessuno è eterno ma come dice Difforme chi lascia un segno indelebile nella cultura si concuista l' immortalità, l' unica, quella vera.

igort ha detto...

Per carità penso che Vonnegut a scuola sarebbe un bel modo per rovinare la scoperta a chiunque. Non so, forse sbaglio, ma a me quando mi imponevano la lettura di un libro mi levavano anche il piacere di leggerlo.

Sono un caso clinico?

ausonia ha detto...

no, no. succedeva anche a me.

susukino ha detto...

la scuola la letteratura l'ha sempre ammazzata.
aspetto con ansia il giorno in cui si userà moccia.

Niccolò Storai ha detto...

Oddio, bisogna vedere come si insegnano certe cose, molto spesso non è il fare le cose ma il come farle.
Io ho avuto degli insegnanti molto in gamba che mi hanno fatto amare un certo tipo di letteratura e di questo ancora li ringrazio.
Però, la maggior parte delle persone mi dice le stesse cose che avete scritto voi, evidentemente la maggioranza dei professori impone certi autori e certi argomenti con il risultato che i lettori non crescono ma si fermano dopo la maturità.
Igort, hai ricevuto la mia mail?
Non vorrei avere un indirizzo sbagliato.
A presto.
Niccolò

Anonimo ha detto...

Il problema è che la scuola dovrebbe essere un inizio, mentre quasi sempre è una fine (ehy, questa devo segnarmela). Comunque non sottovaluterei i programmi scolastici, a scuola del resto si studiano Pirandello, Montale, Calvino, per dire solo qualche grande scrittore recente. Poi magari un lettore curioso può andare da Calvino a Perec, fino a Queneau, e tramite Queneau scoprire Eco, e tramite Eco rivalutare il fumetto e andare a riprendere le raccolte dei Peanuts che leggeva da bambino, e magari anche Mafalda, e scoprire così che Linus esce ancora e ci pubblicano grandi strisce come Calvin & Hobbes, e... capito no? Invece il 99% degli studenti rimane fermo a Calvino.
-Brendon

Daniele Marotta ha detto...

Magari Calvino, io ho fatto il classico e Calvino l'ho scoperto gli ultimi anni di università.


Il problema è che il sistema prevede insegnanti che informino gli studenti, non che li formino.
Io per lo più ho avuto insegnanti-automi che per spiegare leggevano il libro e per interrogare ti chiedevano quanto letto giorni prima.
Pochi si impegnano ad accendere la fiamma della passione o di alcunchè.

Vero che la passione bisogna averla. Bellissimo il film "la scuola" con silvio orlando e la stupenda anna galiena.

Scusate sono slittato un po' off topic. Non conosco bene Vonnegut, mi ritiro e ascolto.

Grazie

Bufi ha detto...

di parole per fortuna ne ha lasciate tante lui,io,senza,mi unisco al ricordo...e qui ci vorrebbero altro che 141 post!

Anonimo ha detto...

Sono un'insegnante: hanno ragioni quelli di voi che si lamentano. Un pedagogista (Elio Damiano) dice: "Non si insegna niente, si dà opportunità di apprendere"... ma a Moccia ci arrivate da soli. La scuola deve alzare il tiro: ognuno poi reagisce a modo suo. Vonnegut io lo faccio fare e i ragazzi lo apprezzano molto. Ma, in genere, nelle ore di letteratura non vola una mosca: ai ragazzi piace. Certo tutti vorremmo essere Benigni. Poi, però, possiamo fare solo del nostro meglio. Purtroppo ci danno così pochi soldi: i migliori studenti di lettere spesso vanno a fare altri mestieri. Ma ci sono tante eccezioni per fortuna.

Daniele Marotta ha detto...

Concordo,

secondo me infermeieri e insegnanti dovrebbero guadagnare diecimila al mese, minimo.
Altro che manager e parlamentari (scusate il termine) de sta ceppa.

Baci, vo a comprare Vonnegut.

Daniele

Daniele Marotta ha detto...

Concordo,

secondo me infermeieri e insegnanti dovrebbero guadagnare diecimila al mese, minimo.
Altro che manager e parlamentari (scusate il termine) de sta ceppa.

Baci, vo a comprare Vonnegut.

Daniele

Anonimo ha detto...

Per carita'! Non parlate di liceo classico a Igort, credo che abbia appena la terza media...

Mr.Atomico ha detto...

Caro Igort, non ti curar di gianni, dice a tutti la stessa cosa. Chissà perchè poi? Magari perchè lui ha quattro lauree ma è rimasto un asino lo stesso? Può essere...anzi sicuro(dell'asino, ovviamente, non delle quattro lauree)!