14 gennaio 2006

le maschere di chester



Chester Gould, con un armamentario grafico semplificato, ha creato una galleria di cattivi (i famigerati villains) immortale. Spesso mi sono fermato a studiare la ferocia di quei segni che definiscono forme quasi astratte, cui Chester ha infuso vita.

Flattotp, 88 tasti, la talpa e tutti gli altri villains sono icone degne delle fiabe dei fratelli Grimm. E questa naïveté del segno gioca di contrapunto con le azioni, immancabilmente crudelissime.

Anni dopo, in Spagna, Marti recupera quell'armamentario grafico e racconta storie di violenza assoluta, diversa per toni ma di eguale intensità, con la sua serie TAXISTA. Con Coconino press lo abbiamo richiamato dall'oblio. Marti, ripubblicato sta ora disegnando una nuova serie di taxista e gli americani, bontà loro, si preparano a pubblicare la serie. Un interessante segnale di passaggi, botte e risposte culturali. Europa chiama America e ritorno.

2 commenti:

andrea barbieri ha detto...

Marti, è vero, non ci avevo pensato al legame nemmeno tanto sotterraneo. Bella la galleria dei villain, ma almeno quella mi aveva già colpito vedendola nel volume di Repubblica dedicato a Gould.

Ho comprato due cose di Crepax, "Valentina storia di una storia" e "Venere in pelliccia" (ed. ES, si trovano scontati anche su IBS). Il formato è circa 31x22. Ogni tavola è di una bellezza abbacinante. Hai ragione su Crepax, è un grande maestro. Se non mi era arrivato dipende dal solito errore, che facesse disegni erotici, quindi ingabbiati, minori. Invece sono disegni bellissimi da fare invidia a Pierre Klossowski. Una delle cose che mi piace è lo spazio bianco, non "tra" le vignette, ma "dentro" le vignette. Certi quadratini contengono solo "il" o "i" personaggi senza uno sfondo disegnato. E' bianco appunto, però quello spazio si sente, cioè si immagina.
Bellissime anche le tavole... non so come si chiamano, insomma, quelle in cui due o più disegni che dovrebbero stare in quadratini diversi si trovano invece nello stesso quadratino, sovrapposti o accostati come nei manifesti.
Bello che le linee non siano continue ma composte di tratteggi sottilissimi.
Bello il suo bianco e nero. Elegantissimo. Sarà il colore dei tasti, ma a me quei disegni sembrano musica per pianoforte.

igort ha detto...

Sì, Crepax ha creato un modo di raccontare ancora molto avanti rispetto a quello che il fumetto è oggi. Ha lavorato su una scansione musicale e libera utilizzando diversi tipi di montaggi tra cui Il montaggio analitico.
Molte cose che noi (ware compreso) facciamo oggi le dobbiamo a lui.
Crepax nel suo raccontare per immagini, fuori e dentro il tema, ha creato un flusso di coscienza joiciano. Ha aperto al sogno e a una certa aleatorietà del fluire di pensieri.
Ma il lavoro è ancora complesso e stratificato. Comprende una visione italiana ( quasi tutto il fumetto italiano contemporaneo è ambientato in America o megalopoli che non appartengono al paesaggio urbano nostro), e ha risvolti politici, artistici (pop e optical si fondono), c'è il jazz e l'idea dell'improvvisazione. Inoltre la sua visione dell'erotismo non ha nulla a che vedere con le cose che hanno preceduto e seguito, che sono, se comparate, di una noia mortale.
Crepax era seplicemente un genio.