27 febbraio 2006

Playlist


cosa trasmette il mio i-pod ( a gentile richiesta)

Cocorosie
Daniel Johnston
Sparks
Vinico Capossela
John Lennon
Nick Cave
Duke Ellington
Blonde Redhead
Yuppie Flu
Billie Holiday

33 commenti:

duccio ha detto...

Ascolto in questo istante l'ultimo cd di Capossela...anche solo "S.S. dei naufragati" merita l'acquisto del cd

igort ha detto...

Esagerato. Ci sono molti motivi per comperare Capossela.
1 il coraggio di andare diritto per la sua strada
2 la scelta degli arrangiamenti
3 l'idea visionaria che musica e racconto sono un tutt'uno
4 il gusto per le cose sgraziate che la dice lunga.
Capossela è un ispirato e credo che bisogni ascoltarlo più volte. I suoi dischi sono di quelli che si capiscono con il tempo.

duccio ha detto...

a me piace molto, lo seguo da sempre e trovo che il meglio stia iniziando a uscire prorpio negli ultimi due lavori.. non che prima non mi piacesse, anzi... solo che in "canzoni a manovella" (grande omaggio a Cèline e alla sua narrazione) e in quest'ultimo lavoro credo che ci sia una identità + personale e profonda. Nei primi dischi si sentivano molto le influenze alla Conte (passami il "termine") e successivamente la sua profonda ammirazione e conoscenza di tom Waits... ma in questi ultimi lavori è riuscito a mio parer a trovare un percorso più suo all'interno della notte. "canzoni a manovella" è stato per me una bella promessa e direi che "ovunque proteggi" è un bel modo per mantenerla e rilanciare.

detto questo provo una sensazione tutta particolare quando metto su i suoi "vecchi" album...

igort ha detto...

Si', Cocorosie fanno un lavoro sulla canzone e sulla quotidianità che mi piace. Mi interessa il modo rumorista (acque soffiate, rumori casalinghi e percussioni artigianali) che utilizzano per rileggere la canzone d'autore. A volte esagerano un pochino ma hanno un progetto interessante, sensibile. So che sono della stessa famiglia artistica di Devendra Banhart e di bright eyes, che comunque ascolto.
Credo che sia bello questo panorama artistico, che oggi, più di prima, ci siano delle cose da dire.

andrea barbieri ha detto...

Non so, l'ultimo disco di Capossela mi sembra vada oltre la musica, mi pare che parecchi pezzi siano più che canzoni performance teatrali, che quella sia la loro dimensione e che fissati su disco perdano parecchio, come se fossero in un luogo sottodimensionato. Però l'ho ascoltato in tutto quattro volte e magari è un'impressione. Comunque sicuramente un disco notevole, e non-italiano se pensiamo alla musica che circola qui di solito.

Devendra Banhart l'ho sentito dal vivo a Faenza: uno dei concerti più belli del 2005! il ragazzo è bravissimo.

VINCENZO FILOSA ha detto...

vorrei a questo punto intervenire per suugerirti di ascoltare anche Johnny Dowd...
praticamente sconosciuto qui in Italia, pibblica i suoi dischi su una
piccola label olandese di cui adesso non ricordo il nome.
abbandonata la carriera di camionista a 50 anni, ha infilato una serie infinita di capolavori e ha colpito con Temporary Shelter il mio cuore sino a farlo battere secondo i suoi ritmi. ed è una maledizione che mi porto felicemente dietro da due anni.
Giusto per farti un'idea, ma il suo stile è personalissimo, è come se i Tom Waits avesse deciso di suonare un disco di Dock Boggs assieme ai Pere ubu.
se ti interessa, sarei più che onorato di portartene una copia a Napoli.
Saluti,

Vincent

VINCENZO FILOSA ha detto...

aggiungo:alla domanda quali dischi porteresti su un'isola deserta lui risponde seriamente: non saprei, siamo tutti quanti su un'isola deserta.

epico

VINCENZO FILOSA ha detto...

ah...
www.johnnydowd.com

igort ha detto...

Caro Vincent,
se mi porti un assaggio a Napoli saro' lieto di fare parte della famiglia di Johnny Dowd.
Mi fa piacere notare che, a differenza di anni fa, i lettori di un "certo" fumetto frequentano una "certa" musica.

abbracci...

P.S. Per Capossela: lasciamolo fare. Io gli do fiducia.

Ho sentito per caso le classifiche dei dischi più venduti, un mesetto fa neppure. 1° Ivano Fossati e 4° Capossela. Sembriamo quasi un paese intelligente. Non credevo alle mie orecchie.

VINCENZO FILOSA ha detto...

ahah, si anch'io ho notato la cosa. Però attenzione.
un paio di settimane fa, riporto la notizia da Mucchio selvaggio, su CD LIve, programma di raidue in cui viene presentata appunto la classifica dei dischi più venduti, veniva presentato un omaggio al papa defunto con sottofondo Imagine di John Lennon, la stessa che recita: immagina un mondo senza religione...
Mic chiedo se il successo di Capossela sia dovuto solo alla sua bravura nel ripescaggio di musichette "facili" e gradite da tutti (non è un offesa, penso anzi sia grande cosa), senza che però ci sia poi da parte dell'ascoltatore un approfondimento sui contenuti.
mi piange il cuore a pensare che un verso come "fai scialo diletto mio delle tue cosce", o anche l'intero testo di "Ovunque proteggi", entri da un orecchio ed esca da un altro

un saluto anche da Giusy. anzi un bacio ma non esageriamo

igort ha detto...

Caro Otello,
ricambio il bacio a Giusi.
Il punto è che quando uno come Capossela è capace di vendere tanto da entrare in classifica con cose non pre-digerite simil melodiche vuol dire che qualcosa di importante sta succedendo.
Io sono per fare cose leggibili ma non seguendo la solita ricettina, se possibile. Il pre-digerito lo evito per il semplice motivo che mi annoia. So già dove va a parare prima di ascoiltarlo o di leggerlo.
Quindi brindo alla capacità di tutti i Capossela di penetrare la roccia con la forza della persistenza. Siamo delle gocce d'acqua, ma bisogna essere goccie testarde.

igort ha detto...

Blonde Redhead: devi riprovare l'ultimo disco Misery is a butterfly è molto bello. Anche Melody of certain damaged lemons; che è il penultimo è un disco ispirato.

Il primo ( Blonde Redhead
(Touch and Go 1994) che Rumore dichiarava essere disco dell'anno, per me non era neppure disco del minuto. Ma forse sono troppo severo.

Per quanto riguarda le vendite e le classifiche. Oggi il disco d'oro è a 50 mila copie, un tempo a un milione. Questo la dice lunga, ma vendere anche solo conquanta mila copie di un "ovunque proteggi" mi sembra un ottimo segnale della salute mentale dei nostri connqzionqli; A meno che Vinicio non si sia speso tutto l'anticipo del disco comperandosi migliaia di copie.

duccio ha detto...

Non si è speso l'anticipo ma diciamo che quest'anno ha fatto veramente molta pubblicità. Era dappertutto librerie, programmi TV, radio ecc..se vi va, vi segnalo un link dove potrete leggere o ascoltare (ma a voce merita..)una delle non frequenti interviste di Capossela proprio su "Ovunque proteggi":
http://www.capital.it/capital/capital_tribune.jsp?idContent=1274535

igort ha detto...

Grazie Bardamu, un giorno mi direte da dove provengono questi pseudonimi bellissimi che avete.


firmato
Teda Bara

igort ha detto...

Che testa bacata, è vero che Bardamu è Celine. Mi suonava familiare in effetti...
Tu avresti dovuto firmarti Interdonatop, perché Paoloi non suona molto bene.
Teda Bara è, nella mia testa bacata, la sorella di Bardamu, o la sposa lugubre. In realtà è una misteriosa attrice dei tempi che furono. (Chaplin, Pickford ecc)

igort ha detto...

A mattino, ore 7 rassegna stampa su radiotreRAI e telefonate degli ascoltatori. Poi radiogiornale 3 alle 8,45. Se ti alzi più tardi consiglio radio24, alle 9 c'è Santalmassi che conduce. Si ascolta volentieri, anche se non si è sempre d'accordo. Fa un giornalismo non consenziente perlomeno. Pomeriggio primo: Fiorello su RAI 2 fa delle cose (Cassano e Mike in testa) , notevoli, da pisciarsi addosso. Ore 15 Farhenheit, sino alle 18. Molto "letteratura", si chiacchiera con la testa impegnata. Vedono la letteratura in maniera legata all'attualità me è il meglio di quanto passa il convento.
Ascoltare per credere. Al suo interno Storyville, che racconta le biografie dei musicisti. Non ce n'è uno normale, ma anche i fumettisti non scherzano, eh?

igort ha detto...

Io amo la radio, per anni ho trasmesso e scritto programmi. Il nostro lavoro è un privilegio, non riesco a vederlo come una cosa umiliante. Per anni ho sperato di fare la "vita da scrittore".

La vita umilia i minatori in Messico io in Russia o in Cina. Non per fare il populista ma dico, ci pensi che ci si sveglia per sederci a un tavolo a scrivere e disegnare?

non è una piccola meraviglia?

P.S. io sto in Francia, potrei stare il Lituania e ascoltare con il satellite radio 3 rai.

E poi un'altro dei privilegi del lavoro di autore è proprio quello di potere lavorare dove vuoi. Puoi disegnare ovunque.

adios

andrea barbieri ha detto...

E' un privilegio scrivere e disegnare sul proprio tavolo, ma è anche - deve essere - una responsabilità, proprio perché fuori succede di tutto e l'autore parla per quelli che non possono parlare. Per questo non ho capito una volta un dubbio sull'esistenza oggi di grandi storie. Le grandi storie accadono continuamente. Come direbbe Antonio Moresco, uno tsunami ha fatto sparire migliaia di vite in un attimo e ha piegato l'asse di rotazione terrestre.

VINCENZO FILOSA ha detto...

Bardamu non è anche il titolo di una canzone di Capossela?

VINCENZO FILOSA ha detto...

Beriberi dalla malattia contratta dal povero Fontanesi quando era in Giappone per insegnare i segreti della pittura a Olio a disgraziati come Asai Chu o Takahashi Yuichi...
Ooops, ma forse quel "bellissimi pseudonimi" non era affatto rivolto a me...
scusate l'intromissione

igort ha detto...

Marilina: siamo in molti ad ascoltare gli Sparks. Almeno in tre, in quattro con te. Non disperare.

Beriberi, si' è uno pseudonimo molto bello anche quello. (Ma allora non sei quella capatosta che si dice, sei anche un fine orientalista!)

Alberto: Fulcido? Ma non si dice Fulgido? Comunque sia, attendiamo di ascoltare.

Andrea: Bisognerebbe intendersi su "grandi storie".
Non è la magniloquenza dell'avvenimento narrato a fare una grande storia. Un grande viaggio puo' essere anche grande e coinvolgente senza esplosioni e terremoti. O no?

andrea barbieri ha detto...

Sì Igort, per esempio - mi pare di averlo letto da qualche parte - consideri Cechov un maestro, e in Cechov non succede nulla ma quel nulla è straordinario. Ho detto quella cosa per dare l'idea che c'è una grandiosità nel narrare, che per quanto miliardi di telecamere ci mostrino ogni millimetro quadrato di mondo, tutto il mistero della vita è intatto e narrabile. Ci sarà sempre qualcuno che si ferma con la capa piena di meraviglia, per la rotazione di un pianeta o per una cosa piccolissima o un amore: non fa differenza. Non sono un narratore ma mi sono fatto questa idea della narrazione. Quindi sto un po' tornando alla prima domanda di questo blog: cosa vorresti leggere.
Oggi va così, faccio il filosofo :-)

duccio ha detto...

Bardamu, come ampiamente sviscerato, è il nome del protagonista di "viaggio al termine della notte" di Cèline. inoltre è anche il titolo della canzone di apertura di "canzoni a manovella" di Capossela (omaggio ampiamente dichiarato). L'ho sentito la prima volta nel CD ma solo dopo aver letto il libro ho deciso che mi sarebbe piaciuto come pseudonimo. Ho letto la prima pagina del libro in una mite estate portoghese e sono rimasto sconvolto... prima edizione 1932... sono rimasto sconvolto quasi dopo ogni pagina.... oggi, a quasi 1 anno di distanza ripensandoci ancora mi sorprende. A parte questo, non so... bardamu è una di quelle parole che... suona. suona e basta.

igort ha detto...

Una cosa interessante che mi ha detto TOMINE: "vedo questi film d'azione americani. pieni di crash ed esplosioni, che noia!".
Mi ha colpito perché siamo soliti pensare che un film d'azione è intrattenimento puro, e questo non vuol dire nulla; ci sono buone cose e cose che annoiano. Oggi la narrativa va verso un'esplorazione intima. ci sono quelli che lo fanno bene e che si leggono meravigliosamente e i cani.

Checkov racconta cose piccolissime che esplodono nel cuore del lettore per la sapienza e l'umanità dello sguardo.
Leggi il racconto "la casa col mezzanino".

Ma anche Proust racconta l'esplosione e la nostalgia dei ricordi. E il viaggio è un grande viaggio. Una grande avventura.
(Mi fermo qui altrimenti Boris Battaglia mi da dell'ottocentesco).

Per quanto riguarda la musica: si' Alberto, ho suonato da Red Ronnie alcune volte, con la mia band "maccaroni circus" (ex confusional quartet) , è da li' che è nato cinque, da li' e da alcune riflessioni che facevo in Giappone sull'italia. Adesso sto sviluppando il tutto per altri due volumozzi.

bye

andrea barbieri ha detto...

Tranquillo Igort, io sono settecentesco: mi sa che Boris, quando parla del cicisbeo del tuo blog si riferisce al sottoscritto. E dire che a me sembra sì di apprezzare le tue cose, ma in fondo di portare uno sguardo che col fumetto non c'entra e che a volte ci cozza pure, quindi di essere un fuoriposto, mentre un cicisbeo è uno che è al posto giusto.

andrea barbieri ha detto...

Boris, Malesi lo conosco abbastanza bene, mi ha anche dedicato un pezzo del suo blog ritenendo di farmi fare brutta figura. Pensa che ho smesso di leggere una rivistina elettronica gratuita, medicine show, per non trovarmi suoi pezzi nella casella di posta (vabe' anche perché è noiosa). Mi fermo ché passerei dall'altra parte... :-)

A Moresco voglio decisamente bene, dovrei andare a salutarlo, salvo casini, venerdì a Bologna (è insieme a Evangelisti).
Per chi è in zona, alle 21,30, Modo Infoshop, via mascarella 24/b.

De Cataldo semplicemente non riesco a leggerlo (sarà un mio limite). Proust, Celine, Kafka, sono grandissimi e vivi oggi più che mai.

igort ha detto...

Caro Boris, mi piacciono le cose complesse. Credo che il mondo sia un meccanismo complesso e mi piace che ci diciamo in faccia le cose.
Punto 1
Non semplifichiamo.

Per questo naturalmente non posso non amare Proust o Celine. Ma non ho paura di leggere stephen king. Ha fatto alcune cose pregevoli lo scrittorazzo in questione. Non riesco a non apprezzare le cose diferenti. (Mi piacciono anche gli stones, a sentire solo Capossela mi stanco).

Ma devono avere una logica che mi convinca. Onestà, la chiamava Chandler. Non usare trucchi del cazzo, scriveva Carver sui famosi foglietti.

Bon, io penso che stiamo parlando delle stesse cose. A te piace più il rosso, a me il bordeaux, ma di colori (o di vini) stiamo parlando.
Capisco la tua irritazione su quello che definisci "restaurazione dell'ordine romanzesco". Mi piace la sfida. E sono d'accordo che dobbiamo rilanciare alto.
Ma, accidenti, qui non lo abbiamo ancora il romanzo.
Dico nel fumetto. Sta nascendo adesso. Abbiamo due o tre decine di esempi.
Ci si sta sputando l'anima per farli crescere.
Diamo fiducia agli autori.
Poi comunque sono d'accordo con te che si deve tenere il punto. Non accontentarsi.

Mi vien da ridere se penso a quello che penseranno di noi "i paladini de fumetto popolare".

Wharol diceva: "piove? No, ci stanno sputando addosso".
Ma si' chi se ne frega. L'ho sempre sostenuto: io al fumetto popolare ci credo a patto che non sia pre-masticato.
Casadei e i Residents non fanno lo stesso lavoro solo perchè cantano davanti a un microfono e stanno su un palco entrambi.

igort ha detto...

Caro Boris, mi piacciono le cose complesse. Credo che il mondo sia un meccanismo complesso e mi piace che ci diciamo in faccia le cose.
Punto 1
Non semplifichiamo.

Per questo naturalmente non posso non amare Proust o Celine. Ma non ho paura di leggere stephen king. Ha fatto alcune cose pregevoli lo scrittorazzo in questione. Non riesco a non apprezzare le cose diferenti. (Mi piacciono anche gli stones, a sentire solo Capossela mi stanco).

Ma devono avere una logica che mi convinca. Onestà, la chiamava Chandler. Non usare trucchi del cazzo, scriveva Carver sui famosi foglietti.

Bon, io penso che stiamo parlando delle stesse cose. A te piace più il rosso, a me il bordeaux, ma di colori (o di vini) stiamo parlando.
Capisco la tua irritazione su quello che definisci "restaurazione dell'ordine romanzesco". Mi piace la sfida. E sono d'accordo che dobbiamo rilanciare alto.
Ma, accidenti, qui non lo abbiamo ancora il romanzo.
Dico nel fumetto. Sta nascendo adesso. Abbiamo due o tre decine di esempi.
Ci si sta sputando l'anima per farli crescere.
Diamo fiducia agli autori.
Poi comunque sono d'accordo con te che si deve tenere il punto. Non accontentarsi.

Mi vien da ridere se penso a quello che penseranno di noi "i paladini de fumetto popolare".

Wharol diceva: "piove? No, ci stanno sputando addosso".
Ma si' chi se ne frega. L'ho sempre sostenuto: io al fumetto popolare ci credo a patto che non sia pre-masticato.
Casadei e i Residents non fanno lo stesso lavoro solo perchè cantano davanti a un microfono e stanno su un palco entrambi.

duccio ha detto...

sono un po' imbarazzato, ho paura ad'addentrarmi in questa conversazione, probabilmente non ho ancora tutti i mezzi neccessari.... se scivolerò mi perdonerete.

mi limiterò a dire che credo che ogni cosa abbia un suo punto, un centro se preferite, ma dato che sempre al centro non è, io preferisco chiamarlo punto... solitamente di COSA si parla non è necessariamente una discriminante, per me l'importante è che si tocchi il punto. Ed è quì che entra in gioco il COME.
anche quest'ultimo di per se non è un valore (anche se è un piacere vedere qualcuno che sa raccontare), ma è il tramite per traghettare il COSA al suo punto.

Il vero valore resta il punto.
la difficolta, miscelare di volta in volta il COME con il COSA.

igort ha detto...

Per Bardamu: il come e il cosa sono sinonimi di forma e contenuto. Credo che Boris sia per un superamento di queste categorie. McLuhan lo ha sostenuto a lungo e io penso che dobbiamo essere sottili, leggere tra le righe. Altrimenti scambiamo davvero l'autobiografia per veriutà assoluta. in genere chi fa autobiografia è un gran ballista, per questo talune mi piacciono molto.
In quelle menzogne c'è spesso una verità più profonda, nascosta.

Per Boris. Bellissimo il tuo pezzo su Popeye.
Anche questo un vero caposaldo della narrazione. Leggetelo ragazzi.
http://ippoghigno-nella-bruma.splinder.com/
è il post col il nome
l'irascibile altro - fumetto e rivoluzione (2)

igort ha detto...

Senza Segar non si sarebbe Crumb, e molte altrre cose.

andrea barbieri ha detto...

Quel Popeye è stato un modello narrativo amatissimo dallo scrittore Paolo Nori. Non sono sempre i fumettisti a prendere dalla letteratura, succede anche il contrario.

igort ha detto...

E' tutta una genia di musicisti che spostano il punto dal centro che credevamo di conoscere. Si aprono le porte per ridefinire cosa e come si può fare in musica.